Urban Center Crocifisso | giuseppe guercio

Urban Center Crocifisso Carlentini / Italy / 2006

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Idee per il recupero di un antico eremo da destinate ad Urban Center dei comuni di Carlentini e Lentini PARTECIPAZIONE E GOVERNO LOCALE La recente stagione delle città, impegnate nei processi di ridefinizione del proprio ruolo, alla ricerca di nuovi strumenti di governo locale e di nuove forme di mobilitazione e consenso, ormai imbocca sempre più spesso la strada dell’approccio strategico. Per i governi locali si tratta di esplorare e misurarsi in campi nuovi, dell’informazione, della promozione, della catalizzazione degli interessi, per cui la pubblica amministrazione tradizionalmente non è attrezzata. In questo scenario da qualche anno cominciano a diffondersi nuovi organismi di promozione dello sviluppo, comunicazione e di costruzione di politiche partecipative, i cosiddetti Urban Center o Case della Città. L’Urban Center italiano si è caratterizzato come “istituzione leggera, che si costituisce come luogo della partecipazione per la costruzione delle politiche locali, rispondendo all’esigenza di favorire ambiti informali di cooperazione e coordinamento in società complesse”. La “partecipazione” sembra diventata oramai una “stella polare” della democrazia occidentale, ma cosa significa partecipare? Come si attuano le politiche partecipative? Chi è deputato a partecipare? Quale modello partecipativo? ……………? Le domande possono essere prodotte fino all’infinito. Il concetto di democrazia partecipativa apre una infinita serie di scenari e questioni inedite che possono mettere in seria crisi i sistemi politici sino ad oggi conosciuti. Esaminando gli esempi già messi in atto in tutto il Paese, oltre ad alcuni aspetti comuni si possono notare marcate specificità locali alla partecipazione. Un errore sarebbe certamente costituito dalla ricerca di un “modello” partecipativo buono per tutti, mentre è auspicabile la ricerca di una via locale frutto di una sperimentazione continua a partire da poche, labili ed essenziali regole iniziali. La partecipazione deve favorire i contributi di tutti, senza esclusione di alcuno, deve prendere coscienza dei saperi diffusi della comunità locale e deve contribuire alla diffusione, allo scambio ed alla implementazione delle conoscenze. L’URBAN CENTER DEL CROCIFISSO Per l’attuazione di politiche partecipative complesse, si rende necessario mettere a disposizione dei cittadini luoghi adeguati per la discussione delle politiche comuni, dove poter intraprendere politiche collettive e confrontare le idee. Il corpo principale del complesso può adeguatamente ospitare un centro di documentazione territoriale, una importante collezione sincronica e diacronica dove cittadini del territorio e non possano attingere notizie e studiare l’evoluzione dei luoghi; un corpo aggiuntivo adeguatamente progettato potrebbe costituire una sala collettiva per le riunioni ed i workshops. La scelta di questo luogo non è casuale, ma nasce da alcune considerazioni: • l’eremo e un luogo di riflessione e pensiero dove l’individuo può, in solitudine o collettivamente riflettere sulle cose che lo circondano; • l’eremo del Crocifisso può rappresentare un luogo straordinario per l’attuazione di un importante processo partecipativo per il territorio del Leontinoi la posizione spaziale del complesso, a cavallo dei due territori amministrativi in cui è stato suddiviso il territorio del Leontinoi, può rappresentare, per due realtà urbane contigue e distanti allo stesso tempo, un importante strumento di crescita socio-culturale fondamentale per lo sviluppo del territorio nella sua unitarietà; • bisogna sottrarre il luogo alla trasformazione in “contenitore culturale”, rendendolo un “diffusore culturale”, tramite un uso diverso simile all’originaria destinazione; LA GREENWAY La proposta della greenway nasce dalla constatazione dell’esigenza di un programma ambizioso per questo territorio. Il termine territorio presenta un vasto arco di accezioni, ma sono soprattutto i suoi molteplici aspetti a suscitare una serie di argomentazioni tematiche che si legano a particolari e diversificanti interessi. Da una concezione puramente fisica a supporto alle attività di trasformazione umana, oggi il concetto di territorio si è arricchito di molteplici significati: ambiente naturale, ambiente umano ed ambiente costruito rappresentano le fondamenta del territorio per la cui costruzione è necessario un creativo e complesso intreccio delle tre componenti. La costruzione di territorio, sotto questa luce, non può dunque essere esclusivamente delegato agli “esperti” di cultura accademica, ma bisogna aprire a saperi non catalogati e non catalogabili dalla cultura scientifica. La greenway vuole essere una proposta da sottoporre alle comunità locali come piattaforma di discussione comune. Il livello di approfondimento è volutamente tenuto basso in modo da non rappresentare un pacchetto predefinito, ma un germe di dialogo collettivo; l’idea dovrebbe coinvolgere entrambe le comunità di Carlentini e Lentini in un’ottica di costruzione comune di territorio. I luoghi attraversati dalla “pista verde” rappresentano i punti cardine di questo territorio, univoco nei suoi molteplici aspetti ma amministrativamente separato. La proposta può rappresentare un valido momento di dialogo istituzionale e non tra le due comunità. Fontana Paradiso, l’area archeologica di Leontinoi, il fiume San Leonardo, i centri urbani di Carlentini e Lentini etc. rappresentano una parte di una straordinaria e complessa evoluzione storico sociale di una comunità umana sin dal neolitico. La greenway può dunque rappresentare una traccia territoriale attorno alla quale poter addensare una straordinaria storia dalla quale partire per poter pensare allo sviluppo di questa comunità; può rappresentare un programma strategico di vasta scala e di lungo respiro per la costruzione di un territorio idoneo al mantenimento ed all’incremento dell’ambiente umano, costruito e naturale. In un’ottica contemporanea può essere considerata come il tratto peculiare di un’area di “eccellenza” per lo sviluppo socio-economico, costituendo un simbolo riconoscibile e tesaurizzante per il territorio. La “via verde” dovrebbe caratterizzarsi per un approccio territoriale diverso , tanto da essere catalizzatore per tutto il territorio ed oltre, per avviare processi di trasformazione e di mantenimento compatibili con gli ambienti territoriali; essere un segno fisico e distinguibile sul terreno tramite un solco verde che il territorio riconosce come valore e patrimonio collettivo da costruire prima, conservare ed implementare poi. La greenway dovrebbe inoltre facilitare la percorrenza lenta del territorio, dal mare alla montagna, rappresentando da quest’ultima parte l’aggangio con l’area degli iblei, costituendo così il primo tratto di una greenway più vasta ad estensione provinciale. La greenway potrebbe quindi rappresentare un programma strategico sovracomunale coinvolgendo comunità diverse e vaste, costruendo così una rete territoriale dell’area iblea, all’interno della quale IL TERRITORIO DEL LEONTINOI potrebbe giocare un ruolo fondamentale che attualmente non ha. CONCLUSIONI La costituzione di una Casa del Territorio, in quest’ottica si rende necessaria ed oramai improcrastinabile, viste anche le copiose dichiarazioni di amministratori locali che parlano di processi partecipativi e l’eremo del Crocifisso, per le motivazioni su esposte potrebbe rappresentare strategicamente il luogo più adatto.
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    Project details
    • Year 2006
    • Main structure Masonry
    • Status Unrealised proposals
    • Type Monuments
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