Sant'Arcangelo, intervento di architettura paesaggistica e ambientale
riqualificazione della zona periurbana Val di Peste Sant'Arcangelo / Italy / 2008
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La valle di Peste si sviluppa sull’asse sud-nord, presentandosi come una spaccatura verde nel paesaggio prevalentemente bianco dei calanchi. A monte, verso sud, le fa da corona l’antico paese di Sant’Arcangelo, a nord sfocia nella Val d’Agri. Nel punto di congiunzione tra le due valli, verso est si sviluppa il rione di San Brancato, moderna e disordinata espansione del comune di Sant’Arcangelo.
I fianchi della valle, sono costituiti dal terreno argilloso tipico dei calanchi, quello occidentale è più vegetato, quello orientale, con un crinale più costruito, scende ripidamente verso il fondovalle.
Il fondovalle negli anni ’90 è stato riempito con un reinterro di argilla, per uno spessore di circa tre metri. Sul territorio sono presenti delle grotte che nel corso del tempo sono state utilizzate come ricoveri anche con l’aggiunta di manufatti edilizi. Il verde è formato da piccoli boschetti spontanei alternati a zone a prato e piccoli appezzamenti coltivati.
La valle versa in uno stato che il bando stesso del concorso definisce “un’area periurbana degradata”. Gli elementi di degrado più macroscopici sono costituiti da una gestione incontrollata e spontanea del territorio, sia con uno sviluppo edilizio scriteriato sia con la gestione del territorio a verde, da parte di singoli cittadini che autonomamente, spinti da necessità, vedendone l’abbandono, hanno avviato delle piccole coltivazioni.
Il nostro progetto intende cogliere queste energie spontanee e armonizzandole in un piano coordinato di interventi trasformarle in punti di forza per uno sviluppo equilibrato del territorio.
Il progetto si articola in una prima fase che risponde alle richieste del bando di concorso e che si pone come motore per innescare profonde mutazioni introducendo un concetto di uso concertato del territorio.
I fianchi della valle verranno consolidati secondo tecniche agronomiche e di ingegneria naturalistica. Sul versante occidentale verrà realizzato un nuovo percorso ciclo-pedonale che in parte ricalca antichi tracciati. Questo percorso, a mezza costa, intercetterà anche le acque meteoriche convogliandole nei ricettori naturali più idonei. Sul versante orientale, viene recuperato un percorso esistente e verranno realizzate tre aree di sosta e di osservazione del paese storico, del parco dei Calanchi e dell’avifauna.
Nel fondovalle verrà realizzato un parco agricolo, con una superficie di 4,5 ettari. Avrà un disegno a zolle che si rifà al disegno delle placche del leggendario drago dell’Agri, ma che graficamente rimanda anche a un Cretto di Burri. Le linee di separazione delle diverse zolle, che avranno colori differenti a seconda delle destinazioni (aree agricole con diverse colture, intervallate ad aree a gioco) saranno dei sentieri dimensionati adeguatamente per permettere anche il passaggio alle macchine agricole. Il parco agricolo, verso sud, dove il terreno risale verso il borgo antico di Sant’Arcangelo, terminerà con un piccolo teatro di verzura: verrà realizzato sfruttando una cavea naturale già esistente e sarà sia un luogo per spettacoli all’aperto sia semplicemente uno spazio per il riposo e il gioco. Parco agricolo e teatro potranno utilizzare per il ricovero di attrezzature e altre necessità gestionali le grotte esistenti che saranno opportunamente adattate.
Tutti i percorsi saranno variamente attrezzati, con aree a gioco e zone per la sosta con panchine. Dove necessario, lungo i bordi scoscesi dei percorsi, gradoni erbosi del teatro di verzura, saranno realizzati dei sistemi di ritenzione del terreno con le viminate. Con la stessa tecnica verranno realizzati anche i parapetti di ponti e passerelle: le viminate, elemento ricorrente nel paesaggio diventerà anche un segno grafico unificante del parco.
Tutto il sistema illuminante di percorsi, teatro e aree giochi, sarà realizzato con l’impiego di elementi a bassissimo consumo quali lampade a super led e tubi elettroluminscenti; sarà alimentato da aerogeneratori elicoidali ad asse verticale con cellule fotovoltaiche montati su pali e avrà anche un forte effetto visivo collegando e uniformando tutto il sistema parco.
