Casa C | Francesco Alongi

Il progetto di seguito illustrato, relativo ad un fabbricato esistente e realizzato in aderenza, è ubicato nel centro abitato di Grotte, in un tessuto caratterizzato da edifici eterogenei per natura qualitativa e periodo di realizzazione.

La ricostruzione sul sedime originario del fabbricato, risalente agli anni ’50, è stata effettuata con la quasi totale demolizione e sopraelevazione. L’edificio preesistente si sviluppava su due livelli: al piano terra un ampio locale, diviso in tre vani, che costituiva un deposito ed al piano primo l’abitazione, con accesso dal lato sud. Le condizioni oramai fatiscenti, conseguenza di un prolungato stato di abbandono dell’immobile, ed un’organizzazione degli spazi interni poco funzionale hanno determinato una nuova configurazione che tenesse conto sia delle esigenze della committenza che delle caratteristiche del piano di sedime.

La valorizzazione del manufatto all’interno del costruito, nel rispetto degli obiettivi paesaggistici, ha rappresentato l’elemento trainante dell’intero iter progettuale; ciò ha permesso la valorizzazione e riproposizione di alcuni caratteri compositivi dell’edificio preesistente. Inoltre, l’intero processo compositivo è stato guidato dalla volontà di creare un rapporto risolutivo con la strada, garantendo la continuità del tessuto urbano preesistente e dei percorsi pedonali.

Si è cercato, grazie al potenziale edificatorio che ne ha determinato un aumento di volume, di creare una nuova architettura fortemente legata al contesto grazie alla linearità e la purezza delle forme aggettanti interamente intonacate che riutilizza in forma contemporanea alcuni caratteri salienti dell’esistente, prova ne è la stessa sagoma dell’edificio che si propone come spartiacque fra il tessuto urbano e viario preesistente grazie alla sua posizione privilegiata. L’edificio è dunque il risultato della commistione tra la geometria originaria dello stesso ed un gioco volumetrico di pieni e vuoti.

Nonostante la possibilità di edificare interamente all’interno della sagoma dell’edificio preesistente, si è preferito interrompere la continuità del prospetto sud al fine di enfatizzare l’ingresso secondo il principio dell’arretramento.

Il nuovo edificio, destinato a residenza unifamiliare, si sviluppa su tre elevazioni. Al piano seminterrato è presente un garage, con accesso dalla via Cavour; la zona diurna si trova al piano sopraelevato, con ingresso in via Acquanova, ed è composta da cucina, pranzo/soggiorno, bagno e lavanderia; infine, la zona notte ubicata al primo piano, accessibile dalla scala a giorno interna, è composta da due camere singole, un bagno ed una camera matrimoniale con annessa cabina armadio.

Il bianco caratterizza l’involucro esterno accentuando il contrasto luce/ombra derivante dagli elementi aggettanti e dalle logge, queste ultime rese trasparenti mediante l’utilizzo di parapetti in vetro che garantiscono una maggiore dinamicità tra interno ed esterno. Gli interni presenteranno un’ampia varietà cromatica dei materiali basata sul rapporto chiaro-scuro.

Attraverso un’attenta analisi dei luoghi e delle tracce esistenti, si è voluto proporre una composizione volumetrica per certi versi tradizionale, ma allo stesso tempo un elemento di architettura contemporaneo lontano da logiche di modelli stereotipati.