Progetto di restauro e riqualificazione di un fabbricato storico | Luigi Cafiero

Caserta / Italy / 2013

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L'intervento di seguito illustrato ripercorre il lavoro di restauro e di riqualificazione di un edificio del centro storico della città di Caserta affidato da una committenza privata.


Si è trattato di uno sforzo progettuale molto complesso, dal quale sono derivate considerazioni interessanti sia sulla necessità di offrire risposte contemporanee alle esigenze di rinnovare un manufatto antico, sia sulle necessità di dare risposte adeguate alle esigenze imposte delle attuali normative e indicazioni in materia di impatto energetico ed ambientale.
 L'edificio su cui si è intervenuti risale ad uno dei primi insediamenti della città di Caserta tra il XVII e il XVIII sec. Esso si presenta come un'unità ben definita, distinta dagli altri edifici costituenti l'attuale cortina sul prospetto principale in Via S. Agostino e da quelli che si relazionano con la corte interna.


Il progetto architettonico di recupero è stato orientato dalla necessità di garantire un uso contemporaneo degli ambienti domestici nel rispetto del sistema dato degli spazi, senza stravolgere la matrice originale di essi.


Un esempio di tale metodologia lo si rintraccia in modo evidente al piano primo del fabbricato: l’accesso originale rimandava a due spazi modesti che confluivano, nella parte opposta, in un ambiente le cui caratteristiche dimensionali e di illuminazione erano più connotabili ad uno spazio da adibire alle funzioni living. La scelta è stata quella di seguire tale impostazione, di assecondarla, intervenendo con delle soluzioni che permettessero, attraverso delle correzioni percettive dello spazio, di essere guidati e accompagnati naturalmente nella centralità della casa.


A tal fine, le spesse mura che per tre lati delineavano lo spazio abitativo sono state integrate da una quarta parete che, sia nelle dimensioni fisiche che nell’impatto visivo, presenta le medesime proporzioni; un elemento di compressione per accelerare il passaggio, senza tuttavia penalizzare la continuità dello spazio (la parete in oggetto, composta sia da parte murarie che da elementi di arredo, risulta sopraelevata rispetto alla piano di posa della pavimentazione).


L'approccio progettuale per il recupero del sistema originario di scale è emblematico di un percorso di reinterpretazione che riesce a far dialogare la novità e l'originale.
Nel caso specifico le suggestioni architettoniche dell'esistente erano molteplici: le singole volte a crociera, quelle il cui sviluppo è classificabile a botte, le ripide rampe.


La visione d'insieme ha suggerito una estrema continuità e fluidità nello sviluppo delle rampe: la percezione avvertita non è stata quella di un lento susseguirsi di singoli elementi, ma di un movimento veloce ritmato solo dalla necessità di introdurre delle pause nel camminamento in corrispondenza degli accessi alle unità abitative. L'intervento ne ha definito lo spazio esaltandolo attraverso la messa a nudo della matericità, sottoposta a continui tagli, incisioni e in alcuni casi lacerazioni, per la necessità di evidenziare tutte le parti della rampa, enfatizzate nella loro specificità attraverso un lavoro di demarcazione e sottolineatura.


Al contrario la continuità è stata fissata nell'idea di unire volte e rampe in un unico sistema, che si rispecchia in un movimento fluido scandito da pause ed accelerazioni.


Al secondo livello del fabbricato, lo sforzo progettuale è stato quello di irrompere nell'orizzontalità espressa dallo spazio esistente, con una nuova direttrice verticale, ascensionale, capace di proporne una percezione più dinamica. Il progetto ha definito una rampa di scale per il collegamento con il secondo livello del duplex dalle proporzioni “eccezionali”, atte ad irrompere come una vibrazione.


Il “fuori scala” dell'oggetto ne denuncia, dunque, la carica espressiva.


La scala rende accessibile lo spazio del sottotetto, ampio e inondato dalla luce. Anche in questo caso una tradizione costruttiva (rintracciabile nella peculiare modalità di definire i luoghi dell’abitare erodendoli internamente dalla compattezza e dall’unitarietà degli edifici) è stata reinventata: la facciata fronte-strada è stata arretrata, erodendo esternamente lo spazio dalla continuità dell’intera facciata per ricavarne un luogo di fruizione più intimo e riservato.


La facciata interna del fabbricato risultava essere più intima e, fin dai primi sopralluoghi, per le sue proporzioni ed il suo sviluppo, ha espresso la capacità potenziale di poter caratterizzare l’intero spazio della corte comune. Se negli altri momenti progettuali sono state privilegiate variabili chiaramente misurabili (volumi, direttrici, piani, ecc.) nel caso della corte interna si è scelto di lavorare sulla luce, assunta quale principio prioritario per riscrivere l’identità del luogo. La tradizione delle persiane napoletane, diffuse in tutto il centro storico, è stata amplificata e concettualizzata attraverso la progettazione e la realizzazione artigianale di un sistema di brise soleil. Nato da un studio accurato finalizzato a plasmare ad hoc il rapporto luce-ombra, esso viene ulteriormente interpretato come un diaframma tra il dentro e il fuori: un battito in cui la luce si insinua delicatamente nell’intimità degli spazi domestici, introducendo ulteriori suggestioni e atmosfere.


L’intervento, in definitiva, ha attivato una dialettica il cui approccio si manifesta attraverso un’attenta riflessione critica e poetica capace di esaltare gli elementi originali per riavvicinarli, alla luce di nuove riflessioni, alla sensibilità estetica e all’intenzione culturale del progetto. L’architettura è, infatti, per costituzione e vocazione profonda un cross-over tra innovazione e tradizione, un linguaggio urbano e sociale che combina antico e moderno, alla ricerca perenne dell’equilibrio e dell’armonia. La stessa tradizione è innovazione perché tramanda ciò che si è formato nel tempo attraverso un processo continuo di innovazione e sperimentazione. Non sono dunque in antitesi ma rappresentano gli elementi essenziali di un equilibrio da raggiungere attraverso il progetto architettonico.


Cliente: Società Overall S.r.l. - Progetto Architettonico: Arch. Luigi Cafiero, con Arch. Maria Angela Rea, Arch. Pasquale Di Lorenzo, Dott.ssa Rita Brighel, e Arch. Niroscia Pagano, Arch. Alessandra Pette, Arch. Laura Capotosto - D.L.: Arch. Luigi Cafiero - P.h.: Luigi Spina


 

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