PTP Piano Territoriale Provinciale | Lorella Casola
Coesione x lo Sviluppo Caltanissetta / Italy / 2005
1
Il PTP: dall’idea alla strategia
Gli obiettivi
Il Piano Territoriale Provinciale si pone come piano strategico di area vasta con la funzione di
regolamentare e coordinare le relazioni che questo territorio ha, in primis con l’intero territorio regionale ma
anche con il contesto nazionale ed internazionale a partire dai rapporti e dai collegamenti istituiti o da
istituire con le aree dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.
La formazione del PTP si inserisce in un contesto complesso per quanto riguarda la situazione
socioeconomica poiché la provincia nissena sconta, come l’intero mezzogiorno, il ritardo accumulato rispetto
al resto del paese .
Oggi dunque, a fronte di una scarsa capacità del territorio di generare ricchezza, il Piano Territoriale si deve
fare interprete delle esigenze delle comunità, sia riscoprendo potenzialità perdute sia esplorando nuove
modalità di azione, al fine di riuscire a mettere in gioco le molteplici risorse presenti integrandole tra di loro.
Il PTP inteso come patto strategico per lo sviluppo rappresenta una opportunità per mettere a punto, in
accordo con gli attori del territorio, una manovra strategica sostenibile (economicamente, socialmente,
politicamente e per l’ambiente) che definisca le direttrici di sviluppo e le strategie più adatte con le quali
fronteggiare le nuove sfide e le nuove occasioni che sia il panorama nazionale che quello internazionale
propongono.
Gli obiettivi generali che il P.T.P. elaborato perseguirà sono:
Una maggiore coesione territoriale
La valorizzazione delle risorse naturali-rurali, culturali, ed organizzative del territorio
8
L’obiettivo di maggiore coesione territoriale si basa su due momenti fondamentali: la condivisione degli
obiettivi e la concertazione delle scelte. Questo piano vuole interloquire attivamente e continuamente con gli
attori pubblici e privati, per riconoscere e valorizzare la progettualità e le intenzioni politiche espresse dal
territorio, attraverso la messa in rete dei vari soggetti, l’incrocio tra le politiche territoriali e di settore con i
vincoli e le sostenibilità ambientali.
Attraverso una capillare attività di animazione e mobilitazione territoriale si creeranno le condizioni di
contesto necessarie ad acquisire forza per competere sugli scenari nazionali ed internazionali, rispondendo
all’istanza dettata dalla globalizzazione dei mercati.
Per rendere operativo il processo di coesione auspicato, il procedimento di formazione del piano dovrà
prevede momenti di concertazione verticale tra la Provincia e la Regione, dove la concertazione si definisce
verticale in quanto la Provincia fa proprie gli indirizzi generali regionali; e momenti di concertazione
orizzontale tra la Provincia e i Comuni, in quanto essendo le scelte di piano della provincia “cogenti” e
“strategici” per i comuni, -come auspica la stessa normativa4- è necessario attivare pratiche di
“pianificazione partecipata” per assicurare la condivisione delle scelte, e dunque favorirne l’efficacia.
Questi momenti di Pianificazione partecipata si concretizzano nella istituzione di conferenze di copianificazione
territoriale utili per verificare e ratificare insieme agli enti locali l’esattezza delle analisi
territoriali ed esplorare la possibilità di istituire tavoli di concertazione permanenti, uno per ogni sistema
territoriale individuato. Questi tavoli saranno il luogo di confronto tra i diversi Comuni e tra questi e la
Provincia, confronto da cui verranno fuori gli indirizzi per le azioni che attueranno le strategie del piano.
Il Piano Territoriale Provinciale elaborato introduce strumenti “sperimentali”, per suscitare ed animare un
protagonismo consapevole e responsabile da parte delle Istituzioni locali ed al tempo stesso promuovere la
definizione di politiche, attraverso cui intercettare positivamente i flussi di finanziamento regionale,
nazionale e comunitario.
