Torre Orizzontale - Nuove strutture direzionali di FieraMilano

Sede di Wind-Tre Rho / Italy / 2010

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L'area, dove si dovrà realizzare l'edificio, stabilisce in maniera chiara i rapporti con il contesto, sia per la disposizione geografica della sua area fondiaria, sia per la conformazione geometrica del lotto. L'obiettivo era rispondere con un edificio che appartiene sia al Polo della Fiera, ed allo stesso tempo, soddisfare totalmente le richieste funzionali ed economiche del bando.

Da queste considerazioni e’ nata la proposta di un edificio prevalentemente orizzontale, in grado di relazionarsi in maniera differente a sud-est, con le coperture della Fiera; ed a nord-ovest, dove la Fiera si rivolge a Milano, con un Palazzo verticale rispetto alla struttura prevalentemente orizzontale della Fiera. La torre orizzontale e il Palazzo verticale (sommatoria di due palazzi) sono le due anime che rendono rappresentativo e simbolico l'edificio, senza prevalere, senza soggiacere.

L'edificio, s'inserisce a completamento di un importante tassello urbano del Nuovo Polo Fieristico; in tal senso la nostra proposta architettonica s'inserisce all'interno di un susseguirsi di episodi architettonici che si sviluppano all'interno del complesso Polo Fieristico, ponendosi all'origine della promenade architecturale (spina dorsale del quartiere fieristico) in adiacenza all'emergenza architettonica della Porta Est, su un'area ad oggi adibita alla sosta e alla mobilità d'auto, autobus e taxi e sulla quale sbarca la linea metropolitana proveniente da Milano

Il progetto si fonda sui seguenti principi compositivi:
• la frontalità dell'area, ingresso Sud, tra l'uscita della Metropolitana e l'ingresso al boulevard della fiera (un “nuovo ingresso”);
• la concezione dell'edificio come una successione di "torri orizzontali" determinate da un criterio compositivo classico: basamento, elevazione, coronamento, che si definisce attraverso l'invenzione di luoghi "speciali" caratterizzati da interpiani differenti, capaci di articolare le esigenze dei "due" edifici e al contempo descriverne e articolarsi come un edificio unico.

I tre luoghi “speciali” sono:

1. il basamento, rialzato dal piano strada accoglie, separa i flussi e propone prospettive differenti in una successione di spazi che ora si dilatano (foyer a tutta altezza) ora si comprimono (mensa e uffici) in maniera sempre differente;

2. l'elevazione, caratterizzata da un taglio orizzontale con una doppia altezza, crea un momento di sospensione tra terra e cielo e permette di creare un luogo rappresentativo e magico, dove il paesaggio è inquadrato in una “rete” di trasparenze e riflessi;

3. il coronamento, un giardino verticale come limite, inciso da fenditure che portano l'osservatore ad avvicinarsi al perimetro trasparente, un luogo che si riempe di cielo e dello skyline ora urbano ora delle montagne che ci osservano; un luogo dove lavorare e incontrarsi;

Gli scenari analizzati e messi a confronto nella fase iniziale del progetto hanno evidenziato come l'ipotesi di pensare a due edifici distinti non permetteva di raggiungere in maniera soddisfacente tutti gli obiettivi richiesti. La proposta racconta e descrive due edifici che si toccano per punti (le “possibili” passerelle) e si uniscono attraverso un vuoto “monumentale”, il foyer. La possibilità di essere al contempo due edifici e un unico organismo offre la possibilità di non fornire risposte scontate dal punto di vista architettonico e di garantire importanti efficienze dal punto di vista gestionale ed energetico e non ultimo di garantire scenari variabili e possibili per l'uso nel tempo dell'edificio, non cristallizzandosi in se stesso come inevitabilmente si presenterebbero due edifici separati.

La scelta tipologica proposta (una lama monolitica che si frammenta “spogliandosi” da nord a sud rivelandosi come due edifici uniti e separati al contempo da un importante foyer a tutta altezza) vuole proporsi non come un'icona autocelebrativa (un objet trouvè) ma un dispositivo percettivo capace di stabilire un valore simbolico attraverso il rapporto che instaura con il contesto e la sua percezione.

