Ambasciata israeliana

Berlin / Germany / 2001

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Con la cerimonia d’inaugurazione del 09.05.2001 è stata aperta la prima ambasciata israeliana sul territorio di Berlino. Distaccato dal quartiere diplomatico e di governo si presenta lo stato d’Israele, nel quartiere di Grunewald, con la sua ambasciata in un nuovo edificio dal carattere funzionale, tipico per questo Paese, opera dell’architetto israeliano Orit Willenberg Giladi. Sul luogo storico del n° 74-78 della Auguste-Viktoria-Straße, il consulente di commercio ebreo Herrmann Schöndorff fece erigere negli anni ’30 una villa in stile borghese, che ora, dopo ingenti lavori di risanamento, funge da sede di ricevimenti ufficiali, nonchè da abitazione dell’ambasciatore. Immersa in un parco dagli alberi secolari, la vecchia costruzione costituisce, insieme con il nuovo scultoreo edificio della Cancelleria, l’ensemble dell’ambasciata berlinese d’Israele.

L’architetto Orit Willenberg Giladi è nata nel 1960 in Israele. I genitori erano di origine polacca ederano sopravvissuti all’olocausto in Europa. Dalla conclusione ”cum laude” dei suoi studi di architettura presso l’università di Haifa nel 1985, lavora come libera professionista a Tel Aviv. Fra i suoi progetti più significativi si possono citare gli edifici dell’ambasciata dello stato d’Israele a Bangkok, Manila e Ginevra. A breve sarà possibile vedere anche in Germania, nell’ambito della mostra ”Incontri - il paradosso interno dell’architettura israeliana”, un suo progetto di una scuola per il paese arabo di Abu Gosh.

La generazione di architetti di cui fa parte Willenberg Giladi da un lato risente dell’impronta, preponderante in Israele, dei moderni - molti discepoli della Bauhaus sono emigrati in Israele ed hanno partecipato attivamente alla costruzione delle città -, dall’altro è caratterizza dagli influssi postmoderni provenienti dagli USA. Da qui si è sviluppato in Israele un linguaggio architettonico sì funzionale, ma che, connesso ad un certo pathos eroico determinato dal senso nazionale, definisce un’architettura propria e tipica di questo Paese.

Data la storia della propria famiglia, l’invito al concorso per architetti nel 1998 è stato per Orit Willenberg Giladi, nonostante i tre già realizzati edifici di ambasciate, tutt’altro che routine. Desiderio del committente, il Ministero degli Esteri israeliano, era esprimere con l’edificio dell’ambasciata la complessità ed il valore simbolico di una rappresentanza dello stato ebraico nella Berlino riunificata.

Il terreno di costruzione ideale per il progetto si trovava nel Grunewald, nel quartiere in cui prima della guerra era insediata la borghesia e l’alta borghesia ebrea tedesca. Contrariamente al quartiere intorno alla Oranienburger Straße nel centro di Berlino, dove si svolgeva apertamente la vita religioso-ortodossa, si viveva qui piuttosto quasi nell’ombra, senza troppo distinguersi in modo evidente dalla parte di popolazione di religione non ebraica. Cosicché Grunewald non fu neppure teatro di particolari azioni di propaganda naziste. Gli ebrei abitanti di questo quartiere si ritirarono in silenzio in esilio. Fu così anche per Hermann Schöndorff, membro del consiglio di presidenza della Rudolf Karstadt AG, che per soli quattro anni poté godersi la sua rappresentativa abitazione nella Auguste-Victoria-Straße e che nel 1934 fuggì in esilio a Parigi. Qui, su questo terreno, lo stato d’Israele ha deciso di erigere la prima ambasciata israeliana sul suolo di Berlino.



Con l’idea di trovare un nuovo impiego per l’abitazione di Schöndorff, del tipo di una palazzina barocca, ed affiancargli un nuovo edificio per l’ambasciata, a se stante ed integrato nel parco, Orit Willenberg Giladi è riuscita ad imporsi sugli altri progetti degli architetti partecipanti al concorso ed è stata incaricata della realizzazione.