Un altro capitolo fondamentale del progetto riguarda le scelte che opera in campo botanico e agricolo. Per il parco agricolo si intende organizzare e guidare quei gruppi di cittadini che già in modo spontaneo se ne erano appropriati, così che possano gestire le diverse “zolle” sulla base di precise indicazioni che privilegiano criteri di coltivazione biologica e rotazione delle colture.
Per il verde a parco, in molti punti contaminato da specie esotiche il progetto prevede di intervenire seguendo un criterio di non aggressione, tollerando e mantenendo l’esistente e incrementando la vegetazione con l’impianto di specie locali quali l’olivo, la roverella, il pero comune, il corbezzolo e il melograno. Le nuove piantumazioni, distribuite seguendo le diverse destinazioni delle aree del parco, saranno costantemente monitorate e eventualmente verranno introdotti i necessari correttivi.
Questo progetto si colloca all’interno delle direttive del Piano Operativo della Val d’Agri e in collegamento ideale con il parco letterario Carlo Levi. Vuole anche collegarsi al progetto “Città della Pace” di Betty Williams che potrebbe avere qui un ulteriore sviluppo individuando proprio nella Val di Peste le possibilità di inserimento di alcuni nuclei familiari trovando sia una possibile soluzione per la residenza sia una prospettiva lavorativa all’interno del parco agricolo.
Il progetto delinea anche una possibile seconda fase di sviluppo che si pone come obiettivo l’indipendenza del sistema energetico e idrico del parco, mediante la creazione di due bacini di raccolta delle acque piovane (nella prima fase se ne prevede lo scavo solo per una profondità di poche decine di centimetri in modo da poterne valutare bene l’impatto ambientale) e il potenziamento dei generatori eolici, sempre del tipo elicoidale ad asse verticale.
I fianchi della valle, sono costituiti dal terreno argilloso tipico dei calanchi, quello occidentale è più vegetato, quello orientale, con un crinale più costruito, scende ripidamente verso il fondovalle.
Il fondovalle negli anni ’90 è stato riempito con un reinterro di argilla, per uno spessore di circa tre metri. Sul territorio sono presenti delle grotte che nel corso del tempo sono state utilizzate come ricoveri anche con l’aggiunta di manufatti edilizi. Il verde è formato da piccoli boschetti spontanei alternati a zone a prato e piccoli appezzamenti coltivati.
La valle versa in uno stato che il bando stesso del concorso definisce “un’area periurbana degradata”. Gli elementi di degrado più macroscopici sono costituiti da una gestione incontrollata e spontanea del territorio, sia con uno sviluppo edilizio scriteriato sia con la gestione del territorio a verde, da parte di singoli cittadini che autonomamente, spinti da necessità, vedendone l’abbandono, hanno avviato delle piccole coltivazioni.
Il nostro progetto intende cogliere queste energie spontanee e armonizzandole in un piano coordinato di interventi trasformarle in punti di forza per uno sviluppo equilibrato del territorio.
Il progetto si articola in una prima fase che risponde alle richieste del bando di concorso e che si pone come motore per innescare profonde mutazioni introducendo un concetto di uso concertato del territorio.
I fianchi della valle verranno consolidati secondo tecniche agronomiche e di ingegneria naturalistica. Sul versante occidentale verrà realizzato un nuovo percorso ciclo-pedonale che in parte ricalca antichi tracciati. Questo percorso, a mezza costa, intercetterà anche le acque meteoriche convogliandole nei ricettori naturali più idonei. Sul versante orientale, viene recuperato un percorso esistente e verranno realizzate tre aree di sosta e di osservazione del paese storico, del parco dei Calanchi e dell’avifauna.
