E voi come fate ad “essere creativi”?

I miei piccoli segreti di creatività.

by Gaia Miacola
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La creatività è uno di quegli argomenti avvolti in sudari di mistero. Come si fa a “essere creativi”? Come si fa a passare da una tela bianca a un capolavoro? Ognuno ha un approccio diverso, ma si è scoperto che la maggior parte dei creativi cercano di far bollire la loro creatività in fasi ripetibili. In pratica le più comuni sono:

1. Ispirazione 2. Chiarimento 3. Valutazione 4. Distillazione 5. Incubazione 6. Lievitazione

 

Le mie fasi invece sono le seguenti:

1. Trovo l’ispirazione

Il processo di solito inizia con una mini navigazione su internet, prendendo sfondi o fotografie o altro che mi suscitano qualcosa di positivo. Potrebbe essere una combinazione di colori, un font, una trama di sfondo. Li metto tutti in una cartella, chiamata “Spunti”. Le diverse ispirazioni iniziano a concentrare la mia mente in una direzione che val la pena di intraprendere.

2. Imposto i confini  

L’impostazione dei confini è la mia chiave per iniziare. La parte più difficile è il primo oggetto/elemento sulla tela bianca. Questo consente di restringere le infinite possibilità. Le scadenze sono un altro confine che mi costringe a iniziare e svolgere il lavoro nei tempi stabiliti. Credo che i limiti siano la vera forza di un progetto: immaginate di avere tutto il tempo del mondo, tutti i soldi del mondo, tutti i colori del mondo, tutto quello che si vuole. La vostra creatività ne risulterebbe devastata.

3. Definisco un concept

Un bel progetto è anche un progetto che funziona. Per farlo, oltre alle ispirazioni, si deve avere un concept, un fil rouge, un feeling condiviso e condivisibile. Anche con la saggezza scientifica (deformazione professionale). Non è possibile creare solo imitando o, ancor peggio, solo copiando. Il progetto che non vive di vita propria non può essere considerato tale.

4. Inizio con un pezzo del puzzle 

Studio il cliente, il suo logo, il font di cui ha bisogno, il colore, il mood. Se si ha una palette di un certo colore, vuol dire che ho un limite. Se ha bisogno di un tipo di carattere, vuol dire che ho un limite. Questi elementi mi aiutano ad avviare il processo.

4. Alzo il volume della musica e mi lascio trasportare dal flusso  

Una volta che ho il primo elemento al suo posto, il resto è (o dovrebbe essere) più facile. La mia mente è più preparata e serena. Non ci sono confini nè direzioni. A questo punto aumento il volume della musica e mi godo il processo di creazione. Questo è il “flusso” così ambito e ricercato: un fenomeno strano dove si perde la cognizione del tempo e semplicemente ci si gode il processo.

5. Faccio una pausa o passo ad un altro lavoro, per poi tornare a guardare la mia creazione  

Quando ho finito un disegno/progetto mi allontano. Se posso vado a fare una passeggiata. Altrimenti passo ad un altro lavoretto. Poi torno indietro e guardo il design. Un sacco di volte è necessario fare un passo indietro,  prima di poter vedere la creazione con la prospettiva di chi la vede per la prima volta. Ottenere opinioni altrui è anche fondamentale, ma quando si lavora da soli spesso è difficile.

 

Sicuramente il processo della creatività cambia da persona a persona. Probabilmente dovete capire voi stessi prima di riuscire a spiegarlo agli altri!

http://www.gaiamiacola.it/blog/?p=1690

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