Realizzazione di un giardino verticale indoor presso il ristorante Buff di Roma

L’idea di realizzare un giardino verticale all’interno del ristorante Buff è nata perché, i titolari dell’azienda agricola Favella in Calabria (http://www.torresaracena.com/azienda/ ) volevano presentare la produzione dei loro prodotti in un modo innovativo.
Questi infatti vengono realizzati nel rispetto della natura anche grazie all’utilizzo di fonti di energia pulita che alimenta le serre dove sono coltivati.
La prima città scelta per questo progetto fu Roma e in particolare l’iconico quartiere Trastevere.
Per dare forma all’idea fu coinvolto lo studio d’architettura Laboratorio di Architettura Ecologica http://www.architetturaecologica.net/ con gli architetti Ilaria Parenti, Lucia Corti e Fabio Falchi, mentre per la proprietà Favella il dott. Antonio Spina.
Si voleva realizzare un locale che racchiudesse elementi naturali, oltre che potesse ospitare e valorizzare al suo interno i prodotti che giornalmente venivano consegnati dall’azienda agricola.
Per ottenere ciò si pensò ad un grande giardino verticale posto frontalmente dell’entrata, per coinvolgere emozionalmente il cliente fornendogli da subito un senso di benessere visivo, olfattivo e inconscio. Qui sono collocati i primi tavoli dove è possibile mangiare o nelle prime ore della mattina, prendere una colazione. Difronte al bancone centrale si è realizzata una parete che riproduce la pietra della lavagna sulla quale si può scrivere con dei gessi. Proseguendo si trova una parete rivestita con la paglia e il muso di un vecchio camioncino di lavoro.
Il nome scelto del ristorante è Buff (http://www.ilbuff.it/) per ricordare uno dei prodotti più significativi dell’azienda, la mozzarella di bufala.
Il concept pensato da Laboratorio di Architettura Ecologica a riguardo del giardino verticale (vedi allegato RIZ_concept book copia 2) immaginava una parete vegetale che accogliesse sotto di lei, in appositi espositori, i prodotti ortofrutticoli che giornalmente giungevano dall’azienda agricola.
Allo sviluppo dell’idea si sono affiancati la Verde Profilo, con l’arch. Laura Rusconi, e la Sistema Ufficio, con l’arch. Giulia Coco e il sig. Alessandro Mazzola, che in sinergia con l’arch. Ilaria Parenti di Laboratorio di Architettura si è giunti al lay-out definitivo e il relativo progetto orto botanico (vedi allegato RIZ 2).
La realizzazione della parete vegetale si può considerare a tutti gli effetti equivalente alla produzione di un abito sartoriale.
Si comincia infatti con il circoscrivere il muro perimetrale con apposite canaline di raccolta dell’acqua di bagnatura, si prosegue fissando una sottostruttura metallica alla quale verranno posti pannelli di forex (materiale plastico che isola l’umidità e sopporta agevolmente l’acqua) opportunamente sagomati. Sul forex viene steso un particolare tessuto che non imputridisce, sul quale si radicheranno le essenze vegetali. Si dispongono in quantità adeguate le linee di ali gocciolanti che avranno il compito di portare l’acqua e il nutrimento alle piante. L’impianto di irrigazione si compone di un serbatoio di scambio dove l’acqua proveniente dall’adduzione principale, si miscela con il fertilizzante idrosolubile, contenuto in un dosatore. Questo è attivato nelle opportune quantità da una centralina elettronica che comanda i tempi e i modi di bagnatura del giardino verticale.
Una volta terminata la parete verde, il collaudo è avvenuto circa tre settimane dopo, tempo necessario alle essenze di radicarsi e iniziare a vegetare.
Su Facebook si trovano sia il ristorante Buff, lo studio Laboratorio di Architettura Ecologica e la Verde Profilo.