ROOF | Ilaria Panchetti

Concorso di progettazione per la realizzazione di un polo scolastico di servizio alle scuole dell’infanzia, elementari, medie e parco annesso Novellara / Italy / 2007

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Le ragioni del progetto

Il progetto nasce con l’ambizione di rendere percepibile la doppia valenza, volutamente contraddittoria, di apertura e chiusura.
Il fine è quello dell’incessante ricerca spaziale di intimità e di luoghi raccolti, un progetto che progredisce grazie alla elaborazione planimetrica apparentemente casuale, di forme regolari. La regola si concretizza con la piattaforma a quota +3.50, l’eccezione sono i volumi che si sommano o si estromettono ad essa con forma e dimensione diverse a seconda del ruolo funzionale che le viene attribuito.
La proposta si articola secondo elementi fortemente distinti: la piastra bassa denominata “ROOF”, appoggiata sul terreno; l’auditorium; la biblioteca; la mensa; l’attività didattica. Il modello tipologico della copertura è pensato come una protezione alle attività, i pozzi di luce stabiliscono le relazioni spaziali e introducono mutevoli giochi di luce. La piastra, grazie alla dimensione urbana, conferma il rapporto con il tessuto urbano. Le aule per la scuola, la biblioteca e l’auditorium con altezze diverse e in posizione arretrata rispetto al profilo esterno della piastra, emergendo dalla copertura–terrazzo come oggetti iconici, allo stesso tempo possono essere letti come proiezione in alzato di alcune delle tante forme che ospitano le relative funzioni.

Lo spazio pubblico entra sotto la grande copertura, nel tentativo di fondersi e confondersi con quello delle attività contenute. L’utilizzo delle ampie superfici vetrate oltre a catturare la luce dai patii, favorisce “l’intrusione” visiva negli spazi chiusi contribuendo a dilatare lo spazio e rendere indefinite le gerarchie distributive e funzionali. Inoltre le pareti di vetro dovranno attribuirsi il ruolo di medium per annullare ulteriormente i confini interni tra le attività. Il momento di maggior integrazione si ottiene nel periodo estivo, con il collegamento dell’auditorium con la piazza all’aperto.
L’apparente monoliticità della piastra è contraddetta dall’uso del vetro e dei setti di alluminio di limitato spessore ortogonali al profilo del prospetto. Il tentativo vuole essere quello di una struttura chiusa da un solaio come sospeso, che sembra lievitare. Aperta su tutti i lati, pronta ad accogliere ed a farsi attraversare durante tutto l’arco della giornata, sette giorni su sette, come una roccia sollevata che una mano divina – forse insospettita – può sollevare per rivelare gli insetti che stanno sotto. La grande copertura vuole assolvere ad una funzione unificatrice che raccoglie gli edifici e protegge chi li vive. Si considera come elemento caratterizzante l’intervento, che garantisca la riconoscibilità architettonica e una nuova identità urbana, dove sotto un’unica copertura coesistono funzioni diverse da essa protette. Una struttura come una “scatola affamata”, volta ad inghiottire gli elementi di differenti programmi in un unico volume rettangolare, producendo elementi senza gerarchie, senza inizio né fine, senza ambiti distinti; un atto concettuale che vuole unire tutti gli elementi del programma , l’organizzazione di queste parti insieme il più strettamente e distintamente possibile.
L’edificio si prefigura come una sorta di enclave ma il limite si concretizza nella rarefazione del vetro, un continuo attraversamento visivo e fisico della parete recinto. Tutto l’attacco a terra è denunciato, ma la linea di confine è o di vetro o di pannelli in alluminio ortogonali, un invito ad entrare o a guardare. Le pareti esterne in cemento al piano terra, vengono rivestite con pannelli di policarbonato opaco così da mascherare la pesantezza del cemento. Impossibile non vedere i tentativi di smaterializzare le superfici, o di ottenere una sorta di dissoluzione-fusione tra l’edificio e l’ambiente circostante, o ancora di ripercorrere le esperienze degli impressionisti nel descrivere la mutevolezza della forma attraverso la luce, o ancora di giocare con i riflessi e le sparizioni. Il carattere civico di questo spazio è dovuto anche a tale sottile effetto di delimitazione. In breve l’accesso al centro dà la sensazione di entrare in un universo estetico avvolgente.


