Il recupero dell’asse ferroviario-fluviale L’Aquila-Raiano-Sulmona | Antonio Bolino

Consultazione ad inviti per l’associazione culturale “Anabasi” - L’Aquila - MENZIONE SPECIALE Sulmona / Italy / 1999

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Pubblicato in: “Il Treno dei Parchi”, Maggio 1999, A cura di Andrea Taddei; Il progetto é stato presentato: in occasione del convegno sull’asse ferroviario Sulmona-L’Aquila a Raiano, nel maggio del 1998 e a L’Aquila nel maggio del 1999 presso il Forte Spagnolo. Premessa L’ultimo ventennio, caratterizzato da uno <>, ha prodotto una netta distinzione attraverso il riconoscimento di aree a forte sviluppo metropolitano e sacche vastissime di territorio abbandonato. I connotati della diffusione hanno raggiunto una dimensione tale da estendere i propri caratteri a tutto il paesaggio abitato, includendo nei propri limiti le contraddizioni di una convivenza tra opposte differenziazioni all’interno delle quali convivono, talvolta in maniera distinta, la tradizione minore e le realtà metropolitane avanzate. E’ dentro queste considerazioni che si muovono alcune constatazioni relative ai diversi modi di usare il territorio; apparteniamo contemporaneamente a diverse realtà, sia legate ai caratteri della tradizione, che a quelli della modernità. Tutto ciò é possibile soprattutto in virtù di un sostenuto sviluppo dei sistemi di comunicazione. Possiamo pensare di passare, in poco tempo, da una condizione domestica ad un contesto metropolitano, da una velocità all’altra, in un unica realtà territoriale che le contiene entrambe. In questi ultimi anni infatti si é del tutto ribaltato il rapporto di dipendenza tra tracciato ed infrastrutture, sono ormai quest’ultime a caratterizzare le nuove dinamiche insediative e di conseguenza le forme di consumo del territorio della costa Adriatica in particolare e del suo entroterra. Il ruolo delle infrastrutture, però, assume aspetti diversi nel territorio montano di origine policentrica rispetto a quello di costa a sviluppo diffusivo. Per quanto riguarda la costa, infatti, le infrastrutture generano i nuovi meccanismi insediativi oltre alla comunicazione sul territorio. Nell’entroterra dove i luoghi sono ancora segnati dalle emergenze storiche, le infrastrutture subiscono maggiormente la presenza di quest’ultime. Spesso, in questi territori é l’infrastruttura ad adeguarsi ai luoghi della struttura storica. Non si creano di fatto stravolgimenti rispetto alla struttura del territorio, anche se muta l’immagine del suo paesaggio con una sostaziale distorsione della percezione. Nel sempre più diffuso dibattito sull'assetto dell'urbanizzato e della crescita più concentrata delle città, si pone maggiormente attenzione alle contrapposizioni città-campagna, centro-periferia, artificio-natura indagando le tematiche legate alla dispersione del costruito e a quella immagine sempre più consueta della metropoli diffusa. Nasce il problema, quindi, di individuare, interpretare e valorizzare le “tracce” ritenute significative e i “caratteri” dell'esistente. Si lavora “fuori dai centri storici”, all'interno di una configurazione a “rete” delle strutture storico-naturali esistenti di cui i centri storici sono parte integrante. Ciò significa guardare ai centri storici non come città-museo da conservare, ma come un processo da comprendere per capirne i significati della loro lineare evoluzione. Luoghi sempre più in attesa di un possibile nuovo significato, oggi sempre più “luoghi ibridi” potrebbero invece favorire il futuro della riqualificazione urbana. Il Recupero in questi casi può essere inteso come una sorta di restauro urbanistico, superando l'atteggiamento di tipo "conservativo" e "vincolistico" in senso stretto, sempre più tranquillizzante di un qualsiasi sforzo teso ad interpretare il passato e a restituirne attraverso il progetto contemporaneo nuove ragioni e nuovi ruoli. Il caso di studio Gli usi diversi dei luoghi di una città talvolta si succedono sopra lo stesso suolo e sotto lo stesso nome, nascono e muoiono senza essersi conosciuti, incomunicabili