In quest'ottica si attribuisce al Piano un ruolo concertativo e negoziale espresso soprattutto attraverso:
- la funzione di orientamento, che si concretizzerà attraverso la predisposizione di scenari credibili
di evoluzione sociale, economica e territoriale;
- la funzione di coordinamento, che servirà a gestire i conflitti e favorire la cooperazione tra gli
attori;
- la funzione di assistenza e di supporto tecnico ai comuni, affiancandoli e supportandoli nella fase di
analisi e di conoscenza;
Il secondo obiettivo, ovvero dare rilievo strategico alla valorizzazione delle risorse naturali-rurali,
culturali, ed organizzative del territorio, parte dall’analisi del contesto per portare a valore tutte quelle
esperienze di programmazione “dal basso” che hanno coinvolto i Comuni nisseni in diversi e numerosi
progetti di sviluppo
A partire dalla produzioni tipiche e dalla rilevante presenza a livello Provinciale di Aziende agricole
Biologiche (numero di aziende biologiche è il più alto fra le regioni italiane, seconda solo alla Sardegna)
l’incentivazione e la specializzazione del territorio in questa direzione costituiscono sicuramente una
4 cfr. circolare 11 aprile 2002
9
manovra strategica per ciò che riguarda il rafforzamento del sistema produttivo e l’intera filiera agro
alimentare. Nell’ambito di tale direttrice di sicuro valore sono:
- la valorizzazione dei paesaggi dello spazio rurale e della stratificazione secolare del patrimonio
culturale, religioso, architettonico/urbanistico e produttivo, come elementi strutturali da potenziare
ed agganciare in un quadro complessivo di obiettivi
- La ricerca e l’alta formazione contestualizzata all’innovazione e sperimentazione in campo agro
alimentare
- L’implementazione di un sistema di promozione e comunicazione a supporto del percorso di
specializzazione produttiva intrapreso
Il Piano Territoriale Provinciale, dunque, dovrà essere in grado di implementare sia la coesione territoriale,
sia la valorizzazione delle risorse endogene (agricole, naturali, culturali, ed organizzative) contribuendo a
mobilitare le risorse territoriali da mettere in gioco per raggiungere gli obiettivi individuati.
In questo percorso acquista una valenza determinante la costruzione di una rete di cooperazione e consenso
tra gli Enti Locali, necessaria per dare vita a strategie ed azioni che, quasi sempre, devono superare i limiti
della dimensione comunale e dare il via a processi di aggregazione e collaborazione per trovare efficacia ed
incidere sugli assetti territoriali ed economici dell’area di riferimento.
A partire dalle considerazioni riguardanti il ruolo del P.T.P. ed i principali obiettivi da perseguire, le forti
contraddizioni ed i consolidati ritardi socio economici del territorio rispetto al resto della Nazione fanno
individuare sinteticamente come fine ultimo del Piano proposto il riequilibrio, inteso come riequilibrio
sociale, economico, culturale, strutturale ed ambientale: socio economico nel rispondere all’istanza
occupazionale, di emarginazione sociale e di sicurezza; strutturale nel rispondere all’istanza di efficienza del
sistema di infrastrutturale e di riqualificazione del patrimonio storico architettonico; ambientale nel
proseguire lungo tre direzioni:
la certificazione ambientale del sistema territoriale e delle produzioni in esso implementate
(produzioni biologiche o a lotta integrata)
la promozione dei valori ambientali presenti nel territorio
l’innalzamento della sicurezza, rivolgendo particolare attenzione alla valutazione della pericolosità
determinata dai dissesti dovuti al passato estrattivo ed alle condizioni geologiche del territorio
(rischio idraulico, idrogeologico, etc).
L’idea forza
Partendo dal presupposto che la valorizzazione ed il potenziamento delle identità e delle vocazioni locali
possa essere una risposta alle difficoltà determinate dall’apertura ai mercati internazionali, il progetto intende
recepire le indicazioni dettate nei documenti programmatici europei, nazionali e regionali per quanto
riguarda lo sviluppo locale, e, dando continuità alle esperienze di progettazione integrata gia in atto (PIT,
Patti, Contratto’d’area) propone di consolidare e potenziare la tradizione agricola della Provincia. Il PTP
getta le basi per la creazione di una sistema integrato per lo studio, la ricerca, la sperimentazione e
divulgazione nel settore agroalimentare.
Il Piano riconosce nel sistema agricolo della provincia il “collante” cioè il forte carattere comune ed
unificante su cui poter lavorare per tendere alla definizione di un “sistema territoriale integrato” per
competere sugli scenari locali ed internazionali; costituisce in pratica un campo comune strategico capace di
raccordare le risorse materiali ed immateriali del territorio.
Muovendo dal presupposto che partire dalle risorse territoriali è il fondamento per poter perseguire percorsi
di sviluppo duraturo a cui partecipino ed in cui si riconoscano i diversi attori del territorio.
Il Piano Territoriale sarà “lo strumento” per portare le istanze delle comunità locali nel cuore della
programmazione regionale ricercando, nel rapporto con la Regione Sicilia, quella attenzione e quel concorso
di iniziativa che risulterà determinante per affrontare con successo il percorso di transizione che la comunità
locale deve affrontare per trovare un solido profilo di successo nella scena nazionale ed internazionale.
