Piscina Olimpionica nel Parco dell'ex Ippodromo | Marco Mattei Architetto

Il progetto prevede il recupero urbanistico della vasta area a verde dell'ex Ippodromo (Parco della Liberazione) e la realizzazione, al suo interno, della nuova Piscina Olimpionica provinciale promossa dal CONI. Nuoto, pallanuoto, tuffi, palestra, sauna, centro fitness ma anche pista per pattinaggio, piscina per bambini, area giochi, un ristorante e una caffetteria immersi nel verde; sono queste le principali funzioni previste nel nuovo centro sportivo che si sviluppa nel cuore del parco, per una superficie complessiva di mq 18.000 e una superficie utile di mq 3.000. Con questo progetto il Comune di Prato e il Comitato Provinciale del CONI attivano la riqualificazione di uno dei più importanti complessi sportivi della città: un’architettura ecologica, compatibile con l’ambiente e costruita con criteri di risparmio energetico. Per favorire il più armonico inserimento della nuova struttura nel verde (il parco dell’ex Ippodromo comunale), la struttura di copertura, in legno lamellare, è stata concepita con una forma curvilinea che rimanda, metaforicamente, all’idea di un’onda d’acqua che s’infrange sul parco. La struttura in legno si inserisce con equilibrio e discrezione nel parco, esaltando il dialogo tra architettura e natura. Una lunga parete vetrata a controllo solare (“curtain wall”) prospetta il giardino e costituisce il limite fisico che separa l’interno dall’esterno. Anche le altre due pareti di tamponamento laterale sono costituite da vetrate termiche e sono strutturalmente sorrette da una sequenza di lame, anch’esse in legno lamellare, poste ad interasse di ml 4. Queste vetrate sono state concepite per essere apribili nella stagione estiva, con un sistema a scomparsa su binari paralleli, in modo da favorire il rinfrescamento dovuto al ricambio naturale dell’aria all’interno della piscina e le relazioni di scambio tra interno ed esterno, tra l’attività natatoria, la balneazione solare e le altre attività che si svolgono nel parco.

(collaboratori: M. Nardini, G. Screpanti)