EgoCentrica

L’idea alla base di Egocentrica era quella di creare un luogo permeato dalla tecnologia, dai grandi spazi estroversi per consentire forme varie di aggregazione tramite scambi di parole, di opinioni, di clienti, di lavoro sull’onda di quello che viene chiamato hub e co-working. Il tutto voleva essere pensato in un contesto di grande flusso-attesa-sosta-passaggio come ad esempio un centro cittadino, una stazione ferroviaria, una sosta in uno dei tanti circuiti delle metropolitane, in areoporto, ecc. Successivamente, l’attenzione progettuale, volta al nuovo mondo&modo del lavoro, si è focalizzato nei grandi spazi vuoti degli areoporti — da non confondere con le più note aree relax — e proprio qui si è consolidata l’idea di un modulo anti-convenzionale ma al contempo funzionale per i nostri without collars contemporanei costretti a lavorare anche tra un viaggio e l’altro. Giocando con la carta è nata la forma della seduta stessa e tramite la realizzazione dei vari modelli e dei molti passaggi progettuali è venuta alla luce, in tutta la sua plasticità e monumentalità, la struttura definitiva. Egocentrica è stata progettata per accogliere il nomade lavoratore da solo o, accostando altre sedute, in gruppo. E’ pensata per soste più brevi che lunghe e, nel momento del non utilizzo, il tavolino alzato, ricorda molto l’ala di un aereo. Il tocco finale viene eseguito a regola d’arte dal materiale Solid Surface — materiale dalle notevoli qualità — e dal contrasto cromatico dell’imbottitura applicata. La flessibilità del lavoro viene assorbita completamente nell’ego della seduta che, è pronta ad accogliere i nostri più audaci knowledge workers.