La profondità, tanto quanto il luogo preposto dal bando, consente di trovare piccoli ambienti di forma e dimensioni diverse, esterni ed interni, pubblici e privati, appartati e connettivi, adattabili alle funzioni che le vengono attribuite da ognuno secondo le propensioni soggettive.
Muovendo da ciò la proposta intende assegnare al luogo i significati di una cittadella dove si svolgono attività educative e per il tempo libero, con l’obbiettivo che la loro integrazione funzionale non si traduca in un edificio autoreferenziale o come spesso accade viziato da una assuefazione al mondo della moda dell’architettura. La chiarezza del bando non ammette fraintendimenti , lo abbiamo sviluppato fino a farlo diventare lo spunto per proporre la riconfigurazione di un intero quartiere mantenendo ferma la volontà di attribuire un forte carattere di urbanità all’intervento.
L’idea che possa essere un centro di vita sociale, nata dal superamento della tradizionale concezione dell’edificio scolastico come entità isolata dal contesto sociale, propone lo sviluppo di un organismo dotato di servizi e attrezzature utilizzabili da tutti gli abitanti di qualsiasi età in qualsiasi momento, anche in orari e periodi dell’anno diversi da quelli scolastici.
L’edificio della scuola costituisce una delle rare immagini di architettura che ognuno di noi ha ben scolpite nella memoria sin dall’infanzia. Una rapida riflessione ci porta però a concludere che quasi sempre il ricordo di questo edificio, condizionato com’è ovvio dalla nostra esperienza personale, risulta tanto dipendente dalle caratteristiche intrinseche della costruzione che ci ha ospitato, quanto dal contorno di affetti e di relazioni sociali e situazioni di vita che questi sono stati in grado di innescare.
Da queste premesse l’organismo scolastico viene inoltre pensato in maniera tale da favorire i contatti fra livelli didattici continui, nonché fra didattica e servizi comuni, pur garantendo una sufficiente autonomia ai singoli nuclei. La possibilità di incontri e scambi tra alunni viene favorita anche attraverso l’organizzazione degli spazi comunitari all’aperto, concepiti come prolungamento dei luoghi tradizionalmente destinati all’attività didattica. La contiguità spaziale data dalle “pareti” di vetro, oltre che dagli spazi all’aperto, contribuisce a sua volta, offrendo la possibilità di un interrotta sequenza pedagogica a un proficuo interscambio fra i bambini e gli insegnanti nelle diverse funzioni del programma.
Volevamo così lasciare alle facoltà cognitive di ciascuno l’attribuzione della priorità nella genesi della composizione architettonica tra gli edifici con le loro funzioni. Durante il progetto noi stessi abbiamo voluto rimanere sfiorati dal dubbio; per far questo occorreva che la doppia valenza interpretativa fosse percepibile sia in pianta che in alzato: in pianta la pavimentazione in pietra penetra nell’edificio, in alzato l’introspezione grazie all’uso del vetro e ai varchi contrassegnati dai pannelli in alluminio.

Il programma funzionale
Come già detto la contemporanea chiusura e apertura del recinto è contrassegnata sopratutto dagli ingressi sul prospetto principale, su Via Indipendenza, dai quali si accede alle diverse funzioni.
- La scuola
Le aule per l’attività didattica, su due livelli, 5 aule (1 sezione), per ciascun livello, collegate da scale interne e servizi igienici al piano, sono integrate con la portineria e la sala insegnanti e i relativi servizi igienici. Dal sistema delle aule si può accedere alla biblioteca ed alla mensa.
- La biblioteca
Accessibile indipendentemente dalle aule, è fortemente caratterizzata dalla “torre dei libri”. Al centro, su due livelli, contiene la scala, l’ascensore e il montacarichi. La torre a sua volta è contenuta e resa preziosa dalla teca gigante di cemento e vetro così da renderla visibile dall’esterno. Il ballatoio al piano primo consente la lettura di fronte alla parete vetrata e l’utilizzo della terrazza. In prossimità dell’ingresso un locale ad uso archivio-direzione si affaccia di fronte alla “torre”. Circondata dal patio e da una parete vetrata è collegata alla mensa e alla scuola.
- L’auditorium
Solo gli infissi interamente vetrati dividono il Foyer dall’esterno, la continuità è resa evidente con l’utilizzo all’interno della stessa pavimentazione usata all’esterno, e con il volume vetrato della scala che fuoriesce. L’uso contraddittorio del cemento e vetro, qui vuol raggiungere in maniera provocatoria il momento più alto: sul prospetto principale il volume della sala è “sostenuto” dal vetro.
Al piano terra sono previsti i servizi igienici ed il collegamento alle aule per la musica .
Come era accennato, una delle caratteristiche del progetto è l’utilizzo della piazza per attività all’aperto. Il palco dell’auditorium si può aprire sullo spazio esterno grazie alle grandi pareti mobili, affacciandosi su uno dei tanti patii che questa volta diventa piazza così da ottenere un valore aggiunto. L’auditorium è collegato al piano terra con la scuola di musica.