tra loro. Così l'uso che se ne fa tende a coincidere, senza avere in questo modo una precisa identità, sostituita da una molteplicità di significati che ognuno di noi attribuisce a quel determinato luogo. Tutto ciò é causato dall'incredibile accelerazione del tempo che ha prodotto mutazioni genetiche ai luoghi da noi conosciuti, generando talvolta identità altre al di fuori del senso stesso dei luoghi. Il senso dei luoghi oggi esiste se si accettano alcune condizioni, una di queste é la "velocità" con cui il luogo può acquistare, perdere o cambiare il suo senso. Il luogo c'é ma è ormai privo di senso per la sua comprensione bisogna saper andare oltre le ragioni delle cose. I luoghi e le emergenze che si trovano dispersi lungo la fascia pedemontana della valle Peligna, hanno una duplice valenza; da una parte é possibile intenderli come il prolungamento del singolo borgo nella campagna, dall’altra come il sistema unitario e riconoscibile costituito da più nuclei. La loro forza é ancora oggi quella di essere una vera e propria rete di piccoli e grandi servizi, attrezzature, luoghi di riunione temporanea e/o periodica in un rinnovato rapporto con la natura e con il territorio. Queste emergenze, sparse sul territorio, definite dal valore dei luoghi e dall'uso cui sono destinate, si presentano come elementi di mediazione e unificazione tra le aree rurali di collina e il grande centro di fondovalle (la città di Sulmona). La riconoscibiltà di questo “paesaggio” diventa l’elemento forte della scelta progettuale, nel tentativo di restituire nuova identità a questi luoghi, pur riconoscendo la loro singola autonomia. Un progetto capace di restituire senso a questo territorio attraverso interventi puntuali, deve trovare le proprie ragioni in un’architettura che sappia anche mutare nel tempo e adeguarsi a quelle distanze non più solo fisiche. Qui la naturalezza del progetto deve aderire ai dati fisici e funzionali di un tema che ha già in se contenuti di una sua possibile soluzione. Quadro programmatico del caso di studio Il tema della ricerca fonda le sue ragioni proprio sulla sovrapposizione che si é instaurata tra la storia passata, presente, recente di parti di città che convivono in questo importante centro abruzzese. Sulmona si rivolge all'Abruzzo come una città originale e suggestiva, capace di mantenere nei mutamenti avvenuti nei secoli, una fisionomia precisa, una dignità di centro di riferimento per il sistema territoriale più vasto. Città con un forte entroterra agricolo, omogeneo al tessuto urbano, ancora legato ad un sistema per molti aspetti medievale, con un paesaggio di sapore arcaico, maestoso e ricco di testimonianze storiche e naturalistiche, per molti versi ancora radicato nella cultura locale e caratterizzato da forti contrasti. In particolare l’area situata lungo la fascia pedemontana, a ridosso del nuovo parco naturale Majella-Morrone, presenta una situazione singolare, caratterizzata da una sovra-codificazione di segni e di sensi diffusi, in tutto il territorio: - Le tracce storiche, come le strade in questione di età romana, la Badia Morronese, l'Eremo di Celestino V, la zona archeologica e i resti del santuario di Ercole Curino, i pozzi ottocenteschi, la villa di Santa Lucia costruita sui resti di una antica chiesa; - Gli elementi naturali rappresentati dal monte Morrone, carico di segni della memoria, e ancora dalla presenza di una particolare zona agricola vincolata dalla normativa vigente; - I segni della memoria, costituiti dalle varie manifestazioni che hanno costruito la storia in questi luoghi, come la Perdonanza, gli avvenimenti teatrali, culturali e sportivi; - I suoli dismessi rappresentati dalle numerose piccole e grandi cave di sabbia distribuite lungo la principale strada di comunicazione dei borghi; cave che hanno cancellato i segreti di un popolo antico sapientemente custoditi dalle tombe a camera; - La nuova espansione che con un carattere più spontaneo, non ha mai aderito ad un preciso programma di intervento in grado di fornire un disegno completo a questi insediamenti; - I