Nel fondovalle verrà realizzato un parco agricolo, con una superficie di 4,5 ettari. Avrà un disegno a zolle che si rifà al disegno delle placche del leggendario drago dell’Agri, ma che graficamente rimanda anche a un Cretto di Burri. Le linee di separazione delle diverse zolle, che avranno colori differenti a seconda delle destinazioni (aree agricole con diverse colture, intervallate ad aree a gioco) saranno dei sentieri dimensionati adeguatamente per permettere anche il passaggio alle macchine agricole. Il parco agricolo, verso sud, dove il terreno risale verso il borgo antico di Sant’Arcangelo, terminerà con un piccolo teatro di verzura: verrà realizzato sfruttando una cavea naturale già esistente e sarà sia un luogo per spettacoli all’aperto sia semplicemente uno spazio per il riposo e il gioco. Parco agricolo e teatro potranno utilizzare per il ricovero di attrezzature e altre necessità gestionali le grotte esistenti che saranno opportunamente adattate.
Tutti i percorsi saranno variamente attrezzati, con aree a gioco e zone per la sosta con panchine. Dove necessario, lungo i bordi scoscesi dei percorsi, gradoni erbosi del teatro di verzura, saranno realizzati dei sistemi di ritenzione del terreno con le viminate. Con la stessa tecnica verranno realizzati anche i parapetti di ponti e passerelle: le viminate, elemento ricorrente nel paesaggio diventerà anche un segno grafico unificante del parco.
Tutto il sistema illuminante di percorsi, teatro e aree giochi, sarà realizzato con l’impiego di elementi a bassissimo consumo quali lampade a super led e tubi elettroluminscenti; sarà alimentato da aerogeneratori elicoidali ad asse verticale con cellule fotovoltaiche montati su pali e avrà anche un forte effetto visivo collegando e uniformando tutto il sistema parco.
Un altro capitolo fondamentale del progetto riguarda le scelte che opera in campo botanico e agricolo. Per il parco agricolo si intende organizzare e guidare quei gruppi di cittadini che già in modo spontaneo se ne erano appropriati, così che possano gestire le diverse “zolle” sulla base di precise indicazioni che privilegiano criteri di coltivazione biologica e rotazione delle colture.
Per il verde a parco, in molti punti contaminato da specie esotiche il progetto prevede di intervenire seguendo un criterio di non aggressione, tollerando e mantenendo l’esistente e incrementando la vegetazione con l’impianto di specie locali quali l’olivo, la roverella, il pero comune, il corbezzolo e il melograno. Le nuove piantumazioni, distribuite seguendo le diverse destinazioni delle aree del parco, saranno costantemente monitorate e eventualmente verranno introdotti i necessari correttivi.
Questo progetto si colloca all’interno delle direttive del Piano Operativo della Val d’Agri e in collegamento ideale con il parco letterario Carlo Levi. Vuole anche collegarsi al progetto “Città della Pace” di Betty Williams che potrebbe avere qui un ulteriore sviluppo individuando proprio nella Val di Peste le possibilità di inserimento di alcuni nuclei familiari trovando sia una possibile soluzione per la residenza sia una prospettiva lavorativa all’interno del parco agricolo.
Il progetto delinea anche una possibile seconda fase di sviluppo che si pone come obiettivo l’indipendenza del sistema energetico e idrico del parco, mediante la creazione di due bacini di raccolta delle acque piovane (nella prima fase se ne prevede lo scavo solo per una profondità di poche decine di centimetri in modo da poterne valutare bene l’impatto ambientale) e il potenziamento dei generatori eolici, sempre del tipo elicoidale ad asse verticale.
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La valle di Peste si sviluppa sull’asse sud-nord, presentandosi come una spaccatura verde nel paesaggio prevalentemente bianco dei calanchi. A monte, verso sud, le fa da corona l’antico paese di Sant’Arcangelo, a nord sfocia nella Val d’Agri. Nel punto di congiunzione tra le due valli, verso est si sviluppa il rione di San Brancato, moderna e disordinata espansione del comune di Sant’Arcangelo.I fianchi della valle, sono costituiti dal terreno argilloso tipico dei calanchi, quello occidentale è...
- Year 2008
- Client Comune di Sant’Arcangelo (Pz)
- Cost € 2.000.000
- Status Competition works
- Type Parks, Public Gardens / Urban Furniture / Bridges and Roads / Restoration of old town centres / Landscape/territorial planning / Feasibility Studies / Urban Renewal
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