La vista frontale del nuovo edificio della cancelleria è composta da sei piloni in ferro, che si protendono dall’ininterrotta vetrata della facciata. Il numero sei intende ricordare i sei milioni di ebrei vittime del regime nazista. Il corpo dell’edificio viene penetrato da una parete in pietra arenaria d’Israele, che segue nell’interno l’asse centrale di accesso. La presenza fisica della parete grezza dalla calda tonalità gialla, condotta verso oriente sino al tetto dell’edificio, trasporta un pezzo dell’identità israeliana a Berlino.

Il riferimento formale al vecchio edificio viene creato tramite la scelta dei materiali. Le facciate di entrambe le costruzioni sono realizzate con lo stesso grigio calcare conchilifero, tuttavia con una lavorazione, differenziata in relazione alla tipologia dell’edificio. Sia il dinamico tetto sospeso del nuovo edificio, che il tetto a padiglione della vecchia costruzione sono rivestiti con il vivace verde delle lastre in rame pre-patinato del marchio TECU®-Patina. I duraturi sistemi TECU® per coperture e facciate si sono affermati in compiti impegnativi sotto l’aspetto tecnico e del design, sia nel settore della tutela di costruzioni di carattere storico-monumentale, che nella realizzazione di creative coperture e rivestimenti di pareti esterne nell’architettura moderna, che - grazie all’elevata adattabilità dei prodotti TECU® -trovano senza esitazione soluzioni sin nei minimi dettagli. La naturale superficie di TECU®-Patina, al contrario di uno strato di colore, rimane viva e vivace, grazie alla continua reazione agli influssi atmosferici ed armonizza in modo durevole con gli altri materiali di costruzione.

Fra la nuova cancelleria e la villa ristrutturata come residenza e sede di ricevimenti, è stata ricavata una piazza circolare - da qui si ha accesso ad entrambi gli edifici.
Simbolica è la ”gestualità” del nuovo edificio: una delle sei colonne si stacca dalla facciata e si protende in forma di cancello verso la piazza. Un piccolo vano coperto, delimitato sul retro dalla parete in pietra arenaria, costituisce l’ingresso. Sulla sinistra si trova la sezione consolare, a destra un settore protetto da barriere di sicurezza. Attraverso uno scalone da usarsi per festeggiamenti interni, si accede qui ai restanti tre piani di uffici. La hall è dominata da un possente cubo a due piani rivestito in TECU®-Patina, che s’insinua, quale corpo a stante, da nord nell’edificio. Sono qui esposti e tuttavia ben protetti l’ambasciatore e la sala delle riunioni. Le lastre pre-patinate TECU®-Patina proteggono all’esterno il cubo dal vento e dalle intemperie e con la loro colorazione danno all’interno un piacevole tocco di vivacità.

Il vecchio edificio comprende un ampio vano al pianterreno, offrendo con ciò la possibilità di essere sede di ricevimenti ufficiali. Il piano superiore è riservato ai locali dell’abitazione dell’ambasciatore.

L’insieme ottenuto è teso ad esprimere accoglienza verso il visitatore ed a sottolineare la disponibilità di Israele ad andare incontro alla popolazione tedesca. La recinzione che delimita l’area ha, in pianta, la forma di una lama dentellata di sega ed i lati corti sono in vetro di sicurezza. Si apre così un possibile scorcio sull’area, che unitamente all’abbondante impiego di vetrate nell’intero nuovo edificio, sta ad evidenziare l’impegno alla trasparenza.

Agli occhi del committente, il nuovo edificio è la più bella ambasciata israeliana che sia stata costruita sinora in tutto il mondo. Israele si presenta a Berlino con questa caratteristica costruzione, espressione di uno stile proprio e coscienza di sè.
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    Con la cerimonia d’inaugurazione del 09.05.2001 è stata aperta la prima ambasciata israeliana sul territorio di Berlino. Distaccato dal quartiere diplomatico e di governo si presenta lo stato d’Israele, nel quartiere di Grunewald, con la sua ambasciata in un nuovo edificio dal carattere funzionale, tipico per questo Paese, opera dell’architetto israeliano Orit Willenberg Giladi. Sul luogo storico del n° 74-78 della Auguste-Viktoria-Straße, il consulente di commercio ebreo Herrmann Schöndorff...

    Project details
    • Year 2001
    • Work finished in 2001
    • Status Completed works
    • Type Embassies
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