11/12/2012 - Realizzare che il “Padre di Brasilia” non c’è più, sospende il fiato.
Manca una presenza rassicurante dell’architettura, qualcuno che, nel tuo inconscio, è come avesse un posto riservato.
“Attratto dalla curva libera e sensuale” in cui rivedeva montagne e declivi della sua terra, in cui vedeva la donna. Ha dato forma a sculture architettoniche mai viste. “Certo, la donna; io non penso che senza la donna un uomo abbia una ragione per vivere; è inevitabile”.
Inevitabile, quanti di noi custodiscono gelosamente questa inevitabile ragione, senza trovare il modo di palesarla? Dirlo con tanta semplicità e coraggio, con un gesto, non è solo esperienza, è dare forma a qualcosa che prima ne era sprovvisto. In lui vedo la vera e propria figura dell’uomo, definito dalla sua umanità non dal suo “hobby”, da ciò che era, non da ciò che ha fatto. Un hobby, il suo, che possiamo ammirare tracciato nel mondo come “spettacolo dell’architettura”.
“La cosa più importante non è l’architettura, ma la vita, gli amici e cambiare questo mondo ingiusto”.
Curve flessuose, declivi, amici, vita e mondo, quali aggettivi potrebbero definire meglio l’hobby dell’architettura futura: cosa di poca importanza, semplice e umile, ancella del vivere.
Ad un uomo così non si può che dire grazie.
Grande uomo