Casa Vescovio | O+ / Lorella Fulgenzi architetto

Rome / Italy / 2001

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In un appartamento posto al primo piano che affaccia esternamente su tre lati, il tema principale è quello di catturare più luce possibile. Tutto viene demolito con l’intento di liberare il perimetro di una tripla esposizione, senza addossarvi più nulla, lasciando circolare tutt’attorno spazio e luce. Si parte dallo spazio centrale, con un segno forte, una curva, che separa e collega un dentro da un fuori. La curva, affiancata da una libreria che corre lungo quasi l’intero sviluppo della stessa, è l’elemento morfologico di continuità della parte più sociale della casa: dal soggiorno ti porta allo studio accompagnato dai libri che gradualmente cambiano tema: dalla cucina, alla letteratura, alle riviste di settore. E’ nel punto di contrazione della curva , posto pressoché al centro dell’appartamento, che si accede alla parte più intima della casa. Al di fuori della curva trovano spazio i momenti di massima socialità con la cucina , il pranzo, il soggiorno e lo studio; all’interno trova spazio la zona notte, al riparo, nel calore degli spazi contenuti all’interno della curva, luogo più intimo della casa dove frugare nei propri pensieri. Solo qui, all’interno della curva c’è una maggiore divisione degli spazi. Sono segni rettificati, quelli che definiscono gli ambiti , posti all’interno di  uno spazio comunque continuo dove non c’è mai un vero e proprio inizio ed una fine. Tutto circola e si ritrova. Non ci sono spazi serviti e serventi, ma un susseguirsi di ambiti funzionali separati tra loro solo da pannelli a tutt’altezza. Il design gioca un ruolo importante nella definizione degli spazi, che, insieme al dettaglio, è studiato a fondo, per un bisogno certamente estetico ma soprattutto per un bisogno legato alla volontà di lasciar leggere l'immediatezza del segno che ha definito il progetto in maniera sintetica. Da qui il bisogno crescente di disegnare tanto, dalle armadiature fisse come fossero muri al divano che diventa letto per una coppia di amici, agli scrittoi delle ragazze (Romeo e Giulietta) che possono unirsi, dai lavandini in rame alle canne di erogazione. La forza di un insieme frammentato in parte nella zona delle camere viene poi ricomposto comunque in un continuum, costruito con pannelli a tutt’altezza, con l’uso del vetro, e fatto di sovrapposizioni, intersezioni e compenetrazioni; di spazialità definite dalla luce, sia essa naturale (con i tagli di luce tra i muri) che artificiale (con 'camini' verticali creati tra un controsoffitto e l’altro). La luce attraversa piani traslucidi e trasparenti, riflette in modo diverso sulla materia diversa del legno, della pietra e della resina di cemento; i punti di vista sono molteplici e spingono l’occhio a guardare oltre e laddove il materiale è traslucido, molto ad immaginare. Il tutto è guidato da un unico intento: realizzare valori spaziali inaspettati anche negli spazi interni.  E’ così che la luce circola liberamente su pieni e su vuoti e viene filtrata nella sensualità dell’acqua e della materia traslucida.
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    Project details
    • Year 2001
    • Work finished in 2001
    • Status Completed works
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