Valore simbolico che si ritrova nei seguenti caratteri:

• nella sua disposizione planimetrica, lineare a nord e a sud est per poi deformarsi attraverso tre linee spezzate a nord est; pieghe che rivelano il foyer e il Palazzo delle società aggiunte;

• nella sua materia che si rarefà proteggendo l'edificio a nord e rivelandolo a sud; là dove la pelle cambia, poi si duplica in un sistema di brise-soleil, infine si modifica nella geometria divenendo orizzontale e “ricamata” da alcune specchiature riflettenti e cangianti sino a divenire completamente trasparente;

• il tutto si racconta con chiarezza e coerenza in relazione all'esposizione solare, al layout funzionale e distributivo, alla scelta di non avere un “fronte e un retro” ma uno spartito compositivo capace di creare lo stupore e la meraviglia nella metamorfosi dell'edificio metro dopo metro;

• nell'articolazione delle sue funzioni dove come un codice a barre, si stratifica orizzontalmente nella successione continua dei “due edifici”, uniti dal foyer inciso verticalmente da un “taglio” che diviene un “buco” a due terzi della sua altezza come in un “concetto spaziale” di Fontana.

Nel territorio aperto la luce naturale diviene materia capace di trasformare le percezioni di un paesaggio sia esso naturale o creato dall'uomo. Nella condizione particolare della Fiera, un orizzonte dove la luce si inserisce e si riflette tra bianchi, grigi e punti di colore, essa può diventare una materia cangiante, da nord a sud, da est ad ovest, enfatizzando il colore intenso dell'alba e del tramonto.

Il nuovo edificio si definisce con il colore dell'oro, dove la sua preziosità è riferita al tema della luce solare e dei suoi riflessi, della capacità di definire una atmosfera di trasparenze, opacità, specchiature e semitrasparenze con il suo intorno, nelle prospettive territoriali che attraversano l'area a differenti velocità e in tutte le ore del giorno. Sfumature di oro che si mescolano con i bianchi degli interni, e che rendono senza fine i prospetti nelle ore del mattino e della sera ovvero in quei momenti in cui la luce diventa incidentale lungo le pareti principali, annullandone la percezione dei suoi limiti fisici e confondendolo con la luce naturale.

Un basamento nero e un coronamento verde inquadrano un dispositivo percettivo ed emozionale che rimanda oniricamente all'uso dell'oro nella pittura italiana dal Beato Angelico al contemporaneo Kounellis

La scelta progettuale è stata quella di utilizzare per gli spazi comuni materiali nobili come il travertino, per rivestire le scale interne principali e il marmo Nero tipo Marquina, per il basamento dell'edificio e il pavimento interno dell'atrio, con l'obiettivo di creare l'immediata percezione, sia al visitatore occasionale che al lavoratore, del valore dell'ambiente in cui si trova, attraverso la qualità estetica dei materiali e delle finiture che compongono lo spazio architettonico.

Il colore dei materiali, il nero ed il bianco delle pietre, l'oro della pelle dell'edificio, completa ed enfatizza il messaggio della ricerca della qualità estetica in un continuo e sempre nuovo armonioso contrasto: nero e oro, bianco e nero, bianco e oro…

La “pelle“, avvolge con il suo colore, l'oro, l'intero edificio in modo sempre diverso, frammentandosi lentamente e ordinatamente, svelando a mano e a mano la vera, preziosa e brillante anima di vetro (il “cristallo”), aggiungendo oltremodo qualità estetica all'edificio, ora finalmente percepibile anche da chi è lontano o solo di passaggio.

progetto
Atelier(s) Alfonso Femia con Pietri architects

superficie | surface | area
21.000 m2

costo | coût | cost
32.000.000,00 euro

calendario | calendrier | calendar
progetto | projet | design phase
2008-2010

renderings | images de synthèse
©AF517

modello | maquette | model
Edoardo Miola

note | notes
concorso internazionale ad inviti | concours international sur invitation | international limited competition
progetto vincitore | projet lauréat | winning design
HQE – classe A

fine lavori | livraison | completion date
2010

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