EUROPAN 9 - KAPFENBERG (AUSTRIA) | rossella scaramuzzi

NATURE Vs BUILDINGS - progetto runner-up europan 9, Kapfenberg (Austria) Kapfenberg / Austria / 2007

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capogruppo:
ARCH. ROSSELLA SCARAMUZZI

gruppo di progettazione:
ROSSELLA SCARAMUZZI, MICHELE TISCINI

collaboratori:
FEDERICA FACCHINI, ELEONORA MARCHETTI, ALESSIA PICA



PREMESSA
L’area di progetto è amministrativamente periferia di Kapfenberg ma, essendo separata da questa dall’altura di Diemlachk, visivamente appare come periferia di Bruck/Mur, il cui centro risulta anche più facilmente raggiungibile. Si trova quindi a metà tra due centri abitati e si configura come espansione di Bruck/Mur costretta ad arrestarsi in prossimità di un limite fisico esistente, appunto la montagna di Diemlachk.
Oltre a porsi al centro tra due sistemi, quello del costruito/artificiale da un lato e quello del naturale/spontaneo dall’altro, la zona è anche periferia contemporaneamente di due centri abitati. Senza forzature, queste ambigue caratteristiche definiscono l’area come zona di frontiera.
La frontiera è il luogo delle contraddizioni, delle ferite aperte, dello spiazzamento dei confini identitari, ma anche dell’attraversamento, della circolazione e soprattutto della mescolanza materiale.
L’immagine del progetto nasce dalla volontà di sottolineare ed enfatizzare queste peculiarità dell’area.

CONCEPT
La crescita indistinta di due sistemi, quello artificiale verso la montagna e quello naturale verso valle, ovvero verso le abitazioni preesistenti, genera, nel punto di collisione, l’immagine del progetto; i due sistemi, come organismi distinti in grado di autoalimentarsi, crescono, da principio, nel modo sistematico che è loro proprio e, nel momento in cui vengono a contatto, cominciano a disgregarsi reciprocamente, non quantitativamente, ma strutturalmente. Non si registra un prevalere dell’uno sull’altro, ma un rimescolamento degli elementi costituenti: il sistema artificiale, da concluso e lineare, si fa aperto e caotico, mentre quello naturale, da compatto e omogeneo, si fa episodico e discontinuo. L’idea si materializza attraverso un “pixel” organicamente interpretato, ovvero come cellula minima di composizione dei due sistemi: le microparti, sottoposte a pressione, non modificano la loro forma, ma le leggi aggregative secondo cui si relazionano.
Lo spazio è la rappresentazione dell’infiltrazione dei due sistemi che, in seguito ad un cambiamento di stato, sono costretti alla liquefazione e alla mescolanza reciproca: i limiti o i margini tra i due esistono ma si sono dissolti e insieme disciolti a causa di un processo di trasformazione, moltiplicazione e frammentazione, risultato del quale è un’evoluzione fluida e aritmica dello spazio.

PROGETTO
Il sistema naturale è costituito da una cellula che ha dimensioni 50m x 50m che comincia a dilavare dal monte fino a scontrarsi col sistema artificiale che risulta costretto a svilupparsi nei veri e propri solchi tracciati da esso.
La microcellula, “il pixel” del sistema costruito, ha dimensioni 5m x 10m e costituisce il punto di partenza dello sviluppo del sistema; si configura secondo tre diverse tipologie abitative: il monolocale e due tipi di duplex, il primo risultato di una rotazione di una parte sull’altra, il secondo di uno slittamento. Queste tipologie consentono aggregazioni lineari, finite e compatte sul versante del centro abitato, da sinistra verso destra (senza essere per questo, né ballatoi né edifici in linea, piuttosto edifici già in trasformazione), per poi, in ragione del cambiamento suddetto, modificare via via la regola aggregativa, fino a uno scioglimento vero e proprio in cui ognuna di esse può costituire anche da sola la casa unifamiliare passando attraverso quella usualmente detta a schiera: il risultato è una sequenza di abitazioni che man mano si dirada, fino a scomparire in prossimità delle pendici della montagna.
La variegata composizione del sistema abitativo consente la fruizione di abitanti di diverso tipo, dalle giovani coppie alle famiglie, dagli anziani ai singles.
I parcheggi, due per abitazione, sono progettati interrati per i residenti insieme a parte della viabilità carrabile in modo da non configgere con l’intento di lasciare la maggior parte dello spazio vuoto liberamente fruibile dagli abitanti.
Tale spazio, non vincolato da percorsi pedonali, è interamente vivibile da parte dei residenti al fine di incentivare la socializzazione, che già comincia a livello di vicinato, dal momento che le abitazioni restano comunque concentrate e non disseminate nel territorio: non esistono giardini privati ma un unico grande parco che si infiltra nel tessuto abitativo.
Questo parco accessibile anche ai non residenti, per i quali sono previsti parcheggi distinti e in superficie, accessibili attraverso una viabilità esterna all’edificato, oltre ad essere un continuum con le pendici della montagna, si configura come un insieme di aree di rispetto, il cui margine non è minacciato dall’espansione del tessuto urbano poiché, come detto, qui esso si è già dissolto. Inoltre la sua infiltrazione nel tessuto edilizio, attraverso veri e propri cuscinetti di assorbimento, consente la protezione degli edifici dall’inquinamento acustico proveniente dalla ferrovia a ovest, oltre al miglioramento della qualità della vita in termini di ombreggiamento naturale d’estate, ossigenazione dell’aria, stretto contatto con la natura e di risparmio energetico: la maggior parte degli edifici sono orientati a sud, per consentire lo sfruttamento degli apporti solari anche d’inverno, attraverso vetrate (oscurabili d’estate) in copertura che formalmente sono la rivisitazione dei tradizionali tetti a spioventi della Styria; sono edifici compatti (il rapporto superficie/volume è minore di 0.6) caratterizzati da involucri altamente coibentati e privi di ponti termici; le vetrate, di diverse dimensioni sui prospetti, sono dotate di sistemi di oscuramento mobili la cui sporgenza può essere regolata a seconda dell’inclinazione solare, per avere maggior ombreggiamento d’estate e minore d’inverno.


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    capogruppo:ARCH. ROSSELLA SCARAMUZZIgruppo di progettazione:ROSSELLA SCARAMUZZI, MICHELE TISCINIcollaboratori:FEDERICA FACCHINI, ELEONORA MARCHETTI, ALESSIA PICAPREMESSAL’area di progetto è amministrativamente periferia di Kapfenberg ma, essendo separata da questa dall’altura di Diemlachk, visivamente appare come periferia di Bruck/Mur, il cui centro risulta anche più facilmente raggiungibile. Si trova quindi a metà tra due centri abitati e si configura come espansione di Bruck/Mur ...

    Project details
    • Year 2007
    • Status Competition works
    • Type Parks, Public Gardens / Neighbourhoods/settlements/residential parcelling / Landscape/territorial planning / Modular/Prefabricated housing
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