Restauro, sistemazione e valorizzazione della Villa Romana di Malvaccaro
Potenza / Italy / 2008
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Il progetto per la copertura della Villa Romana di Malvaccaro, nell’ottica della filosofia della conservazione, parte dalla scelta irrinunciabile di conservare nel loro contesto originario anche i manufatti più fragili, come l’apparato musivo, e dalla necessità di esporli ad un’ agevole e corretta fruizione pubblica.
Dunque il progetto si muove su due livelli-obiettivi principali: la salvaguardia del manufatto e la sua valorizzazione (con la conseguente fruizione) ed utilizza due dispositivi fondamentali: il percorso ed il contenitore (copertura – teca espositiva).
L’intero percorso è concepito come un continuum che è composto essenzialmente di tre parti: la rampa di accesso alla teca espositiva, la passerella interna che si snoda intorno al mosaico e la scala esterna che permette di proseguire la visita degli scavi della Villa romana.
La rampa di accesso costituisce, allo stesso tempo, il mezzo per raggiungere l’interno del volume vetrato ed un primo livello di visita del sito archeologico; è in un certo senso un percorso di avvicinamento all’architettura della Villa ed un primo grado di conoscenza e di progressiva scoperta degli scavi di Malvaccaro.
La passerella interna è concepita come una “L” intorno al mosaico e costituisce il momento principale della visita; sul suo percorso saranno ubicate una serie di teli-espositori che guideranno il visitatore nell’approfondimento della conoscenza del sito e una serie di slarghi (luoghi di affaccio privilegiati) che permetteranno ai visitatori di sostare ed osservare il mosaico senza intralciare il percorso.
Al termine della passerella interna, uscendo dalla teca-contenitore, si giunge ad un luogo di affaccio sugli scavi archeologici ed in seguito ad una scala che conduce dalla quota interna (+ 0,96 mt) alla quota degli scavi ( -0,31 mt) e guida il visitatore all’interno dei resti degli ambienti che costituivano l’architettura costruita della Villa.
La necessità di garantire la “salvaguardia del bene” rende necessario l’elaborazione e la progettazione di adeguati sistemi di protezione.
La copertura ed il “contenitore” dello scavo archeologico di Malvaccaro sono dispositivi realizzati con l’intento principale di proteggere l’architettura della Villa ed il mosaico dall’azione di degrado esercitata prevalentemente dai fattori ambientali in maniera tale da consentire una corretta conservazione in situ.
La villa Romana, infatti, si presenta come un rudere archeologico che ha perso nel tempo le coperture e gli strati di finitura e protezione ed anche la sua stessa configurazione originaria; tutto ciò fa sì che sul manufatto la sola azione dei fattori climatici, quali la pioggia, il vento, la neve e le escursioni termiche, possa rivelarsi devastante.
La copertura prevista, anche senza eliminare alla radice le cause del processo di degrado, è in grado di attenuarne l’azione e di esplicare un’ accettabile funzione di prevenzione e limitazione degli effetti dannosi.
Il criterio che ha ispirato tutto l’iter progettuale è stato quello del minimo intervento, ovvero un intervento il più possibile contenuto che comporti la minima compromissione del “testo” nella sua valenza documentaria.
Ciò ha comportato la necessità di ridurre il più possibile i punti di appoggio della struttura e di utilizzare, ove possibile, strutture appese alla copertura e sospese sul terreno.
I pilastri sono perciò soltanto sei e sono ubicati nei punti in cui interferiscono il meno possibile con i resti archeologici; la passerella è portata a sbalzo dalla struttura principale; la rampa presenta solo due punti di appoggio; le vetrate sono sospese alla copertura ed alla struttura e si fermano a non meno di 15-20 cm dal terreno segnando uno “stacco” tra il contenitore e la Villa.
Sempre nel perseguimento del minimo intervento e quindi del minimo impatto visivo sul sito archeologico, il “contenitore” è concepito come una scatola vetrata che “minimizza” la presenza dell’involucro evitando la presenza di montanti verticali e orizzontali in facciata.
Le superfici vetrate ed i sistemi di oscuramento e riduzione delle radiazioni solari sono state progettate partendo dall’acquisizione di tutte le informazioni legate all’esposizione solare del manufatto archeologico durante l’intero ciclo stagionale (percorso solare, altitudine solare e azimuth).
A partire da questi dati è stato possibile progettare al meglio il tipo di copertura ed il suo utilizzo come schermatura alla luce solare diretta; si è dunque scelta una copertura molto aggettante (3,20 mt) che permette di evitare, all’interno, fenomeni di abbagliamento e di surriscaldamento ciclico giornaliero dovuti all’irraggiamento solare diretto e quindi di prevenire eventuali conseguenze dannose sul manufatto archeologico.
La copertura consente di schermare la luce solare diretta nelle giornate estive mentre permette il passaggio di una piccola quantità di raggi solari diretti durante il periodo invernale garantendo un apporto minimo di riscaldamento solare passivo.
