Fenomeno in forte diffusione quello dell’editoria autoprodotta, ovvero riviste di architettura che nascono dall’urgenza di trasmettere tematiche e metodologie critiche “altre ”, che cercano di sopperire alle “zone d’ombra ” lasciate dall’editoria tradizionale.
Lo scorso 15 novembre, presso la Sala della Biblioteca dell’Ordine degli Architetti della Porvincia di Milano, si è svolto l’incontro “Pagine autoprodotte” dedicato alla presentazione di tre progetti editoriali.
Presenti all'iniziativa Romolo Calabrese per la rivista Studio©, Matteo Ghidoni per San Rocco e Francesco Lipari per CityVision, accompagnati ciascuno da personalità del mondo dell'architettura che hanno avuto modo di offrire i loro contributi alla redazione di un numero delle loro riviste: rispettivamente Marco Introini, Francesca Benedetto e Italo Rota.
Romolo Calabrese di Studio© ha descritto le modalità con cui viene realizzata la rivista, l’organizzazione della redazione, l'importanza del web e della struttura di scrittura “aperta ”, il lavoro della redazione che seleziona i contributi inserendoli in una sequenza che sia in grado di arricchirne e valorizzarne il senso.
Francesco Lipari di CityVision ha, invece, illustrato come la rivista sia nata grazie ad un concorso di idee a struttura aperta e a sottoscrizione, dal tema il futuro della città di Roma. Sull’onda del successo dell'iniziativa è stato possibile reperire i fondi per stampare la rivista, che viene sorprendentemente distribuita in free-press. Questa esperienza ha consolidato un format che si ripropone di numero in numero dal 2010, occupandosi ad ogni uscita di una città differente. La redazione si configura così come un laboratorio progettuale e un centro documentazione, che recentemente è stato anche in grado di interfacciarsi con le amministrazioni cittadine per mettere a disposizione la propria fucina di idee.
Matteo Ghidoni di San Rocco ha sottolineato l’intento ri-fondativo della rivista, il cui piano editoriale è già definito dal primo all'ultimo dei venti numeri previsti, ciascuno riferito ad un tema. Questa impostazione nasce dal riscontro di un’insufficienza dell'odierna critica di architettura, che definisce più simile ad un “intrattenimento culturale” che alla profonda analisi della realtà quale in effetti dovrebbe essere: tale obiettivo si raggiunge pertanto ponendo la necessaria distanza dalla cronaca più contingente per favorire uno sguardo analitico sulle problematiche disciplinari e attrezzarsi di fronte alle più generali sfide del futuro del mestiere dell'architetto. Riallacciare, dunque, il filo rosso di un discorso arenatosi intorno agli anni Settanta, quando si è interrotta la grande tradizione dell'architettura italiana, della quale lo stesso nome della rivista è un tributo (San Rocco è infatti un progetto mai realizzato di Aldo Rossi e Giorgio Grassi per l'omonimo quartiere di Monza).
Marco Introini e Italo Rota sono intervenuti rimarcando l'esigenza di tornare ad un’idea civile di architettura, ad una concezione del mestiere che comprenda la consapevolezza di recare un “servizio” alla collettività e non solo come mezzo per una personalistica affermazione del proprio ego o semplice propaggine affaristica.
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