Parco della Memoria | Ilario Tassone

Campobasso / Italy / 2007

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motivo della pavimentazione.
IL LUOGO DEL RICORDO
Il primo brano del Parco della Memoria
è concepito come un terreno inizialmente
piano e regolare in cui l’evento
simico ha creato, con il movimento
tellurico, grandi spaccature perpen-
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dicolari al terrapieno della scuola, e
l’insieme delle zolle, diversamente
inclinate, che le intervallano.
I tagli nel terreno, ricoperti di brecciolino
bianco, avendo la stessa quota
delle strade che lo delimitano,
permettono l’accesso al parco da più
punti; si sviluppano, in parte, in trincea
(45-50 cm), creando delle sedute
naturali sulle zolle ricoperte di erba, e
in parte alla stessa quota del terreno,
permettendone l’attraversamento.
Agli alberi già presenti, piantati dai
ragazzi della scuola media, si intervallano
alberi di leccio, entrambi disposti
sulle prime zolle, a ricreare e
ricordare, in questo primo brano, una
possibile condizione naturale e serena
ante sisma.
Avanzando verso la scuola, invece, il
sistema delle sedute artificiali ridotto
a semplici parallelepipedi di cemento
bianco, ricorda ancora l’evento sismico.
Inizialmente situate ordinatamente
sul terreno, seguono, poi, l’inesorabile
smottamento che il sisma ne provoca,
disponendosi, in maniera solo apparentemente
casuale, sulle zolle, assumendo
posizioni diverse e non sempre
e necessariamente orizzontali.
In questa fase, l’unico elemento
d’ordine e regolarità è rappresentato
dai due filari di corbezzoli che delimitano
il campo visivo verso il terrapieno
la cui misura ne determina,
quindi, la posizione.
La scelta dei corbezzoli, la loro disposizione
serena, insieme alla dimensione
minuta e alla bianca fioritura
autunnale, ricorda la presenza, anche
in questo luogo, delle piccole vite
scomparse.
Tutti gli elementi, i percorsi, le zolle,
i filari degli alberi, si arrestano su
una fascia parallela e adiacente al
terrapieno, in parte erbosa, in parte
pavimentata, che si divide, rigirando
intorno ad esso, nelle due rampe,
l’una naturale, l’altra artificiale, che
conducono all’opera d’arte commemorativa
e, quindi, alla piazza.
IL LUOGO DELLA TESTIMONIANZA
Il terrapieno della scuola, proprio perchè
testimonianza del tragico evento,
viene, come richiesto, mantenuto allo
stato attuale.
Pur non essendone prevista una
fruizione abituale, l’accesso ai resti
della scuola è possibile da nord,
dove la quota si raccorda a quella
del parco.
I resti sono visibili dalle due rampe
che affiancano il terrapieno e collegano
le due diverse quote del parco
e della piazza, e dall’opera commemorativa
che al terrapieno si affianca,
distaccandosene, tuttavia, di c.a.
60 cm.
IL LUOGO DELLA SPERANZA
La piazza a cui si giunge tramite le
due rampe, è accessibile indifferentemente
anche da via Giovanni XXIII
o da corso Vittorio Emanuele III.
E’ concepita, si, come luogo di aggregazione
e divertimento, ma anche
come spazio definito e regolato dalla
sola mano dell’uomo, lontano fisicamente
e mentalmente dal ricordo del
sisma.
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Qui tutto si dispone secondo una geometria
prestabilita e controllata: il
filare di corbezzoli che delimita su
due lati la piazza, le sedute perfettamente
allineate e orizzontali, la
pavimentazione in pietra locale chiara,
tagliata da linee oblique in pietra
locale scura, che fugano verso gli
elementi trilitici del monumento.
La stessa pavimentazione riveste,
senza soluzione di continuità, anche
l’accesso dal corso Vittorio Emanuele
III, una delle due rampe e parte della
fascia adiacente al terrapieno.
Anche in questo brano di parco riaffiora,
tuttavia, il segno del sisma, che
diventa, adesso, un semplice motivo
della pavimentazione che ne rompe,
con il suo andamento irregolare, la
perfetta geometria, a monito permanente
della superiorità della natura
sulla capacità di controllo dell’uomo.
L’OPERA D’ARTE COMMEMORATIVA
Tra i resti della scuola e la piazza,
trenta sistemi trilitici, posti in rapida
successione, compongono la sagoma
di quello che doveva essere un
grande parallelepipedo e che ora appare,
dopo l’evento sismico, il fermo
immagine della struttura deformata
nell’attimo immediatamente precedente
al collasso.
Raggiungibile dalle rampe che costeggiano
i resti della scuola, lo spazio
interno all’opera si configura come
complesso e articolato ma anche denso
di sacralità; in questo luogo intimo
e al tempo stesso precario, da cui
si possono osservare dall’alto i resti
della scuola, ogni trilite, accoglie il
nome di una vittima.
Esternamente l’opera, fa da quinta
a tutte le manifestazioni, siano esse
commemorative o di altra natura, che
si svolgono nella piazza o nel parco;
un filtro visivo sulle macerie che
mantiene vivo il ricordo delle vittime
in tutti i momenti di collettività.
Viceversa, camminando verso le macerie,
questa quinta trasparente sulla
piazza diviene uno sguardo sul futuro
e un invito alla speranza.
L’ILLUMINAZIONE
Si avvale di tre diversi sistemi: il
primo, caratterizzato da elementi
puntuali, serve i percorsi del parco;
il secondo si concentra sul monumento
con elementi illuminanti e
decorativi posti alla base dei pilastri
che, proiettandosi direttamente
sulle facce esterne di ogni singolo
trilite, compongono fasci di luce,
quindi, diretti al cielo; l’ultimo, un
sistema di luce diffusa incassato nel
pavimento che segue l’andamento
delle fughe, illumina la piazza.
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    motivo della pavimentazione.IL LUOGO DEL RICORDOIl primo brano del Parco della Memoriaè concepito come un terreno inizialmentepiano e regolare in cui l’eventosimico ha creato, con il movimentotellurico, grandi spaccature perpen-7078TC3dicolari al terrapieno della scuola, el’insieme delle zolle, diversamenteinclinate, che le intervallano.I tagli nel terreno, ricoperti di brecciolinobianco, avendo la stessa quotadelle strade che lo delimitano,permettono l’accesso al parco da piùpunti; si...

    Project details
    • Year 2007
    • Client Comune di S. Giuliano di Puglia
    • Status Competition works
    • Type Parks, Public Gardens
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