Gli assi strategici
Poter contare su un preesistente “ambito strategico comune” quale quello rappresentato dal sistema
agricolo e dalle tradizioni, ricco di “saperi” e “culture” ad esso collegate, dà l’opportunità di leggere il
territorio provinciale già in partenza come un sistema complesso.
Proiettare il territorio provinciale di Caltanissetta verso il consolidamento di una identità unitaria,
riconosciuta come sistema integrato di attività e relazioni costruite intorno alla vocazione agricola, equivale
ad attuare una strategia che crei le condizioni favorevoli per rendere il territorio competitivo sia a livello
locale che a livello sovralocale.
A tal ragione, il programma strategico non si limita al potenziamento ed alla specializzazione della filiera
agroalimentare, ma prevede la creazione di una piattaforma di attività integrate che rispondano sia alle
esigenze locali di sviluppo e crescita orizzontale che alle esigenze determinate dalle dinamiche della
globalizzazione. Nell’ambito di tale piattaforma di attività integrate sia le criticità che le opportunità
suggerite dal territorio stesso prendono parte attiva nel disegno strategico di sviluppo: il polo chimico di
Gela, per gran parte dismesso a favore di politiche di sostenibilità ambientale diviene occasione per
riconvertire il patrimonio strutturale industriale in impianti di trasformazione a supporto della filiera agro
alimentare e le aree dismesse divengono occasione per la localizzazione di un centro di ricerca e di sperimentazione dove prendono il via eventi di socializzazione e seminari di settore; lo scalo portuale
suggerisce la realizzazione di una Fiera Commerciale Nissena dove i prodotti ed i risultati raggiunti nella
ricerca divengono occasione di interscambio e di commercio per l’area del mediterraneo; i centri storici, i
castelli ed i nuclei medioevali abbandonati concorrono nella creazione di un sistema integrato di ospitalità e
servizi per il flusso di studenti, ricercatori e tecnici interessati ad approfondire le tematiche di settore ed a
svolgere workshop specifici per conseguire diplomi di alta formazione e specializzazione.
Secondo tali considerazioni di base il progetto prevede la definizione di cinque assi strategici partecipi alla
linea programmatica unitaria, che funzionano essi stessi come sistemi a rete:
1. Il settore agro alimentare come opportunità per sviluppare un modello produttivo innovativo
attraverso la sperimentazione e l’attuazione di sistemi agricoli e rurali frutto di studi ed indagini
specialistiche;
2. La ricerca scientifica e tecnologica, innovazione e sperimentazione applicata a tutte le risorse e le
potenzialità del territorio, impegnando laureandi e giovani laureati sostenuti dai dipartimenti
universitari e da altri centri di ricerca competenti;
3. Sistema di formazione contestualizzato, strutturato sulla domanda del territorio di nuove competenze
tecniche, scientifiche e professionali, sullo scambio di esperienze in ogni settore e sull'acquisizione
di competenze specialistiche;
4. Il patrimonio storico culturale come opportunità sia per valorizzare il territorio nelle sue potenzialità
turistiche sia, e soprattutto, per creare le condizioni utili di contesto per rafforzare l’identità culturale
del territorio
5. Il Sistema di reti relazionali (istituzionali, scientifici, culturali tecnici, produttivi, commerciali, etc.)
sia locali che sovralocali come opportunità e presupposto fondamentale sia per il raccordo e la
coesione territoriale che per proiettare il territorio negli scenari internazionali.
Per portare a valore tutti gli interventi strategici sarà necessario rafforzare il sistema delle infrastrutture come
azione trasversale a tutte le altre e presupposto di contesto necessario a superare l’isolamento geografico e
la scarsa integrazione dovuta a difficili condizioni di mobilità e collegamento tra i comuni della Provincia ed
i circuiti autostradali e di percorrenza veloce del Paese.
1 users love this project
Enlarge image
Il PTP: dall’idea alla strategia Gli obiettivi Il Piano Territoriale Provinciale si pone come piano strategico di area vasta con la funzione di regolamentare e coordinare le relazioni che questo territorio ha, in primis con l’intero territorio regionale ma anche con il contesto nazionale ed internazionale a partire dai rapporti e dai collegamenti istituiti o da istituire con le aree dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. La formazione del PTP si inserisce in un contesto complesso per...
- Year 2005
- Status Competition works
- Type Landscape/territorial planning
comment