Flexible House | mauro di criscenzo

Pescara / Italy / 2006

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Progettare un ambiente che duri per tutta la vita è difficile. Non è possibile prevedere il proprio futuro, sapere dove e come si lavorerà, se ci si formerà una famiglia o no . E col passare del tempo, non è detto che le cose si definiscano in modo più chiaro. L’unica certezza è che l’esigenza di flessibilità sarà sempre maggiore.
Progettare spazi flessibili significa tenere in considerazione tutti i potenziali cambiamenti del nucleo famigliare, lo spazio della casa deve mutare in funzione del tempo.
Questo significa che la casa potrà assumere nel tempo varie configurazioni in relazione al numero degli utenti, i bisogni in termini spaziali e funzionali di una coppia appena formata sono differenti rispetto alla medesima coppia che in proiezione futura vivrà nella stessa abitazione con due figli.
Flessibilità vuol dire brutalmente trasformare la sala hobby della mamma in cui dipinge in una camera da letto per il suo imminente bambino, piuttosto che ridurre gli spazi di soggiorno per l’arrivo in casa del nonno vecchio e malato, piuttosto che dividere casa in due monolocali per singles dopo una sfortunata separazione tra due coniugi che non possono permettersi di comprare una nuova casa. Le evoluzioni del nucleo famigliare e le necessità all’interno dello stesso sono molteplici così come quelle della casa “dinamica”.
Nessun alloggio può considerarsi flessibile all’infinito, non si possono avere infinite soluzioni e infinite configurazioni, ma con determinati accorgimenti progettuali del tutto ingegnosi si possono ottenere dei grandi risultati sia per quanto riguarda edifici ex-novo che per ristrutturazioni.
In alto viene riportato il ciclo biologico di un ipotetico nucleo famigliare; si può notare più intuitivamente dal grafico come i componenti della famiglia (ascisse) cambiano in funzione del tempo (ordinate). Si possono rivelare ben 8 fasi all’interno di questo ciclo biologico scandite da altrettanti avvenimenti che mutano il nucleo famigliare. Tali cambiamenti porteranno a mutamenti dello spazio dell’alloggio abitativo.
Ma come è possibile rendere uno spazio flessibile e mutevole nel tempo? Come possiamo trasformare la nostra casa a seconda delle nostre reali necessità e a seconda dei nostri veri bisogni?
La risposta è univoca: rendere minimi al momento della progettazione i così detti elementi invarianti rappresentati da tutti quelli elementi strutturali che svolgono funzione statica e dagli spazio di servizio. In altre parole la flessibilità è inversamente proporzionale alla presenza e al numero di elementi invarianti; setti portanti e pilastri, scale e ascensori, bagni e cucine per la presenza degli impianti rappresentano le invarianti strutturali e funzionali del progetto.
Ridurre al minimo la struttura portante di un edificio o comunque di una abitazione piuttosto che definire in maniera starategica la posizion degli impianti dei servizi significa poter avere più opportunità nella rimodulazione dello spazio domestico.
In questa direzione, in linea alla domanda e alle aspettative vengono proposti spazi più fluidi, zone più che locali chiusi, gli “open space” in cui si ha grande libertà di giostrare gli ambienti in relazione alle proprie necessità anche attraverso elementi ad assetto variabile come pannelli trasparenti o scorrevoli che possono essere facilmente smontati e rimossi. Attraverso questi setti divisori leggeri e dinamici nella posa, che prendono il posto delle setto immutevole in muratura e intonaco, è possibile delimitare i propri ambienti domestici. Anche il concetto di camera da letto è messo in discussione: si tende a non specificare il numero delle stanze né la destinazione dei locali, esclusi ovviamente, come sopra detto quelli di servizio. Vengono anche proposti spazi alternativi, come sottotetti o vani sotterranei, che possono essere destinati a utilizzi diversi: lavoro, relax o ospitalità. Facendo scorrere dei pannelli e utilizzando letti ribaltabili si può ottenere una camera in più, mentre con una parete attrezzata e elementi a scomparsa è possibile creare una casa-ufficio.
Questo cambiamento rischia di essere visto come una semplice ridefinizione verbale dei locali tradizionali, ma è innegabile che rifletta una necessità di avere spazi ad assetto variabile.
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    Progettare un ambiente che duri per tutta la vita è difficile. Non è possibile prevedere il proprio futuro, sapere dove e come si lavorerà, se ci si formerà una famiglia o no . E col passare del tempo, non è detto che le cose si definiscano in modo più chiaro. L’unica certezza è che l’esigenza di flessibilità sarà sempre maggiore. Progettare spazi flessibili significa tenere in considerazione tutti i potenziali cambiamenti del nucleo famigliare, lo spazio della casa deve mutare in funzione...

    Project details
    • Year 2006
    • Client Università degli Studi
    • Status Unrealised proposals
    • Type Multi-family residence / Modular/Prefabricated housing
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