- Le aule per la musica
Le aule per la musica sono state volutamente rese indipendenti dalle altre funzioni, ad eccezione dell’auditorium, così da rendere funzionale il loro utilizzo in orari extra scolastici. Si presume che per l’attività svolta all’interno di queste aule debba essere prevista una dotazione impiantistica specifica. Essendo l’edificio di nuova costruzione si è ritenuto sostenibile la scelta progettuale di rendere indipendenti le tre aule per la musica e gli altri locali strettamente necessari dalla scuola elementare. L’ingresso alle aule è reso indipendente attraverso l’accesso dalla strada che separa il nuovo parcheggio interrato, con l’area di concorso. Tramite un sistema interno di percorsi si potrà comunque raggiungere ogni altra funzione senza necessariamente uscire dalla struttura.
- La mensa
La mensa è al centro di tutte le altre attività e attraverso un sistema integrato di percorsi e di zone filtro è raggiungibile da qualsiasi punto. Il grande patio centrale raccoglie e distribuisce la luce naturale. Come per le altre funzioni è dotata di servizi igienici e ingresso indipendenti.
- La cucina
Organizzata sul fronte opposto al prospetto principale, l’ingresso per gli addetti e la viabilità per il carico e scarico, in posizione defilata, in qualsiasi momento non intercedono con le altre attività.

Considerazioni conclusive
Le ragioni del progetto sin qui descritte, hanno portato alla rinuncia a scelte progettuali tese alla spettacolarizzazione o autocelebrazione dell’architettura. Crediamo invece che le linee guida della progettazione descritta, possano giustificare anche la mancanza di scelte formali e materiche chiassose o incombenti così da poter limitare o quantomeno controllare i costi delle opere. I materiali previsti infatti sono il cemento, una pietra locale facilmente reperibile, il vetro e il legno.
Il carattere dell’architettura è volutamente puro. Dovrà suscitare curiosità e interesse per l’ordine compositivo e formale. Il prospetto principale non vuole incutere terrore o incombere sugli altri edifici scolastici esistenti, ma anzi è l’avvicinamento a un processo ascensionale, come avviene di fronte alla classicità, o ad un monumento antichissimo, sappiamo che da lì è passata la vita: occorre “prepararsi” per scoprirla.
Un mondo nell’insieme scultoreo ed allo stesso tempo tranquillo, luogo dove creare il proprio spazio, trovare se stessi ricavarsi una nicchia nell’immensità e nello sgomento. L’esperienza di questi spazi vuole essere uno strano tipo di natura in cui si è provocati e ci si stupisce, ma si è anche liberi di trovare la propria vita. Ci piace che l’edificio sia circondato da una città ma al tempo stesso è progettato per essere una città in sé.

I materiali
L’utilizzo dei materiali è conseguente al significato che il linguaggio architettonico proposto vuole trasmettere. Allo stesso tempo le soluzioni scelte muovono dalla possibilità di essere credibili sotto il profilo economico. Alla struttura puntuale in c.a. si è associato l’utilizzo di pannelli sandwich in c.a., in alcuni punti i pannelli verranno rivestiti con lastre di policarbonato opaco che faranno assumere ai pannelli in cemento le sembianze di materiale leggero e semitrasparente.
Gli infissi interamente vetrati sia interni che esterni apribili e non, sono stati dimensionati riducendo il numero di tipi. In tutto il piano terra dell’edificio così come al piano primo della scuola si prevede una sola tipologia. Per i patii e gli infissi interni si è cercato di ridurre al minimo i tipi degli infissi. Le pareti esterne della biblioteca e dell’auditorium sono in pannelli in c.a. dello stesso tipo di quelli utilizzati al piano terra senza alcun rivestimento. Oltre al cemento ed al vetro verrà utilizzata una pavimentazione in pietra che renda percepibile la dissoluzione tra l’interno e l’esterno; vorremmo che il marciapiede già sovradimensionato entri all’interno dell’edificio e/o viceversa gli spazi interni si dilatino verso l’esterno. Infine il legno utilizzato, per la piazza la gradinata esterna e i terrazzi. Per i pavimenti della biblioteca e della scuola di musica si propone il parquet di tipo industriale.
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    Le ragioni del progettoIl progetto nasce con l’ambizione di rendere percepibile la doppia valenza, volutamente contraddittoria, di apertura e chiusura.Il fine è quello dell’incessante ricerca spaziale di intimità e di luoghi raccolti, un progetto che progredisce grazie alla elaborazione planimetrica apparentemente casuale, di forme regolari. La regola si concretizza con la piattaforma a quota +3.50, l’eccezione sono i volumi che si sommano o si estromettono ad essa con forma e dimensione...

    Project details
    • Year 2007
    • Client Comune di Novellara - Reggio Emilia
    • Status Competition works
    • Type Schools/Institutes
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