Casa Pantelleria Albanese | ASA studio albanese
Pantelleria / Italy / 1998
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Island of Pantelleria, Mediterranean, 12° Est 36°45’ North, 80 sq. Km: a pouring of lava, on the continental shelf of Africa, in the middle of the Sicilian Channel. Thirty miles from Tunisia. An agricultural complex containing a number of dammusi, the typical construction of the local agricultural population, built with double dry-masonry walls in lavic stone and obsidian (100 to 200 cm thick), interspaces filled with rubble (“casciata”): the internal wall supports the vault, the external wall functions as a buttress; a rugged landscape, with severe level variations, each marked by e wall; Mediterranean vegetation (grapevines, olives, holm oaks and prickly pear cacti). On the pre-existing dammusi, which were partially ruined, a series of new spaces have been built using the original construction techniques, concatenated around a volume with an apse, with a vaulted roof (height 4.5 m), organized around a sequence of enclosed courtyards that can be used in the summer. The compact character of this allusive village is contrasted by the openness, defined by a simple stucco wall, of the swimming pool, whose border marks the profile of the sea.
A succession of material identifies the interior: bare stone indicates pre-existing elements. A long pathway in tufa, bordered by a stone wall, leads to e depression 16 metres below the level of the house. At the centre of this volcanic depression, terraces have been built to create an open-air theatre.
[ITA] - La casa di Pantelleria è il buen retiro di Flavio Albanese, un rifugio estivo immerso nel nero e impervio paesaggio della pietra vulcanica di Pantelleria.
Il progetto è risultato del recupero di un borgo di abitazioni tipiche, i dammusi, (costruzioni con doppi muri a secco di pietra lavica e ossidiana con intercapedini di detriti) adagiati su una collina con notevoli dislivelli, dal quale si intravvede, a trenta miglia di distanza, la costa africana.
Ai dammusi esistenti e recuperati, sono state integrate, con calibrata miscela progettuale, una serie di nuove addizioni realizzate con tecniche e materiali tradizionali.
Si tratta di un approccio che Flavio Albanese definisce “innocente”: “è innocente un progetto che non nuoce, non sottrae nulla al paesaggio, aggiungendovi solo dei frammenti”.
Si genera così una kasba, una matrice quasi-urbana, definita dall’alternanza di volumi, di corti interne e di saloni e sale da pranzo all’aperto protette da tende di tela o da tetti di palme.
L’intero organismo si sviluppa attorno a un corpo di fabbrica centrale, di forma absidale con copertura a botte chiamata Basilica, che ospita lo spazio padronale. La densità compatta della matrice mediterranea si risolve infine nell’ampia piazza in battuto di tufo, dove una piscina a sfioro lunga 25 metri ha come unico limite l’orizzonte e il panorama del Mediterraneo.
Un lungo camminamento in tufo collega questi edifici a altri piccoli dammusi-stanze per gli ospiti, e più in là, conduce a un dislivello generato da una depressione vulcanica, da cui è stata ricavata l’arena che, nelle notti d’estate, offre spettacoli e cineforum all’aperto.
La casa di Pantelleria, come ogni organismo vivo, si modifica e cambia nel tempo.
Se il primo approccio era all’insegna del recupero di suggestioni etnico-mediterranee, oggi la casa/kasbah di Pantelleria manifesta maggiori soluzioni architettoniche contemporanee, in una equilibrata fusione di tradizione e innovazione.
La contemporaneità, tra l’altro è sempre stata di casa da queste parti. Anche sotto forma di opere d’arte: l’installazione site specific “Scirocco circle” di Richard Long, le fotografie di Helmut Newton e di Christian Boltansky, le opere di Bartolini e di Sozzi, l’installazione di Olafur Eliasson sono solo alcuni degli oggetti d’arte provenienti dalla ricca collezione di Flavio
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Island of Pantelleria, Mediterranean, 12° Est 36°45’ North, 80 sq. Km: a pouring of lava, on the continental shelf of Africa, in the middle of the Sicilian Channel. Thirty miles from Tunisia. An agricultural complex containing a number of dammusi, the typical construction of the local agricultural population, built with double dry-masonry walls in lavic stone and obsidian (100 to 200 cm thick), interspaces filled with rubble (“casciata”): the internal wall supports the vault, the external wall...
- Year 1998
- Client Flavio Albanese
- Status Completed works
- Type Single-family residence
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