Ferrara: il Sistema delle Acque

Tesi di laurea vincitrice del Premio Archiprix Italia 2008 - sezione Restauro architettonico Ferrara / Italy / 2006

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Ferrara: il Sistema delle Acque. Proposta di valorizzazione e recupero funzionale dell'ex serbatoio di Piazza XXIV Maggio

DEFINIZIONE CONTENUTI CULTURALI
La straordinaria realtà ferrarese è l’ambito entro cui indagare, alla luce di specifici parametri critici, lo stretto connubio esistente, e sempre esistito, tra l’organismo urbano, l'impianto territoriale e l’elemento che più di ogni altro partecipa alla vita dell’uomo. L’acqua costituisce quindi il filo conduttore del lavoro, nel quale prendono corpo specifici temi nella loro evoluzione diacronica.

PROPOSTA PROGRAMMATICA PER UN POSSIBILE DISTRETTO CULTURALE TEMATICO: FERRARA CITTÁ D'ACQUE
I contenuti culturali che legano la città estense, il suo territorio e il sistema delle acque, sono innumerevoli e individuano con tutta probabilità l’elemento caratterizzante l’identità ferrarese.
Il distretto culturale, un sistema territorialmente definito, capace di integrare il processo di valorizzazione delle dotazioni culturali sia materiali che immateriali con le infrastrutture e con gli altri settori produttivi ad esso connessi, costituisce forse la chiave di volta per innescare un circolo virtuoso coscienza - cura - valorizzazione. In quest’ottica la proposta programmatica si articola nella definizione di un sistema culturale integrato, di un distretto culturale tematico Ferrara città d’acque.

STUDIO E PROGETTAZIONE DEL CENTRO DI COORDINAMENTO
Il contenitore del sistema culturale integrato andrà a costituire il più rilevante e il più immediato fra i media del distretto.
Se, parafrasando Gadamer, ogni incontro con qualsiasi contenuto si risolve in un incontro linguistico, il serbatoio monumentale di piazza XXIV Maggio inteso come soggetto linguistico, come linguaggio, costituisce il naturale punto di incontro tra interprete e interpretato.
Le scelte, programmatiche prima e operative poi, devono essere lette in questa chiave, come una provocazione metodologica che stravolge completamente la prassi di intervento sull’esistente, una proposta nella quale il serbatoio, si impone come soggetto operante all’interno della sintesi uomo interpretans – serbatoio linguaggio – contenuto culturale interpretandum.

Le due Torri dell'Acqua inserite nel centro urbano di Ferrara costituiscono gli unici oggetti architettonici tematicamente rilevanti sopravvissuti alla furia distruttrice che ha riguardato buona parte degli edifici specialistici a carattere produttivo nell'ultimo mezzo secolo.
Sono molteplici gli aspetti che hanno orientato la scelta operativa verso il recupero e la rifunzionalizzazione del serbatoio di Piazza XXIV Maggio.
Se, da un punto di vista funzionale, il serbatoio di Piazza XXIV Maggio risulta sicuramente molto più adeguato, in quanto immediatamente fruibile e accessibile direttamente dalla piazza, da un punto di vista comunicativo il serbatoio monumentale, realizzato dall'arch. Carlo Savonuzzi, è un vero e proprio insieme di spunti, di rimandi che ben si adattano alle esigenze del distretto culturale in essere. La polarità urbana individuata non rappresenta solamente un luogo che nel passato era destinato all'approvvigionamento idrico, e che quindi si potrebbe porre come elemento sintatticamente interessante a fare da contenitore alle esigenze comunicative sottolineate in precedenza. Esso rappresenta anche un luogo che attualmente ha specifiche funzioni e precise peculiarità, che rimandano direttamente e indirettamente ai contenuti oggetto della comunicazione, e che quindi introducono in modo del tutto naturale il fruitore del prodotto comunicativo alla comunicazione stessa: l'oggetto costituisce quindi non solo un adatto contenitore, ma un vero e proprio filtro comunicativo.

SCELTE OPERATIVE
Ogni architettura moderna, così come ogni altra architettura di ogni altra epoca, è irripetibile.
Materiali non più in produzione, tipi edilizi obsoleti testimoniano particolari politiche sociali e soluzioni tecniche sperimentali, la cui storia, da raccontare, è quindi degna di essere conservata e tramandata ai posteri, non solo nei suoi caratteri visivi ma anche in quelli funzionali, tecnici, impiantistici, ecc..
Il serbatoio di Piazza XXIV Maggio oltre a costituire un vero e proprio filtro comunicativo in potenza, per il sistema culturale integrato in essere, da un punto di vista eminentemente architettonico rappresenta un momento decisamente importante tra i prodotti del Moderno ferrarese.
Il progetto di recupero funzionale scaturisce quindi all’interno del tanto dibattuto conflitto tra la concezione del patrimonio moderno inteso come bene economico e l’altra, opposta, vincolata all’idea di bene culturale. In questo caso il concetto di bene economico deve essere inteso al di fuori di una logica esclusivamente utilitaristica, legata a dinamiche di tipo speculativo. Si tratta infatti di valutare le reali opportunità sociali, culturali, comunicative, ecc., che il recupero funzionale dell’oggetto potrebbe attivare. Inoltre non va dimenticato che un edificio specialistico a carattere produttivo, come il serbatoio di Piazza XXIV Maggio, non presenta naturalmente nessuna vocazione d’uso, in quanto non è possibile avvicinare nessuna funzione attuale alla funzione che in passato l’edificio svolgeva. Questo fatto, nella maggior parte dei casi, determina la crisi funzionale dell’oggetto architettonico pregiudicandone spesso la sua sopravvivenza materiale. Non è possibile a mio avviso proporre la tutela di un oggetto architettonico, come in questo caso di dimensioni molto importanti e di significativo interesse storico - artistico, senza affiancare ad essa una proposta di rifunzionalizzazione attiva.
Solo partendo da questi due presupposti, mediando in chiave operativa, è possibile adottare una scelta sostenibile tra conservazione dello stato attuale (privilegiando l’idea di bene culturale ma trascurando le importanti opportunità latenti e consegnando pian piano l’oggetto ad un progressivo abbandono) e restauro conservativo e recupero funzionale in rapporto a nuove destinazioni d’uso, (privilegiando invece la rivalutazione del manufatto rispetto al valore storico - architettonico).
In estrema sintesi:
I) A privilegio dei caratteri che definiscono il serbatoio di Piazza XXIV Maggio quale importante bene culturale si opererà su due versanti:
a) conservazione e valorizzazione del fronte esterno.
b) salvaguardia della lettura strutturale e tipologica.
II) Per gli interventi nell’ottica di una rifunzionalizzazione del serbatoio quale importante bene economico si opererà su tre differenti aspetti:
a) apertura verso l’esterno, per consentire nei limiti del possibile un afflusso di luce naturale all’interno;
b) integrazione con collegamenti verticali aggiuntivi, (doppia rampa e doppio ascensore) funzionali alla corretta fruibilità di ogni livello;
c) integrazione con partizioni interne verticali non strutturali, a definire nuovi spazi per nuovi usi.
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