Dunque il progetto si muove su due livelli-obiettivi principali: la salvaguardia del manufatto e la sua valorizzazione (con la conseguente fruizione) ed utilizza due dispositivi fondamentali: il percorso ed il contenitore (copertura – teca espositiva).
L’intero percorso è concepito come un continuum che è composto essenzialmente di tre parti: la rampa di accesso alla teca espositiva, la passerella interna che si snoda intorno al mosaico e la scala esterna che permette di proseguire la visita degli scavi della Villa romana.
La rampa di accesso costituisce, allo stesso tempo, il mezzo per raggiungere l’interno del volume vetrato ed un primo livello di visita del sito archeologico; è in un certo senso un percorso di avvicinamento all’architettura della Villa ed un primo grado di conoscenza e di progressiva scoperta degli scavi di Malvaccaro.
La passerella interna è concepita come una “L” intorno al mosaico e costituisce il momento principale della visita; sul suo percorso saranno ubicate una serie di teli-espositori che guideranno il visitatore nell’approfondimento della conoscenza del sito e una serie di slarghi (luoghi di affaccio privilegiati) che permetteranno ai visitatori di sostare ed osservare il mosaico senza intralciare il percorso.
Al termine della passerella interna, uscendo dalla teca-contenitore, si giunge ad un luogo di affaccio sugli scavi archeologici ed in seguito ad una scala che conduce dalla quota interna (+ 0,96 mt) alla quota degli scavi ( -0,31 mt) e guida il visitatore all’interno dei resti degli ambienti che costituivano l’architettura costruita della Villa.
La necessità di garantire la “salvaguardia del bene” rende necessario l’elaborazione e la progettazione di adeguati sistemi di protezione.
La copertura ed il “contenitore” dello scavo archeologico di Malvaccaro sono dispositivi realizzati con l’intento principale di proteggere l’architettura della Villa ed il mosaico dall’azione di degrado esercitata prevalentemente dai fattori ambientali in maniera tale da consentire una corretta conservazione in situ.
La villa Romana, infatti, si presenta come un rudere archeologico che ha perso nel tempo le coperture e gli strati di finitura e protezione ed anche la sua stessa configurazione originaria; tutto ciò fa sì che sul manufatto la sola azione dei fattori climatici, quali la pioggia, il vento, la neve e le escursioni termiche, possa rivelarsi devastante.
La copertura prevista, anche senza eliminare alla radice le cause del processo di degrado, è in grado di attenuarne l’azione e di esplicare un’ accettabile funzione di prevenzione e limitazione degli effetti dannosi.
Il criterio che ha ispirato tutto l’iter progettuale è stato quello del minimo intervento, ovvero un intervento il più possibile contenuto che comporti la minima compromissione del “testo” nella sua valenza documentaria.
Ciò ha comportato la necessità di ridurre il più possibile i punti di appoggio della struttura e di utilizzare, ove possibile, strutture appese alla copertura e sospese sul terreno.
I pilastri sono perciò soltanto sei e sono ubicati nei punti in cui interferiscono il meno possibile con i resti archeologici; la passerella è portata a sbalzo dalla struttura principale; la rampa presenta solo due punti di appoggio; le vetrate sono sospese alla copertura ed alla struttura e si fermano a non meno di 15-20 cm dal terreno segnando uno “stacco” tra il contenitore e la Villa.
Sempre nel perseguimento del minimo intervento e quindi del minimo impatto visivo sul sito archeologico, il “contenitore” è concepito come una scatola vetrata che “minimizza” la presenza dell’involucro evitando la presenza di montanti verticali e orizzontali in facciata.
Le superfici vetrate ed i sistemi di oscuramento e riduzione delle radiazioni solari sono state progettate partendo dall’acquisizione di tutte le informazioni legate all’esposizione solare del manufatto archeologico durante l’intero ciclo stagionale (percorso solare, altitudine solare e azimuth).
A partire da questi dati è stato possibile progettare al meglio il tipo di copertura ed il suo utilizzo come schermatura alla luce solare diretta; si è dunque scelta una copertura molto aggettante (3,20 mt) che permette di evitare, all’interno, fenomeni di abbagliamento e di surriscaldamento ciclico giornaliero dovuti all’irraggiamento solare diretto e quindi di prevenire eventuali conseguenze dannose sul manufatto archeologico.
La copertura consente di schermare la luce solare diretta nelle giornate estive mentre permette il passaggio di una piccola quantità di raggi solari diretti durante il periodo invernale garantendo un apporto minimo di riscaldamento solare passivo.
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Il progetto per la copertura della Villa Romana di Malvaccaro, nell’ottica della filosofia della conservazione, parte dalla scelta irrinunciabile di conservare nel loro contesto originario anche i manufatti più fragili, come l’apparato musivo, e dalla necessità di esporli ad un’ agevole e corretta fruizione pubblica.Dunque il progetto si muove su due livelli-obiettivi principali: la salvaguardia del manufatto e la sua valorizzazione (con la conseguente fruizione) ed utilizza due dispositivi...
- Year 2008
- Work started in 2007
- Work finished in 2008
- Client Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata
- Status Current works
- Type Archaeological Areas
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