Garage multipiano ed opere connesse

Progetto vincitore del concorso Venice / Italy / 2007

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Principi
E’ di estrema difficoltà ciò che ci viene richiesto con questo progetto.
Aggiungere un altro tassello alle infrastrutture che stanno trasformando Venezia in un’appendice della terra ferma.
Inevitabile (forse), ma doloroso.
Il nostro progetto cerca quindi di ricostruire una distanza.
Distanza del luogo di progetto dalla città a cui si arriva, distanza da Marghera da cui si viene.
Un luogo intermedio che ci parla di ciò che ci aspetta o abbiamo appena lasciato.
Non siamo ancora , o non siamo più a Venezia, siamo nella sua eco. Anche per chi arriva e parte per mare.
Il luogo che dobbiamo modificare ha due caratteri principali.
Un punto alto, il dosso del ponte e un piano basso, incassato tra percorsi stradali inclinati.
Tra queste condizioni sono pensati due spazi, il Parco alto e il Parco basso.

Chiudere per far vedere
Nel Parco alto la perimetrazione che segna il confine tra interno ed esterno sarà realizzata dal piano orizzontale inflesso. Per vedere completamente dovremo salire.
Nel Parco basso il limite con l’esterno sarà realizzato con il piano verticale.
Per vedere dovremo uscire.
Sono i fondamenti di costruzione della visione urbana di Venezia, meno sensibile il primo, che avviene infinite volte percorrendo i suoi ponti. Salire e guardare sono sinonimi della città. Più diretto il secondo, quando le cortine delle calli allentano la presa su chi le percorre.
Nel Parco alto saremo tenuti sul palmo di una grande mano. Condotti in direzione del Porto o del ponte da un’inflessione dei bordi che schermano la vista vicina, lasciando apparire oltre il nuovo orizzonte artificiale le sommità di alcuni monumenti e le ciminiere di Marghera.
Nel Parco alto si realizza un Beistegui territoriale, un recinto piantumato che fa immaginare la laguna, Marghera e Venezia sezionandone delle viste orizzontali dal basso o delle viste ritagliate da un’inquadratura.
Il Parco basso è un interno assoluto. Vi si entra ovunque da passaggi compressi spazialmente.
La sua ricchezza risiede in una polisemia di viste, in una densità di percorsi perimetrali, in una eccezionalità del suolo.
Per questo il Parco basso lo si percorre a quote diverse, sempre in condizione di balcone, passaggio, portico, portale. Tutta la vita che scorre si dispone sul perimetro. Il centro è un luogo di sosta. Un grande specchio d’acqua ne scandisce il senso: ridurne la dimensione, allontanare dal bordo strada, portare il cielo per riflessione nei percorsi ombrosi dei bordi, accogliere in anse di scala ridotta, ma non domestica, gli individui per farli sostare a gruppi.

Viabilità
Abbiamo studiato un’evoluzione funzionale e paesaggistica dello schema della viabilità proposta, verificando la soluzione con lo studio dei parcheggi.
Nel nostro studio la soluzione consente di rendere separati, in ingresso e in uscita, il parcheggio a tre piani, il parcheggio del porto, il futuro parcheggio del lotto 280 e gli accessi al futuro lotto Caserma.

Percorsi pedonali
Lo spostamento delle persone nei due parchi sarà totalmente libero.
Il trattamento del suolo lo consente.
Il disegno e le qualità specifiche dei due luoghi configurano altresì delle direttrici principali sulle quali sono state disposte le risalite dai parcheggi, gli accessi agli edifici, la stazione della navetta, la discesa al Porto.
Un’idea topologica ci ha guidato nella scelta: connettere stabilmente, in un unico circuito, i due parchi, per produrre un sistema unitario composto di due luoghi riconoscibili.
Così abbiamo sviluppato l’idea di far scendere, con una rampa dolce il Parco alto fino alla piattaforma di ingresso alla navetta (+7) e di rafforzare a questa quota la relazione tra i due parchi.
A questa connessione sotto il piano del ferro della navetta, abbiamo sviluppato una connessione sopra il piano del ferro, in modo da collegare i due parchi anche indipendentemente dalla stazione.
Questo secondo asse, che costeggia il bordo est del Parco alto e dà la vista sui tetti di Venezia, costeggia l’edificio del ristorante-albergo, sull’angolo si collega alla futura passerella pedonale, attraversa la faglia e conduce i flussi sul Parco basso, con due discese-risalite, la prima in prossimità della hall dell’albergo,alla fine della fontana, la seconda direttamente in prossimità dell’ingresso al porto, sotto il grande portico.

Parco alto
Sarà un luogo perimetrato, i bordi rialzati della passeggiate tagliano la vista vicina e lasciano apparire le emergenze lontane. E’ pensato per essere anche il luogo delle grandi istallazioni e sculture della Biennale Arte, per ospitare i grandi concerti.
Sul lato verso Venezia tre cannocchiali tagliati nel piano inclinato inquadrano S. Giovanni e Paolo, il secondo i Frari e S.Marco, il terzo il porto. Una lieve fila di dune scherma il lato Ovest in attesa della seconda fase. Con la costruzione della seconda fase i grandi oculi del lotto 280, divenuto un Edificio-paesaggio, costruiscono la seconda passeggiata alta verso la laguna e Marghera.
A questo idea morfologica e percettiva abbiamo innestato una seconda trama, più complessa, che disegna una percorso continuo, per passaggi trasversali alla direzione verso il porto. Su questo percorso, visivo e olfattivo, sono state individuate diciannove zone che allestiscono una piantumazione bassa, arbustiva e, per punti, alta , alternata a tappeti di fiori.
Le diciannove stazioni sono i luoghi geografici salienti della Grande Boucle di Marco Polo, la Via della seta restituita per punti. Le essenze arboree di questi luoghi compatibili con il nostro clima
Formano un piccolo giardino botanico.

Parco basso
Perimatrato su tutti i lati, questo luogo è lo spazio di dilatazione delle attività collocate sui bordi, la zona di passaggio tra Porto e Venezia, il balcone mancante sulle navi attraccate.
Un portico in doppia altezza, trattato in due diverse maniere nel corpo dell’albergo e degli uffici, costruisce un volume d’ombra che delimita lo spazio pubblico. Nel corpo albergo la circolazione pedonale si svolge a quota +6, con la serie di locali commerciali e a quota +10, per connettere gli arrivi pedonali dal Parco alto e dalla passerella pedonale proveniente da piazzale Roma. Il portico del blocco uffici si apre verso il porto per organizzare le uscite e gli ingressi filtrandoli attraverso un locale di controllo.

Le attività
Abbiamo pensato che fosse sensato accorpare, con una distinzione interna, l’edificio destinato ad uffici all’auditorium, per consentire agli spazi direzionali un uso ravvicinato della grande sala, per la quale è comunque disposto un sistema di uso autonomo dall’esterno.
Con la stessa logica di semplificazione abbiamo aggregato, pur distinto, il grande ristorante all’Hotel, consentendo un suo uso autonomo anche dal parco.
Il doppio abbinamento consente una gestione ottimale e autonoma dei due grandi spazi di ritrovo dando ai relativi edifici connessi una qualità supplementare.

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    Project details
    • Year 2007
    • Client APV Investimenti
    • Status Competition works
    • Type Parks, Public Gardens / Hotel/Resorts
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