NU Hotel

Milan / Italy / 2012

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Nessun elemento presente all’interno della struttura è convenzionale o seriale, si fugge qualsiasi possibile standardizzazione del prodotto. Ogni dettaglio è ideato e creato in maniera artigianale, seguendo un disegno che si trasforma in progetto sartoriale per NU Hotel. I tagli irregolari delle camere e degli spazi comuni, il gioco delle misure fuori scala, dei contrasti materici tra le aree esterne, grezze e ruvide, e la delicata domesticità delle stanze, fatta di leggerezza e candore visivo, sono gli elementi predominanti di questo linguaggio e innestano un meccanismo di complementi che si intersecano tra loro, a volte in forte contrapposizione per forme, dimensione e irregolarità, ma armoniosi in un’unica visione delicata, naturale ed avvolgente. Ogni elemento vive di complementarietà con tutto il resto. L’ispirazione così prende forma e crea il primo vero contrasto col grande parallelepipedo nero, solido monolitico della struttura esterna, con le sue finestre allineate come una rigida ripetizione di celle fuori scala. Il contrasto nasce dall’ antagonismo col cavedio, un grande “buco” che seziona in verticale l’intera struttura, rompendone gli schemi e le rigidità perimetrali, garantendo la percorribilità dello spazio interno secondo percorsi irregolari. Il cavedio rappresenta l’anima del Nu Hotel, il cuore pulsante che mette in relazione le aree comuni, da cui si diramano, come scorci irregolari, gli otto corridoi che portano alle stanze. Anche in questa cavità, fatta di ruvidità, ferro, pareti sabbiate ed erose, sorprende la contrapposizione con la scultura di lampadine che dal tetto si calano fino al piano terra in una pioggia di calda e delicata domesticità. Le trentotto camere sono tutte diverse per forme, taglio e dimensioni, ricche di ricercati contrasti. Ogni elemento è fuori misura: le lampade macro “Sonora “ di Vico Magistretti per Oluce dominano i letti sospesi che, a loro volta, evocano una forte sensazione di leggerezza. Così anche gli armadi, alleggeriti delle ante, riducono all’essenza il concetto stesso di armadio, trasformandosi in semplici aste appendiabiti, così da permettere di vivere tutto lo spazio disponibile. Le enormi finestre fuori scala consentono poi alla luce naturale di permeare e amplificare lo spazio fruibile. L’utilizzo all’interno delle stanze di quaranta tipologie di tappezzerie diverse per toni cromatici (dal panna all’oro, dal rosso al viola, fino al verde e al nero) e per fantasie ,seppur rappresenti una forte citazione della domesticità neo borghese, non segue la volontà di uniformare la scelta ad un unico linguaggio. Ognuna, senza esclusioni, ha una valenza duplice di forza e delicatezza e garantisce in ogni singola stanza un diverso effetto emotivo. Morfologicamente differenti, con giochi cromatici e diverse esposizioni di luce: ogni camera è un mondo a sé con una propria storia da raccontare. La ricerca materica sviscera l’essenza dei materiali: così ecco la scelta dell’ intonaco esterno nero eroso e “spugnato”, il cemento armato bocciardato, cosi spoglio e nudo da renderlo quasi una texture, le porte delle camere carbonizzate che rappresentano per eccellenza l’antimatericità proponendo qualcosa che non c’è più. E poi i rivestimenti delle pareti interne: i colori in contrasto con l’esterno, candidi sabbia tono su tono, che richiamano il brutalità della materia, con sabbiature irregolari, buchi o piccoli solchi. Il Nu Italian Restaurant è posto al 6° piano sulla terrazza a cielo aperto. È una gemma trasparente, creata con sei pareti di vetro alte 5 mt , icona della cucina contemporanea che offre. Il suo disegno è poco ostentato, ma cela una forte e colta progettualità che emerge nell’utilizzo dell’acciaio inossidabile per le lampade e i complementi d’arredo, archetipo dell’ internazionalità del ristorante, e nella lavorazione dei pavimenti, citazione esplicita del seminato veneziano delle Ville Palladiane del 400-600, la cui finitura arcaica viene però inserita in un contesto urbano moderno. Il ristorante è nudo, spoglio, in completa trasparenza per raccontare la domesticità e il calore del suo interno, dato dai tavoli in foglia d’oro zecchino, dalle sedie color sabbia/fango e dalla pioggia di lampade a soffitto. L’unico volume di questo spazio è rappresentato dal cavedio rivestito in bottiglie di vino. Il ristorante, si affaccia sul mercato con una proposta di CONTEMPORARY FOOD: cucina prevalentemente italiana con qualche eccellenza dal panorama internazionale. Lo chef, Alessandro Chiesa, ha abbracciato lo stile e i valori del marchio NU già noti per la ristorazione asiatica, e tradotti in proposte nuove, semplici ma allo stesso tempo ricercate, puntando sulla qualità delle materie prime. Come una corona intorno al ristorante c’è il terrazzo interamente in tek, dove si riconoscono i perimetrali del monolitico. I tavolini sono gettati a coriandolo, rievocando il “caotico” ordine naturale delle cose. Il progetto del Nu Hotel, in estrema sintesi, vuole rappresentare l’idea di semplicità, raccontare una verità pulita ed essenziale senza veli , univoca e inequivocabile. La visione della verità, comprensibile ed accessibile a chiunque.
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    Nessun elemento presente all’interno della struttura è convenzionale o seriale, si fugge qualsiasi possibile standardizzazione del prodotto. Ogni dettaglio è ideato e creato in maniera artigianale, seguendo un disegno che si trasforma in progetto sartoriale per NU Hotel. I tagli irregolari delle camere e degli spazi comuni, il gioco delle misure fuori scala, dei contrasti materici tra le aree esterne, grezze e ruvide, e la delicata domesticità delle stanze, fatta di leggerezza e candore...

    Project details
    • Year 2012
    • Work finished in 2012
    • Client Massimo Gao
    • Status Completed works
    • Type Hotel/Resorts
    • Websitehttp://www.nu-hotel.com
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