Il coniglio dorato

Riflessioni semiserie sul kitsch - Testo vincitore del concorso "Giovani Critici 2012"

by Rosa Sessa
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Le recinzioni e i varchi sono segni particolarmente affascinanti del territorio. Trovo suggestiva la loro capacità di limitare lo spazio, di attribuire nuovo senso ai luoghi, di distinguere ciò che è dentro da tutto il resto. Ogni recinzione distacca cose e persone dal mondo esterno. Inoltre indica a tutti inequivocabilmente l’appropriazione di uno spazio. I modi e le forme di questi limiti raccontano molto della personalità di chi li occupa. Le mie recinzioni preferite sono i muretti a secco che disegnano i campi. Li trovo bellissimi. Realizzati con le pietre che il contadino raccoglie nel suo terreno, rappresentano il perfetto equilibrio tra atto artificiale e contesto naturale. E poi sono bassi. Così bassi che non è mai davvero difficile scavalcarli. Quei muretti non sono la separazione tra il mio e il tuo, ma rappresentano un segno necessario per rispettare il mio, il tuo e il paesaggio che ci ospita. All’opposto del muretto a secco c’è il cancello metallico, con telecamera incorporata e, soprattutto, temibili leoni da guardia placcati oro in bella posa sulle colonnine del varco principale. A volte ho trovato anche dei cani in luogo dei leoni, ma sono sicuramente questi ultimi che più impressionano la mia fantasia. Immagino gli interni della villa altrettanto sfarzosi e minacciosi, con zampe leonine che spuntano sotto ogni mobile e sotto ogni frangia delle larghe poltrone. E cosa mi raccontano questi luccicanti felini dei loro padroni? Innanzitutto il loro cattivo gusto. Poi la loro ansia di possesso di quel luogo, che rende sicuramente poco desiderata la mia curiosità. Mi figuro i proprietari arroganti, volgari e flaccidi. E’ davanti a un impenetrabile cancello del genere, con indimenticabili leoni pettoruti a zampa alzata in bilico sulle pigne, che ho iniziato a pensare al coniglio dorato.

Quando avrò una casa, questa sarà uno spazio pieno di luce, pieno di aria e pieno di libri. Uno spazio pulito, libero e facile da spolverare. Non ci saranno tappeti e nutro scetticismo anche nei confronti dei soprammobili. Ma non potrà mancare lui, il coniglio dorato. La nota stonata del mio salotto (o del mio cancello, se dovessi mai averne bisogno), un pugno nell’occhio, un gesto folle nel suo essere così squisitamente kitsch! Il coniglio sarà la mia risposta al leone: in un sol colpo prenderò in giro sia il cattivo gusto, sia il velleitario minimal chic della mia casa. Sono circa due anni che sono alla ricerca del mio coniglio dorato. Ho visitato mercatini dell’usato e raffinati store di design e arredamento, incuriosita da tutto ma con un’idea fissa in testa: il mio occhio era sempre pronto a scorgere anche nel disordine più fitto un paio di orecchie lucenti. Invano. Poi, all’improvviso, l’incontro fortuito in un elegante negozietto di via del Boschetto a Roma. Era lui, era assolutamente lui, in bella mostra su un ripiano. Lui, dolce e dorato come lo avevo sempre immaginato. Stilizzato ma non tanto da occultare la tenerezza del suo musetto. Mi sono avvicinata. L’ho accarezzato: era perfetto. A un tratto la delusione: alla base del pon pon della sua coda spuntava un filo. Il coniglio dorato, il mio coniglio dorato, era in realtà una lampada.

L’idea che a qualcuno possa venire in mente di utilizzare un coniglio dorato come lampada mi ha fatto inorridire. E poi ha fatto scaturire in me diverse riflessioni.

Moooi© Collection (design by Front, 2006) Umiliazione del kitsch: Fieri animali a grandezza naturale possono abitare il vostro salotto. Perché mortificarli come tavolino o ‘punto’ luce?

I REGOLA DEL BUON OGGETTO KITSCH: ASSENZA DI UNA FUNZIONE. Un oggetto kitsch è un oggetto kitsch. E, come tale, deve assumersi le proprie responsabilità. L’inutilità del suo essere e della sua presenza deve essere assolutamente sublimata. Un oggetto kitsch che pretende di assolvere a una funzione è un oggetto che si rinnega, che finge e che pertanto risulta disonesto e insincero. Un oggetto kitsch coraggioso e sicuro di sé potrebbe entrarvi in testa e non uscirne più. Paradossalmente solo se privo di funzione potrebbe sembrarvi assolutamente indispensabile possederlo.

Postilla alla I regola: La lampada è lampada. Se ho bisogno di un punto luce sceglierò una lampada a forma di lampada. Di sicuro non mi verrà in mente di acquistare un coniglio luminoso.

II REGOLA DEL BUON OGGETTO KITSCH: UNA IDEA, MOLTEPLICI INTERPRETAZIONI. L’idea originaria rappresenta sia il progetto che il significato dell’oggetto kitsch. Il kitsch più puro sarà portatore di una forte carica di intelligente ironia. Tuttavia è ragionevole aspettarsi che il significato dato dal progettista sarà diverso dal significato che l’osservatore attribuirà all’oggetto. Non si tratta affatto di fraintendimento. Il nuovo sforzo interpretativo alla base dell’apprezzamento di un oggetto kitsch ne rappresenta uno degli aspetti essenziali più autentici e affascinanti.

III REGOLA DEL BUON OGGETTO KITSCH: ZOOMORFIA. Un vero oggetto kitsch non finge di essere un oggetto di design di tendenza assumendo forme cool e colori glam. La sua forma, però, non può nemmeno apparire priva di suggestione. L’essenza del kitsch è pertanto rappresentata dalla zoomorfia.

IV REGOLA DEL BUON OGGETTO KITSCH: ANTROPOMORFISMO. Che l’oggetto kitsch si ispiri a forme vegetali o animali, il vero salto di qualità è rappresentato dall’antropizzazione del soggetto. Ciò avviene mediante l’utilizzo di capi di abbigliamento, accessori moda o altri particolari tipicamente umani, come ad esempio le espressioni del volto o le pose del corpo. Simili espedienti aiutano a definire la personalità e le caratteristiche dell’inconsueto personaggio.

Postilla alla IV regola: Ogni lasciata è persa. Ricordo ancora con rimpianto una ricca vetrina: vi spiccava il busto di un cane, razza boxer, dall’aria corrucciata e fiera. Nonostante ciò, l’attenzione non poteva che ricadere sulla giubba militare rossa con tanto di gradi e stellette al valore che il canide impettito indossava. Era irresistibile e costava (incredibilmente) solo 12 euro. Perché mai non l’ho acquistato resta ancora oggi una dolorosa domanda senza risposta.

V REGOLA DEL BUON OGGETTO KITSCH: PLACCATURA ORO. Un onesto oggetto kitsch sa di essere un oggetto unico e prezioso. Negargli una placcatura, l’applicazione di gemme o una smaltatura scintillante ha la stessa gravità di un efferato delitto.

Ragno in vetro di murano (e sue riparazioni) Sublimazione del kitsch: un oggetto così frivolo da risultare inutile per la sua stessa esistenza! Si tratta di un prezioso ragno di vetro: le sue zampe sono così sottili e fragili da spezzarsi sotto il suo stesso peso.

Articolo già pubblicato sul blog Amor Vacui: http://www.amorvacui.org/?p=209

foto di "copertina": http://www.flickr.com/photos/10584185@N03/2350105599

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