Giovani architetti grattano il cielo - Casabella lab | Paolo Didonè

Stairway to heaven Milan / Italy / 2012

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Un edificio molto alto deve inevitabilmente relazionarsi con il cielo, ma anche con il tessuto urbano in cui è inserito, solitamente dal carattere iper-densificato. L’uomo, in questi spazi, viene astratto dall’elemento naturale poiché il costruito diventa una barriera visiva verso l’alto. Abbiamo associato questa situazione alle opere di James Turrell, dove gli spazi chiusi sono organizzati per incorniciare il cielo e ammirare gli elementi atmosferici attraverso le aperture sul tetto. L’idea è di forare l’edificio per ricollegare l’uomo al cielo, attraverso una vista “controllata” verso l’alto. “Un paesaggio ha meno valore quando è osservato attraverso una parete di cristallo; la presenza costante di questa vista genera consuetudine nel visitatore. Io ammirai a pieno la bellezza del Duomo di Michelangelo quando lo osservai attraverso il foro dalla serratura di una porta.” L. Barragán, conversazione con Selden Rodman, 1958 Il CIELO viene “catturato” all’interno del grattacielo diventando parte integrante dell’architettura. Il vuoto sul cielo è enfatizzato maggiormente se il resto della struttura appare all’occhio umano come un volume pieno. L’edificio, tuttavia, non può essere cieco, ha bisogno di luce, e quindi di superfici vetrate, schermate dai raggi solari per evitare un eccessivo surriscaldamento. Il principio dell’ANAMORFOSI, per definizione, viene considerato un artificio prospettico atto a rendere un’immagine pittorica leggibile solo da un punto di vista anomalo, per lo più obliquo. L’idea è che l’edificio prenda forma secondo questa tecnica con una serie di lamelle che hanno il doppio compito di proteggerlo dal sole e di modificarne l’aspetto a seconda del punto di vista. Questi elementi hanno tre diverse profondità in base al tipo di spazio che proteggono e una sezione più sottile in corrispondenza degli spazi pubblici così da favorire una maggiore trasparenza. Sono invece più lunghe in corrispondenza degli spazi privati all’interno. I diversi spessori degli elementi strutturali permettono di dare anche una lettura dello schema funzionale dell’edificio in facciata. Il Grattacielo è composto da 3 piani per l’ingresso, 7 piani di spazi commerciali, 9 piani di spazi direzionali, 15 piani di hotel e 18 piani di residenziale. Ognuna di queste funzioni ha degli spazi pubblici in quota utili alla funzione stessa e chiaramente leggibili dall’esterno. Nel grande vuoto lasciato per incorniciale il cielo viene collocato uno spazio pubblico per le residenze, un luogo di incontro di funzioni e persone con un punto di vista diverso da quello a livello del terreno. In questo modo il grattacielo risulta una figura dinamica e curiosa, che varia ad ogni angolazione e capace di suscitare emozioni diverse in chi lo guarda.
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    Un edificio molto alto deve inevitabilmente relazionarsi con il cielo, ma anche con il tessuto urbano in cui è inserito, solitamente dal carattere iper-densificato. L’uomo, in questi spazi, viene astratto dall’elemento naturale poiché il costruito diventa una barriera visiva verso l’alto. Abbiamo associato questa situazione alle opere di James Turrell, dove gli spazi chiusi sono organizzati per incorniciare il cielo e ammirare gli elementi atmosferici attraverso le aperture sul tetto. L’idea è...

    Project details
    • Year 2012
    • Client Casabella
    • Status Competition works
    • Type Public Squares / Tower blocks/Skyscrapers / Business Centers
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