Contratto di quartiere II Altobello, Mestre (VE) | Stefano Bassan

Progetto Preliminare per Recupero edilizio e urbanistico di Campo dei Sassi e delle Tettoie Fornace da Re. Mestre / Italy / 2005

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Il presente progetto preliminare prende le mosse dal bando di gara nazionale del programma innovativo in ambito urbano denominato “Contratti di quartiere II” da realizzare in quartieri caratterizzati da diffuso degrado delle costruzioni e dell’ambiente urbano e da carenze di servizi in un contesto di scarsa coesione sociale e marcato disagio abitativo di cui al decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in data 27/12/2001 (G.U. n. 142 del 12/07/0) e successive modifiche.
Il Comune di Venezia ha partecipato con l’ATER di Venezia alla redazione di un “Contratto di Quartiere” nell’area di Mestre – Altobello. L’area si estende da via F. Turati fino al confine con via Squero, a ridosso della zona “containers”, e comprende edifici vecchi e nuovi di proprietà ATER tra cui l’edificio pubblico denominato “Campo dei sassi”, due edifici popolari minori, le tre così dette “Tettoie” e tutta l’area appartenente al comparto edificatorio di via F. Turati. L’intero ambito ricade entro i confini della “Variante al PRG per la riqualificazione urbanistica dell’area di Altobello e via Turati” redatta a cura dell’ufficio urbanistica del Comune di Venezia.
Il Progetto preliminare di recupero che riguarda il Contratto di quartiere Mestre Altobello interessa il vecchio complesso residenziale popolare costituito da “Campo dei sassi, dai due edifici minori e dalla tettoia più a nord delle tre che si attestano lungo via Fornace. L’intero complesso fù edificato tra il 1927 ed il 1930 su di un’area industriale un tempo occupata dalle strutture edilizie delle Fornaci Da Re.
L’intervento di recupero si propone alcuni obiettivi di fondo tra cui in particolare:
- L’adeguamento degli stabili nel loro complesso e delle singole abitazioni agli attuali standards abitativi, con l’adozione di tecnologie e soluzioni progettuali di bioedilizia, di risparmio energetico e sperimentali.
- L’integrazione con il contesto urbanistico e sociale del quartiere di Altobello attraverso la riqualificazione ecologica ed ambientale non solo delle costruzioni ma anche degli spazi esterni di pertinenza di uso pubblico e semi-pubblico e con la realizzazione di spazi e locali destinati ad attività comuni connesse alla residenza.
- L’estensione del concetto di accessibilità mediante l’applicazione di metodiche e di soluzioni sperimentali ed innovative.
- L’adozione del criterio della partecipazione nella definizione e soluzione delle problematiche progettuali visto come occasione per una adesione volontaria e non imposta e per una migliore presa di coscienza comune del valore sociale ed ambientale delle scelte tecniche e tecnologiche di progetto.
Al progetto di ristrutturazione si associa, come richiesto dal bando regionale, un articolato programma di sperimentazione che definisce i criteri adottati, le soluzioni conformi, i risultati attesi, le specifiche prestazionali nonché i metodi di controllo e le verifiche previste in corso lavori e ad opere ultimate secondo quanto previsto dalla “Guida ai programmi di sperimentazione” di cui al decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 22/10/97 relativo al primo programma nazionale dei “Contratti di Quartiere”.
Obiettivi generali da perseguire sono stati da un lato il rispetto e la valorizzazione dei caratteri e delle preesistenze storico-architettoniche caratterizzanti il sito, dall’altro lato la valorizzazione e qualificazione delle relazioni (percorsi pedonali, porticati, visuali prospettiche e punti di vista) degli spazi urbani e dei modi d’uso caratterizzanti il contesto. L’apertura dei porticati delle “tettoie Da Re” su via Fornace e la “foratura” del fronte sud a terra dell’edificio “campo dei sassi” rispondono proprio a tale obiettivo primario.
L’obiettivo edilizio perseguito è stato poi quello di ristrutturare in modo radicale gli edifici esistenti mantenendone tuttavia inalterati i caratteri formali e stilistici mediante un insieme coordinato di indagini ed opere atte a conservare le strutture murarie esterne ed il loro rapporto ambientale con l’ambito urbano ed a salvaguardarne l’identità architettonica garantendone la permanenza della figuratività e della consistenza materica nel rispetto dunque delle strutture preesistenti per quanto ne riguarda sia la tecnologia esecutiva che i materiali tradizionali impiegati
L'unità abitativa, che deriva dal progetto di recupero di Campo dei sassi è pensata come parte del sistema ecologico urbano complessivo. L’obiettivo generale della sperimentazione è adottare standards residenziali di eccellenza raggiungibili mediante l’adozione di materiali bioedili, l’installazione di pannelli solari e il raggiungimento degli standards di qualità di cui al DGR 1372/92, risparmiare le risorse, perseguire la salute degli abitanti; la flessibilità e l'adattabilità degli edifici. Il progetto persegue tre diversi ed integrati livelli di “qualità” insediativa: Morfologica, Ecosistemica e Fruitiva.
QUALITA’ MORFOLOGICA: considerato il contesto dell’intervento e la particolarità dei caratteri architettonici degli edifici da recuperare, le soluzioni proposte, nell'ottica della compatibilità tra progetto e contesto urbano, garantiscono la conservazione del preesistente assetto storico attivando una modalità di crescita organica del sistema insediativo. Gli elementi e gli spazi di progetto sono luoghi appartenenti alla memoria storica e contemporaneamente luoghi dell'innovazione: spazi di sperimentazione di nuovi modi di abitare ecologicamente orientati, nell'ottica del binomio conservazione ed innovazione.
QUALITA’ ECOSISTEMICA: le soluzioni proposte si fondano sulla coniugazione tra valori ecologici rintracciabili nell'insediamento storico ed innovazioni disciplinari proprie della bioedilizia e dell'ecologia urbana. L'intero insediamento è pensato come una macchina bioclimatica, in cui si supera il tema riduttivo legato al progetto della singola unità abitativa e dell'edificio, rendendo prioritario il concetto di unità ecologica insediativa.
QUALITA’ ECOSISTEMICA: il sistema insediativo tradizionale, preesistente al nuovo intervento, è strutturato in modo da consentire una fruizione differenziata e fortemente flessibile degli spazi. Questi rivestono ruoli diversi: dalla trama viaria A PREVALENTE USO PEDONALE, su cui si affacciano le case, agli spazi pubblici , ai cortili, luoghi di aggregazione e di identificazione delle unità di vicinato, ai giardini comuni e pubblici che rivestono un ruolo di mediazione tra pubblico, semiprivato e privato. Il nuovo insediamento riconosce la presenza nel modello sociale originario di tale sistema di valori e lo ripropone adattandolo alle nuove esigenze.
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    Project details
    • Year 2005
    • Client Ater Venezia - Comune di Venezia
    • Status Completed works
    • Type Neighbourhoods/settlements/residential parcelling
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