Palazzinetta residenziale a L'Aquila | Gabriele De Simone

Un intervento di sostituzione edilizia mediante demolizione e ricostruzione integrale. L’Aquila / Italy / 2013

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L’intervento in questione costituisce una tipica casistica dello scenario seguente al sisma abruzzese del 6 aprile 2009. L’edificio originario è datato a cavallo degli anni ‘50 e ‘60 e rappresenta una tipologia molto diffusa nelle periferie del centro sud italiano. Si tratta di una edificazione portata avanti senza una chiara guida progettuale, molto probabilmente in economia dai proprietari dell’epoca. Ne consegue un quadro abbastanza eterogeneo in ordine all’architettura e alle forme. La struttura portante dell’edificio è in muratura di blocchi con tessitura più o meno regolare. L’impronta a terra presenta caratteristiche molto irregolari, con evidenti aggiunte successive alla prima costruzione di corpi di fattura più recente, realizzati in parte in cemento armato e in parte in legno. Le fondazioni, dello stesso materiale dell’elevazione, seguono la pianta dei muri portanti ma presentano tratti limitati di modifiche e ricuciture successive alla prima costruzione. La configurazione dei maschi non segue uno schema regolare e le luci di campata non appaiono ben proporzionate. E’ presente un collegamento di cordonatura interpiano, ma in alcuni tratti non è efficacemente ammorzato alle pareti in muratura, come dimostra un espulsioe di materiale localizzata sul parapetto di un’apertura a pian terreno. Le intelaiature di porte e finestre sembrano essere collegate in modo efficace ai conci dei muri. Gli orizzontamenti sono costituiti da solai interpiano con struttura di putrelle d’acciaio e tavelloni, che conferiscono al solaio una rigidezza media. La copertura, è costituita da una struttura in solaio misto travetti-caldana in cemento armato e cordolo perimetrale affogato sui muri portanti. Sono presenti putrelle di rinforzo ai travetti del tetto. L’intera struttura non è però funzionale all’eliminazione della spinta orizzontale sui muri perimetrali, anzi si riscontra una forte componente di spinta, preesistente ma presumibilmente accentuata dal sisma. Non compaiono tracce di altri interventi importanti alla parte strutturale, né in forma di consolidamenti, né in forma di rinforzi. Il terremoto ha impattato in modo abbastanza violento sull’edificio, pur tuttavia non lasciando un quadro di danno gravissimo. Si osserva un sistema di lesioni diffuse sugli intonaci, con interessamenti della tessitura muraria, su alcune porzioni di portanti verticali. Tale ricorrenza fessurativa è frequente nelle zone di muratura con degradi preesistenti o in corrispondenza di tracce impiantistiche che hanno interessato i conci murari. Lesioni più importanti, dell’ordine di qualche millimetro e passanti si localizzano saltuariamente. Le ammorzature d’angolo in alcuni casi sono compromesse, con perdita dell’incrocio dei maschi. Danni medio gravi sono localizzati su alcuni solai, laddove si riscontra una perdita di continuità tra i travi portanti in acciaio e gli orizzontamenti secondari (tavelloni in laterizio), questi ultimi, in alcuni casi, parzialmente espulsi. La struttura del tetto, con evidenti vizi costruttivi preesistenti, dimostra un movimento spingente in atto e verosimilmente accentuato dal sisma, riscontrabile in ampie deformazioni fuori asse localizzate su putrelle d’acciaio poste a sostegno delle falde. Questa situazione è giudicata come la maggiore criticità dell’intera struttura: un tetto spingente e pesante insiste su pannelli murari costituiti, nell’ultimo piano, da soli mattoni forati (con percentuale di foratura di circa il 45%) a spessore ridotto e da pilastri in muratura. L’intero pacchetto, siapure mediocremente efficace verso i carichi verticali, è assolutamente inadeguato a contrastare spinte orizzontali. La modalità operativa di intervento, è stata approcciata con il cosiddetto criterio di convenienza economica. Il tutto alla luce della necessità imprescindibile di innalzare in modo consistente la capacità sismica, per portarla ad un valore pari almeno al 60% di quella imposta dall’attuale normativa in tema. A tal fine, si è dapprima impostata verifica sismica globale, comprendendovi l’analisi geologica e geotecnica. Si è appurato