Concorso nazionale di idee | Angelo Vestri

Entrare a Tarquinia:Riqualificazione degli accessi Tarquinia / Italy / 2011

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INQUADRAMENTO GENERALE DEL PROGETTO: Il territorio sul quale si innesta il progetto è caratterizzato dalla notevole presenza di testimonianze storiche, alcune delle quali, come la Necropoli dei Monterozzi, patrimonio mondiale dell'UNESCO a partire dal 2004. Nonostante queste presenze di notevole importanza, sembra mancare una visione d'insieme dello sviluppo della città capace di sfruttare tali risorse. Gli accessi alla città rappresentano un biglietto da visita troppo spesso ignorato che, insieme alla valorizzazione dei centri storici e per di più in una città come Tarquinia dal flusso turistico considerevole, possono rappresentare un volano per un turismo diverso rispetto a quello prettamente marittimo. Il percorso N°1, parte dall' Aurelia vecchia, fino alla Barriera San Giusto, passando per Via delle Rose. Nella parte iniziale della via è presente un muro che costeggia la carreggiata, mentre sull'altro lato, oltre la banchina, la vegetazione non risponde ad una logica progettuale e l'immagine che ne scaturisce è di incuria, disordine e abbandono. Nella parte finale di tale via è situato il primo grande vuoto urbano, direttamente a ridosso con il quartiere residenziale "Gabelletta". L’area è delimitata da una rete metallica che accentua ancor di più la scarsa attenzione che si è avuta nei confronti di una porzione di territorio urbano così importante. Proseguendo per Via delle Rose, appena superata la rotatoria, vi è il secondo grande vuoto urbano, compreso all’interno della curva, che presenta un dislivello considerevole, di oltre 9 m. Proseguendo, fino ad arrivare alla Barriera di San Giusto, si ha la percezione di una certa pericolosità dovuta anche all'assenza del marciapiede. Davanti alla porta di accesso alla città, oltre alla presenza di due pompe di benzine, anche la circolazione viaria rappresenta un punto di notevole criticità e degrado. Il percorso N°2, nel suo primo tratto, è costituito dalla Strada Provinciale dei Montarozzi; il traffico veicolare è piuttosto intenso e la carreggiata ha uno sviluppo trasversale abbastanza esiguo se relazionato all'importanza della strada. Nel tratto finale della strada provinciale è ubicato un piccolo spazio a verde, realizzato nell'ambito della lottizzazione retrostante, spoglio di qualsiasi attrezzatura necessaria per svolgere attività all'interno di un parco urbano. Il percorso N°3 si apre con l'immagine dell'acquedotto che versa in uno stato di notevole degrado ed è inoltre "abitato" da specie animali e vegetali. Anche qui la vegetazione disposta al margine del viale non sembra rispondere ad un disegno organizzato e razionale. Appena superata la necropoli dei Monterozzi troviamo una pompa di benzina che funge da rotatoria e la visione d’insieme non si addice ad un viale che ci conduce al museo e alla necropoli dichiarata patrimonio mondiale dell'UNESCO ma bensì ad una viabilità priva di un progetto urbanistico coerente. Questa criticità si protrae fino all'ingresso di Porta Tarquinia dove si vanno ad incrociare tre diverse sedi stradali che rappresentano una notevole pericolosità ed inoltre si ha un accesso qualitativamente inidoneo al centro storico della città. MOTIVAZIONI DELLE SCELTE PROGETTUALI: La progettazione è stata divisa in due livelli, una riguardante le macroaree e l'altra le microaree. Si è optato per questa scelta soprattutto per la vastità dell'area di progetto ma anche in virtù della presenza di vuoti urbani in alcuni punti e del costruito in altri. Il progetto si pone l'obiettivo di riqualificare gli accessi alla città con interventi flessibili a seconda delle esigenze del luogo. L'idea di fondo è quella di connettere il centro città con i nuovi quartieri residenziali e con l'area archeologica dei Monterozzi creando delle architetture utili alla popolazione e che siano in grado di rendere vitali i quartieri in cui si andranno ad inserire. I lotti limitrofi alle aree di progetto risultano in larga parte costruiti e rischiano di essere episodi isolati di un tessuto urbano che va perdendo la propria identità. Identità che risulta di primaria importanza per questo Comune che si trova inserito in un territorio di notevole interesse sia dal punto di vista archeologico - culturale che turistico. Il numero degli abitanti infatti, nei periodi di alta stagione, viene più che duplicato dalla presenza di turisti che trovano ospitalità nelle attività di accoglienza e nei campeggi. A fronte di queste valutazioni le idee progettuali proposte dovranno regolarizzare le diversità nel tentativo di costruire relazioni tra spazi ed edifici restituendo a questi brani di tessuti urbani una propria identità. Occorrerà