ECCLESIA | vito calamita

L’immobile fa parte di un ex complesso conventuale risalente all’XI secolo, è sito nel centro storico di Giovinazzo, un paesino del nord barese, fra le vie Spirito Santo, S. Domenico Maggiore, vico delle Benedettine e S. Giacomo. Dopo alterne vicissitudini, ampliamenti, rimaneggiamenti e frazionamenti avvicendatisi nel corso di svariati secoli, e dopo un parziale crollo avvenuto nei primi del ‘900, tutto il complesso viene ricostruito e restaurato. Viene perciò sottoposto a tutela da parte della Soprintendenza regionale. Il complesso, allo stato attuale, si articola in una serie di ambienti, dislocati ai vari piani, destinati per la maggiore consistenza ad attività di tipo ricettiva (è presente un albergo e dei locali per la ristorazione). L’immobile oggetto dell’intervento è costituito da tre grandi vani, posti al piano terra, con accesso da Piazzetta delle Benedettine, attraversando un atrio scoperto a forma di “L”, e da Via Spirito Santo sulla quale strada si affaccia con due accessi e una finestra. I lavori eseguiti sono stati tutti mirati all’adeguamento degli spazi per l’attività che in essi si svolge, quindi, a dotare gli stessi di tutti i servizi e gli impianti necessari. Per queste argomentazioni la scelta della tipologia degli impianti è ricaduta su soluzioni che non prevedono rotture o danneggiamenti delle murature esistenti tutte in pietra, gli impianti sono stati infatti, alloggiati tutti sotto i pavimenti rifatti ex novo in lastre di pietra naturale lasciata a taglio sega. In particolare l’impianto di climatizzazione viaggia sotto la superficie di calpestio e le bocchette di mandata dell’aria sono posizionate in basso. I nuovi servizi igienici per il pubblico e per il personale, sono stati concepiti sempre nello spirito dell’intervento non invasivo ma sempre connotativo di scelte ben precise. Infatti i materiali usati per i rivestimenti delle zone a contatto dei servizi igienici, sono sempre gli stessi in pietra naturale. Si è preferito non nascondere alcune tubazioni che anzi sono state lasciate a vista così come alcuni particolari tecnici utilizzati per il consolidamento di parti strutturali in pietra. Nella parte posteriore è collocata la cucina, che ha anche un suo accesso indipendente da via Spirito Santo. Il cortile all’aperto è stato lasciato quasi intatto con la sola aggiunta di sedute in muratura e con l’installazione di una breve composizione di verde. Mentre nella sala d’ingresso il piano del banco bar è stato ricavato da un blocco monolitico della stessa pietra usata in lastre per la pavimentazione, esaltando così, la componente cromatica mai lasciata al caso. Il secondo bancone, quello usato per l’elaborazione dei cocktails, è stato ricavato da un vecchio banco da farmacia del seicento, integrato ad un piano di lavoro in corian. I tavoli in legno si sposano a sedute tutte diverse tra di loro ma tutte di design ben connotato. Spicca fra tutte la sedia LC7 di Le Corbusier e un divano in pelle sempre di Le Corbusier, prodotti da Cassina Il contenitore delle bevande a vista posto dietro il banco mescita, rinviene da un’antica ferramenta. L’illuminazione è Viabizzuno. Il tutto convive in un gioco di rispetto di epoche e stili diversi ma legati da un gusto unico per il bello.