servizi territoriali, la discarica dei rifiuti solidi urbani, la Base Logistica, il poligono di tiro dell'esercito italiano; - La nuova infrastruttura viaria in particolare la superstrada che divide Sulmona dai suoi borghi agricoli. Pertanto l'occasione offerta dal parco naturale Majella-Morrone rappresenta una condizione necessaria per poter riorganizzare e ridisegnare questa vasta porzione di territorio dalle alte potenzialità, ristabilendo quel particolare legame oggi sempre più debole, tra e il nucleo di Sulmona e i suoi borghi agricoli. Tutto ciò ci porta a credere nella possibilità di riappropriarci di questi elementi attraverso il riutilizzo della Badia Morronese, come nucleo centrale di servizio a tutte quelle attività disperse sul territorio, legate alla promozione del centro studi e ricerche storico-ambientali, culturali ed espositivi, ricezione turistica ecc.; il riutilizzo delle cave per attività culturali, come Centro di Educazione Ambientale, ed infine il ridisegno di quelle porzioni di territorio dove gli oggetti costruiti non restituiscono un disegno che tenga conto del carattere dei luoghi. Ipotesi di intervento Il progetto lavora a scala territoriale, e intende affrontare il ruolo che ha Sulmona in relazione al territorio che va ben oltre i confini fisici della Valle Peligna, ed in particolare quello della Badia Morronese nei confronti della fascia pedemontana e del parco naturale Majella-Morrone, “guardando” a quegli antichi legami che la contemporaneità ha modificato. A partire dal riconoscimento della discontinuità (generata nell'area di studio proprio in presenza di quegli elementi fisici che hanno funzioni e utilizzazioni contraddittorie prive di legami con la utilizzazione di questa vasta porzione di territorio), come espressione fisica di una delle tante parti autonome che formano la città senza alcuna relazione tra loro, il programma di intervento proposto si fa carico delle problematiche individuate tentando il recupero di possibili relazioni tra le parti di città attraverso una strategia ri-fondativa degli elementi caratterizzanti lo sviluppo di nuovi meccanismi di uso del territorio e insediativi. - Di recupero dei segni della Natura e delle Tracce dell'uso Storico del territorio. - Di costruzioni di un nuovo rapporto tra città e i suoi borghi agricoli, oggi negato dalla presenza della nuova viabilità (superstrada) che ne impedisce le relazioni. - Di ribaltamento del carattere di "confine" assunto dall'area, con la localizzazione di strutture di servizio del nuovo insediamento e di quello esistente, per invertire il processo di marginalizzazione indotto dallo sviluppo urbano. - Di realizzazione di una nuova immagine architettonica attraverso nuove figure capaci di restituire identità al luogo. Caratterispecificidell’intervento Nel cuore dell’abruzzo verde, il parco nazionale Majella-Morrone tutela un prezioso patrimonio di natura e storia. Montagna aspra e inospitale, dagli elevati valori naturalistici, già descritta come il “padre dei monti” nella Naturalis Historia di Plino il Vecchio la Majella é sempre stata in stretto rapporto con l’uomo e il suo lavoro, la sua storia, la sua cultura. I resti di una intensa vita mistica testimoniano la presenza nel corso dei secoli di santi ed eremiti. l’integrazione tra uomo e ambiente naturale, anche attraverso la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici é una delle finalità della legge quadro sulle aree protette (l.q. n 394 del 6/12/91). l’inclusione del parco della fascia pedemontana del Morrone, espressamente voluta dal comune di Sulmona consente di cogliere il duplice obbiettivo della valorizzazione del patrimonio naturale e di quello culturale. testimonianze storiche ed archeologiche conferiscono a questa area un ruolo paesistico ambientale di notevole interesse pubblico. In tale contesto il parco diventa un duplice strumento per la difesa dell natura e per la garanzia di un alto livello di esistenza qualitativamente elevato, per l'intero ambiente uomo compreso; oltre a fornire un’importante mezzo di pianificazione e di