Residenze e Uffici | michele sabatino

“L’Architettura è un fatto culturale, ossia, l’espressione più immediata del grado di civiltà dell’essere.................”, questa la frase che compare sui cartelloni delle mie architetture, insieme ai dati vari e alle viste fotorealistiche del progetto, che poi altro non è che la sintesi del mio pensiero sull’architettura.

IL PROGETTO
L’intorno è altamente frammentario e di scarsa qualità architettonica, il tipico contesto periferico, ove il caos e il disordine governano incontrastati. Il progetto si propone un duplice obbiettivo: il benessere di chi lo vive e contemporaneamente mira a riqualificare il contesto, coerentemente con il budget economico a disposizione e il grado culturale della committenza.
Proprio la frammentarietà, rivisitata e reinterpretata, si trasforma in un insolito dinamismo, divenendo così il principio generatore del progetto. La staticità e la purezza quasi monacale di un lungo parallelepipedo bianco, viene violentata e negata dalla sovrapposizione e la penetrazione di piccoli volumi colorati, dalle scale, e dall’andamento della copertura, curva. Lo sviluppo longitudinale, e la sagoma trasversale, rendono l’edificio assai simile ad un trenino, come amò definirlo una mia amica “architetto” osservando una vista fotorealistica del versante sud.
In sintesi, un puro esercizio compositivo di chiara astrazione cubista…………………………..