Casa per il cantautore Adolfo De Cecco | SAUDprojects

Pescara / Italy / 2011

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L’abitazione si trova all’ultimo piano di una delle due torri della cittadella residenziale, commerciale e direzionale voluta dagli imprenditori De Cecco sull’area del vecchio mulino. Pensato e disegnato dall’architetto spagnolo Oriol Bohigas, vincitore del concorso internazionale di progettazione Portanuova 2000, l’edificio si è ritagliato un ruolo da protagonista nella nuova skyline della città di Pescara, offrendo una visuale privilegiata ed esclusiva su tutta la piccola metropoli medio-adriatica. Nel disegnare gli interni dell’abitazione, i progettisti dello studio SAUD projects, hanno voluto proseguire il dialogo fra modernità e tradizione che caratterizza l’immagine dell’edificio. Questa scelta non deriva da una semplice impostazione metodologica ma da un confronto aperto e continuo con il committente, il quale ha portato allo studio riferimenti stilistici tratti dalle tendenze coutry e vintage ma con tutte le esigenze dell’abitare contemporaneo. L’insieme è il frutto di un controllo continuo del dettaglio, svolto in studio nella fase progettuale ed in cantiere nella fase esecutiva, che ha impegnato gli architetti in una comunicazione continua e serrata con aziende, tecnici ed artigiani. Infatti, esclusi alcuni elementi complementari, come la lampada-arco di Achille Castiglioni, tutti i sistemi e gli elementi architettonici, tecnologici e di arredo sono il frutto di una progettazione su misura tagliata sulle esigenze del committente, il quale si è reso disponibile a una mediazione fra i propri riferimenti stilistici e culturali e quelli propri dell’architettura contemporanea. L’abitazione, di circa 80 metri quadrati, è divisa in un blocco notte, con camera, studio e due bagni e un blocco giorno composto da cucina, living e dining. I sistemi di divisione degli ambiti funzionali sono stati progettati in modo tale da rispondere ai requisiti tecnologici richiesti ma senza mai rappresentare una cesura della continuità spaziale, in particolare nella zona giorno. Questa, infatti, è assimilabile ad un open space, in cui la separazione fra living e dining avviene attraverso una semplice lastra di vetro stratificato e serigrafato che funge da schermatura visiva, pur non ostacolando il passaggio della luce dalle ampie vetrate della sala da pranzo al soggiorno. La divisione fra ingresso, cucina e soggiorno avviene attraverso un semplice prisma di vetro black pearl e un sistema di pannelli scorrevoli a scomparsa a tutta altezza di vetro opaco. Questa soluzione permette la massima flessibilità di uso ed al contempo rende possibili le configurazioni aperta e chiusa della cucina senza mai ostacolare il passaggio di luce e, quindi, senza mai rompere l’unità dello spazio della zona giorno. E’ chiaro, dunque, che la luce è stata trattata come elemento principale del progetto, non solo attraverso il gioco delle trasparenze, ma soprattutto attraverso il gioco delle riflessioni. Avere sistemi di separazione e di chiusura riflettenti, infatti, porta lo spazio a improvvise dilatazioni, introduce scorci inattesi, modula i colori in modo sempre sorprendente. Attraverso il gioco delle riflessioni, inoltre, lo spazio interno riesce a cogliere, a riverberare ed amplificare il mutare delle condizioni di luce esterne, realizzando una ideale continuità percettiva fra interno ed esterno ma sempre soddisfacendo il bisogno di intimità, riparo e riservatezza propri di una abitazione. L’approccio progettuale, basato sull’utilizzo di forme minimali, realizzate con la minima quantità di materiale, improntato alla ricerca della leggerezza e della continuità spaziale si è tradotto in una precisa strategia progettuale. Infatti, rimanendo nella zona giorno, tutte le attrezzature sono collocate sul perimetro creando concentrazioni di massa fortemente centrifughe e lasciando libero e integro lo spazio centrale nel quale, come detto, gli unici elementi fissi sono una lastra e un prisma di vetro. E’ sulle concentrazioni di massa che gli architetti hanno lavorato per introdurre gli elementi stilistici voluti dal committente. In particolare si sono concentrati sulla scelta dei materiali. Alla leggerezza, alla levigatezza e alla lucentezza del vetro, hanno affiancato, in un dialogo contrappuntistico, la consistenza materica del rovere chiaro del parquette e del controsoffitto, del rovere scuro degli elementi di arredo, della pietra della parete attrezzata del soggiorno. Questi elementi, insieme al controsoffitto cassettonato di rovere scuro e al rivestimento in pelle delle pareti della camera da letto contribuiscono a creare una gradevole mutevolezza delle percezioni tattili e olfattive oltre che visive. Particolare cura e stata rivolta alla progettazione illuminotecnica. Nella scelta dei corpi illuminanti puntiformi gli architetti hanno preferito piantane e abat-jours accuratamente selezionate fra le creazioni delle più prestigiose firme del design italiano, escludendo l’uso di corpi illuminanti sospesi. L’illuminazione dall’alto è stata affidata a lampade a LED per la componente diffusa e a faretti alogeni per la componente diretta. Nella collocazione dei dispositivi illuminanti i progettisti hanno prestato molta cura non solo al raggiungimento del massimo confort visivo, ma anche alla integrazione fra illuminazione e disegno architettonico. I faretti, infatti, sono stati incassati nei controsoffiti in cartongesso e le lampade a LED sono state inserite nelle fenditure luminose che corrono fra le pareti verticali e i controsoffitti. Ovviamente le scelte impiantistiche sono state finalizzate alla massima facilità di gestione dell’illuminazione che deve adattarsi ai diversi usi degli spazi e alle diverse atmosfere della vita domestica. Il compito progettuale più delicato, tuttavia, ha riguardato la parte simbolica e comunicativa del progetto. Il committente ha espressamente chiesto allo studio SAUD projects di conferire allo spazio centrale dell’abitazione la funzione di supportare la sua attività cantautorale, e soprattutto di rappresentare la sua dimensione artistica. Oltre alle problematiche prettamente tecniche legate all’acustica, in cui il legno ha giocato un ruolo determinante, il compito più impegnativo è stato quello di inserire con sensibilità elementi iconici fortemente caratterizzanti. Anche in questo caso la trasparenza è stata risolutiva. Le chitarre sono state posizionate dietro un sistema di pannelli scorrevoli complanari a tutta altezza in vetro che le rende più o meno visibili in base all’angolo visuale. L’immagine di Fabrizio De Andrè è stata inserita come serigrafia sul vetro stratificato che divide dining e living e cioè come elemento immateriale, aereo, sospeso nello spazio e non semplicemente ancorato a un supporto rigido. Lo spazio, in questo modo, vibra come vibra la luce che da quella icona viene riverberata e amplificata, si colora dei rossi dei mattoni del terrazzo, dei verdi dei colli pescaresi, dei bianchi delle vette imponenti dell’Appennino abruzzese.
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    L’abitazione si trova all’ultimo piano di una delle due torri della cittadella residenziale, commerciale e direzionale voluta dagli imprenditori De Cecco sull’area del vecchio mulino. Pensato e disegnato dall’architetto spagnolo Oriol Bohigas, vincitore del concorso internazionale di progettazione Portanuova 2000, l’edificio si è ritagliato un ruolo da protagonista nella nuova skyline della città di Pescara, offrendo una visuale privilegiata ed esclusiva su tutta la piccola metropoli...

    Project details
    • Year 2011
    • Work finished in 2011
    • Status Completed works
    • Type Apartments / Interior Design
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