promozione in grado di assicurare una crescita economica, sociale e culturale. Tutto ciò' produce effetti positivi nei diversi settori, anche grazie alle misure di incentivazione previste dall'apparato normativo. e' più facile, infatti realizzare opere di risanamento nel territorio, ed in particolare nel campo delle attività agro-silvo-pastorali e tradizionali. - INTERVENTO 1 RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE. Localizzato nei pressi del borgo agricolo case lupi, lungo la strada romana tra Badia e Bagnaturo, prevede il recupero ambientale di una cava di notevole estensione, ma di scarsa profondità, e la riqualificazione del borgo. L'intervento sulla cava propone l'utilizzo turistico-commerciale del luogo, mediante l’inserimento di attrezzature e servizi per attività escursionistiche e la promozione di prodotti artigianali locali. La riqualificazione del borgo, con interventi minimi sull’abitato, volti a restituire allo stesso i requisiti per un più funzionale modo di abitare, non trascura l’area sottostante, ma la indica come adatta ad ospitare fiere del verde ed esposizioni a carattere nazionale ed internazionale di prodotti floreali. - INTERVENTO 2 LA BADIA MORRONESE COME STAZIONE INFORMATIVA E FORMATIVA DEL PARCO La Badia morronese, situata lungo la strada di collegamento tra l’eremo di Celestino V e la stazione di Sulmona, é individuata come potenziale centro direzionale ed informativo di tutte le attività di consumo che si svolgeranno sul territorio stesso, nonché sede centrale del parco. La riqualificazione della strada di collegamento cerca di restituire un ruolo ai numerosi accessi ai campi per riscoprire la cosiddetta “Via del Grano”. - INTERVENTO 3 PERCORSI ARCHEOLOGICI. L’area di studio é caratterizzata dalla presenza dell’eremo di Celestino V e dagli scavi archeologici del santuario di Ercole Curino. Si ipotizza un'intervento di riqualificazione dei percorsi archeologici, che hanno come punto di origine il belvedere. Sono previste attività ricettive e attrezzature di servizio (informazione, bar, ristoro), ed un piccolo centro espositivo che potrà contenere tutti gli oggetti rinvenuti nell’area (esposti nel museo di Chieti). - INTERVENTO 4 CENTRO DI EDUCAZIONE AL PARCO La località case Ustacchie é caratterizzata dalla presenza di numerose cave, notevoli per dimensione. Il loro recupero é pensato attraverso la trasformazione dell’area in un Laboratorio di Educazione Naturalistica che consenta la reintroduzione della vegetazione originaria e che permetta la salvaguardia dell’ambiente attraverso un’azione di tipo didattico. - INTERVENTO 5 RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE Localizzato nei pressi del borgo le Marane, prevede la riqualificazione ambientale dell’area alle pendici del monte Morrone, (oggi utilizzato per le esercitazioni militari), attraverso la reintroduzione di specie arboree e la copertura del terreno mediante un manto erboso. L’antica strada romana, che collegava il borgo con Sulmona, ormai interrotta dai numerosi svincoli stradali della variante alla ss. 17, ospiterà un’azienda agrituristica e le sue piccole abitazioni negli sconfinati campi di grano. - INTERVENTO 6 RIQUALIFICAZIONE RESIDENZIALE La strada di collegamento che dalla località le Marane arriva direttamente nel cuore della città di Sulmona sarà oggetto di una riqualificazione di tipo residenziale. Caratterizzata dalla presenza di numerose case, a uno o due piani, disperse lungo la stessa senza alcun ordine. Questo intervento si pone l’obiettivo di restituire alla strada un nuovo ordine urbanistico e una nuova configurazione compositiva. - INTERVENTO 7 RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE L'intervento prevede la riqualificazione dell'attuale discarica e la messa a norma dei suoi spazi di pertinenza. Una particolare attenzione sarà posta alle aree di contorno dell'attuale discarica attraverso il ripristino funzionale delle attività legate alla presenza di masserie e casali oggi squalificate dalla presenza della stessa.
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