V.House

Per il progetto della V.House si chiedeva di costruire una casa a padiglione, sviluppata su un unico livello, su una collina del Cilento, immersa nei vigneti a 250 metri sopra il livello del mare. Un luogo suggestivo che dialoga in maniera diretta con il paesaggio circostante, formato da colline e con il Mediterraneo che si adagia in lontananza.

A impregnare la vicenda di mistero, inoltre, è stata l’esplicita richiesta non solo di restare nell’anonimato, ma anche di posizionare il manufatto in modo che fosse a conoscenza di poche e selezionate persone. Il tema, però, ha degli aspetti singolari, poiché all’esigenza di privacy si affiancava il desiderio di avere una casa molto bene identificabile. Un’esigenza che suonava come un ossimoro. La sfida più grande era quella di coniugare il tutto in una maniera che fosse più economica possibile, dato il budget molto limitato messo a disposizione.

Tutto il progetto è stato concepito come un lavoro artigianale fatto con un’impresa locale.

L’ingresso si apre in un grande salone, rivestito di piastrelle bianche che si oppongono al tono dorato del controsoffitto, che divide la zona notte da un lungo corridoio che conduce alla cucina.

Il corridoio è immaginato come una sorta di propaggine che termina con una finestra ad angolo, un occhio che guarda verso la “Terrazza del Cilento” a Trentinara.

Sul prospetto sud, a collegare l’interno con l’esterno, sono state realizzate delle profonde aperture con degli imbotti bianchi. Un sistema di supporto allo sguardo, per regalare a chi è chiuso nell’abitazione una vista privilegiata verso il panorama. Una sintonia tanto forte con il paesaggio che si è preferito mantenere intatto un vecchio ulivo incastonato nello stesso prospetto.

Nello stesso modo in cui si è dovuto creare il collegamento tra dentro e fuori, era necessario creare anche un isolamento dall’esterno data la struttura che poggiava direttamente a terra provocando dei problemi di umidità di risalita. Per ovviare a questo problema è stato creato un colonnato di tubi arancioni in pvc che funzionano sia da camera d’aria protettiva che da aumento dello spessore murario, così da accrescere l’inerzia termica. Oltre ad avere dei caratteri tecnici, questi elementi rudimentali utilizzati nei cantieri e spesso abbandonati, ricordano delle lesene, che ravvicinate l’una con l’altra diventano altro, una facciata “di scarto”, come a formare un guscio protettivo che non tocca mai a terra. È da questi dettagli che si palesa la capacità dei progettisti di guardare la realtà con occhi diversi dando nuovi significati agli oggetti. Lo stacco dal suolo è ottenuto tramite l’utilizzo della ceramica decorata in blu. Un elemento Mediterraneo che si ripete in bianco all’interno come a formare una grotta in ceramica per custodire la vita che si consuma nell’abitazione.