che, nelle condizioni iniziali, la capacità di resistenza ad un terremoto è irrisoria. A questo punto, si è proceduto alla redazione del progetto di ristrutturazione, nonché alla stima analitica dello stesso. Perché il risultato finale sia valido, gli interventi risultano effettivamente piuttosto consistenti. Si va dal miglioramento della qualità intrinseca della muratura mediante placcaggio bilaterale di elementi strutturali con intonaco armato e iniezione di malta consolidante all’aumento della capacità portante del terreno mediante inserimento di nuove fondazioni in cemento armato e collegamento di queste ultime alle vecchie con elementi passanti in acciaio. Si passa poi alla sostituzione dell’intera copertura nonché dell’apparecchiatura che la sostiene (realizzando un sistema intelaiato non spingente in cemento armato) e all’inserimento di catene per contrastare l’innesco di meccanismi dei pannelli murari non sufficientemente ammorsati agli angoli. Il risultato, pur se eccellente, è però costoso, a tal punto da pareggiare l’entità della spesa per la demolizione e ricostruzione integrale. In accordo con la committenza, si è così proceduto all’impostazione di un nuovo progetto che comportasse una riqualificazione complessiva, non solo dell’aspetto strutturale, ma anche di quello impiantistico, energetico ed ergonomico. A tal proposito, pur se vincolati alla sagoma planoaltimetrica di partenza, la rimodulazione completa delle distribuzioni interne ha permesso una reimpostazione architettonica adeguata alle mutate esigenze sociali e familiari rispetto agli anni ‘50. La struttura portante cambia dalla muratura al cemento armato ordinario, conformata al Testo Unico delle Strutture (D.M.08). Da questo punto di vista, è importante sottolineare che, ripartendo ex novo, si è potuto dotare l’edificio di capacità sismica anche rispetto allo stato limite di danno, preservando quindi l’agibilità dell’edificio in caso di nuovi terremoti violenti. La parte impiantistica ed energetica, è stata ugualmente innalzata di livello in modo vertiginoso rispetto allo stato iniziale.Una particolare attenzione è stata posta nella definizione delle forme architettoniche, sia per quanto riguarda i volumi costruiti, sia per quel che riguarda le finiture. Nelle fasi iniziali di progettazione, ci si è posti l’interrogativo su quale stile estetico conferire all’edificio, posto che lo stesso si trova comunque in un’area ampiamente urbanizzata con caratteri villerecci. Un eccessivo ricorso a equilibri moderni avrebbe condizionato l’inserimento paesaggistico, così come la riproposizione di forme rustiche sarebbe risultato scontato di poco impatto. Sono state prodotte molte soluzioni alternative con l’ausilio di render fotorealistici e inserimenti fotografici. La scelta finale, condivisa con la committenza, è caduta su uno stile sobrio e coniugante richiami classici, come gli imbotti e le fasce di piano profilate, e autentici, come le coperture rustiche e il rivestimento basale in pietra. Si è volutamente lasciata una memoria storica richiamante l’edificio originario con la riproposizione del balconcino sul fronte principale, con forme e tinteggio similari a quello presente nello status quo. Il risultato è un concilio di sobria eleganza, conservazione storica, e moderna efficienza.
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    L’intervento in questione costituisce una tipica casistica dello scenario seguente al sisma abruzzese del 6 aprile 2009. L’edificio originario è datato a cavallo degli anni ‘50 e ‘60 e rappresenta una tipologia molto diffusa nelle periferie del centro sud italiano. Si tratta di una edificazione portata avanti senza una chiara guida progettuale, molto probabilmente in economia dai proprietari dell’epoca. Ne consegue un quadro abbastanza eterogeneo in ordine all’architettura e alle forme. La...

    Project details
    • Year 2013
    • Work started in 2012
    • Work finished in 2013
    • Main structure Reinforced concrete
    • Client Comunione Petricone - Mastrantonio
    • Contractor M.G. Costruzioni srl Viale Lungo Ete n. 908 - 63019 Sant’Elpidio a Mare (FM)
    • Status Completed works
    • Type Apartments / Multi-family residence / Interior Design / Urban Renewal / Lofts/Penthouses
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