Salone del Mobile di Milano VS London Design Festival

Ispirazioni

by Fratelli Bianchetti
4
4 Love 1240 Visits

Il Salone Internazionale del Mobile di Milano nasce nel 1961 per promuovere le esportazioni italiane di mobili e complementi. In 55 anni di strada ne ha fatta e, in particolare nelle ultime due decadi, ha raggiunto un livello di notorietà e appetibilità internazionale ragguardevole divenendo, se non il più importante, certamente uno dei più significativi eventi nel suo genere, uno di quegli eventi immancabili per chi si occupa non solo di arredamento ma anche di design nella sua accezione più ampia.

 

Ciò è sicuramente dovuto alla grande affluenza di pubblico, nella sua recente edizione dell’aprile 2016 ha raggiunto un nuovo record con oltre 310 mila visitatori di cui almeno il 60% esteri, che gli organizzatori hanno saputo attrarre grazie ad un circolo virtuoso fatto di tanti e interessantissimi eventi collaterali, ottima collaborazione con i referenti istituzionali e il Comune di Milano, grandi brand più o meno affini al concetto di design.

 

Negli ultimi anni però, i “puristi” del design non hanno visto di buon occhio le numerose partecipazioni di marchi e progetti effettivamente piuttosto distanti dal tema. Un processo che, in concreto, ha visto storcere il naso non solo gli esperti di settore, ma anche, a ruota, i visitatori interessati, e alcune aziende di livello, che come sempre devono fare i conti con il ritorno dei propri investimenti di comunicazione e, quindi, hanno cominciato a confrontare le possibilità offerte anche da altre fiere internazionali di design “più pure”.

 

L’evento internazionale di rilievo che il Salone Internazionale del Mobile di Milano deve tenere d’occhio è certamente il London Design Festival (LDF), in programma per il prossimo settembre la 14a edizione e che punta a divenire una biennale. I motivi sono molteplici, iniziando dal fatto che Londra è pur sempre Londra, e cioè una capitale finanziaria mondiale, la città europea più popolata, ma anche la più variegata dal punto di vista culturale ed etnico (forse anche a livello mondiale), certamente ricca e, nonostante essendo italiani si tifi per il design e la creatività italiana, va detto che Londra è da sempre un punto di riferimento anche per la cultura, in particolare per il mercato dell’arte contemporanea ma anche e sempre più anche del design.

 

La percezione di un abbassamento della qualità del Salone è stata avvertita evidentemente anche dagli organizzatori, che però non hanno rinunciato, come forse molti avrebbero cercato di fare, ai grandi brand ma, anzi, si sono adoperati perché le relazioni fra questi marchi, i loro progetti e il tema design fosse maggiormente sentito dai partecipanti-espositori. Esempi in questo senso si sono visti con i progetti di Audi, tecnologie della luce applicate alla viabilità stradale, o Mini, per rimanere nell’automotive, che sta portando avanti un discorso abitativo sulla scia delle idee e strategie legate al design che pure sono alla base delle sue automobili.

 

Nonostante quindi Londra proponga per quest’anno un programma eclettico di 400 appuntamenti tra mostre installazioni ed eventi con tanti interessanti talk show e workshop tematici, siamo fiduciosi che Milano sia ancora all’altezza e sappia offrire ai suoi visitatori e interlocutori un’esperienza di design totale: riteniamo per Londra questo festival, pur con i suoi plus, sia comunque uno dei tanti festival, durante il Salone invece Milano si trasforma in profondità mostrando un attaccamento della Città per quest’evento, non solo per la sua importanza in termini economico-turistici, ma anche e soprattutto quale espressione della propria creatività, inventiva, passione per design e arredamento.

 

Leggi l'articolo sul Blog Bianchetti

Comments
    comment
    user
    Author