farlo farlo nel rispetto delle preesistenze, in modo flessibile - in grado cioè di rispondere a diverse esigenze qualitative e quantitative - inserendosi in maniera naturale senza creare un'immagine invasiva di sé. Le proposte progettuali presentate mirano inoltre a promuovere e a potenziare un tipo di turismo che sia diverso da quello tipicamente marittimo che è di gran lunga prevalente quando si parla di Tarquinia. La sostenibilità è un altro punto essenziale dell'idea progettuale con la realizzazione di architetture che siano autosufficienti dal punto di vista energetico e che abbiano un impatto ambientale che risulti mitigato dalla scelta dei materiali e dalle tipologie architettoniche adottate. Infine, si è pensato ad edifici che potessero rappresentare dei poli attrattivi, ponendosi dunque come fulcri per lo sviluppo futuro di Tarquinia. DESCRIZIONE TIPOLOGICO - FUNZIONALE DEGLI INTERVENTI: Alla luce di quanto espresso nel precedente paragrafo, il progetto vuole divenire un elemento di giunzione in grado di mediare i diversi linguaggi e le diverse dimensioni dell'esistente, regolarizzando, allo stesso tempo, gli spazi esterni in un insieme armonico sia dal punto di vista estetico che funzionale. Percorso n°1: Partendo dall'Aurelia Vecchia i primi interventi riguardano la riqualificazione del muro con annesso percorso pedonale collegato al centro culturale. Sull'altro lato della carreggiata invece, sono previsti dei muretti, dietro ai quali rimodulare e ripensare la vegetazione inserendo essenze arboree tipiche del luogo insieme a piante da fiore per far si che il visitatore si senta immediatamente "dentro" la città. Il percorso pedonale e i muretti di contenimento proseguono fino al centro culturale che rappresenta il fulcro progettuale lungo questa direttrice. Il centro culturale, ipogeo, è previsto all'interno di un grande vuoto urbano di proprietà comunale. La composizione prevede 3 "tumuli" destinati ad auditorium e museo, con annesso parcheggio. La volontà è quella di ispirarsi liberamente all'architettura Etrusca, rimodellandola ai nuovi materiali e alle nuove tecnologie creando così uno scenario urbano che si lega perfettamente alle presenze storiche e culturali della città. Il complesso si pone come un nuovo polo della cultura tarquiniese in grado anche di ravvivare il retrostante quartiere residenziale della Gabelletta. A livello della strada spiccano, oltre i tre tumuli, gli ingressi che riprendono quelli delle tombe a camera presenti nella necropoli dei Monterozzi e dei tronchi di piramide in vetro e acciaio che rappresentano dei "camini" di luce per il livello sottostante. L'auditorium e il museo saranno coperti da tetti "verdi" con struttura in legno lamellare e rivestimento interno in pannelli di ciliegio americano per quanto riguarda l'auditorium e acciaio Corten per il museo. Si è optato per il legno in virtù delle sue eccellenti qualità nella diffusione e propagazione del suono. L'acciaio Corten è stato scelto, invece, perché il mondo etrusco era il mondo dell'ossidazione. In Etruria tutto è ossidato, tutto è ferroso, a cominciare dalla tenera roccia di cui è fatto il suo paesaggio, e gli stessi Etruschi erano grandi estrattori, produttori e commercianti di ferro in tutto il Mediterraneo. Il foyer dell'auditorium e la hall del museo sono previsti ad una quota di 4 metri sotto il livello della strada e contengono bookshop, gli uffici del personale, i servizi igienici, i locali tecnici e i collegamenti verso il livello superiore. L'auditorium è composto da un'unica sala, costituita da 274 posti a sedere con scale di emergenza esterne e accessibili da entrambi i livelli della platea. Il museo, invece, è destinato ad ospitare sia collezioni temporanee che una sezione permanente destinata ai reperti riguardanti la storia dell'Aurelia, dalla sua fondazione fino ai giorni nostri. Il parcheggio si disloca su due livelli con struttura in calcestruzzo armato per l'interrato, in acciaio per le strutture in elevazione e legno lamellare per la copertura con rivestimento esterno in acciaio Corten e pannelli di fibrocemento per le facciate. Il centro sportivo nasce dalla volontà di creare un polo urbano dello sport a poche centinaia di metri dal centro storico, lungo Via delle Rose. L'area rappresenta un vuoto urbano da connettere con il centro storico attraverso un percorso pedonale fino alla barriera di San Giusto. L'edificio, semi-ipogeo, si adagia e sfrutta il naturale declivio dell'area. In questo modo si è riusciti a contenere l'altezza fuori terra dell'edificio stesso che non rappresenta quindi un fuori scala rispetto alle costruzioni circostanti. Il centro sportivo si sviluppa su 2 livelli: il primo a quota -5 metri dove si trovano il campo da calcetto e da pallavolo, i rispettivi spogliatoi ed i locali tecnici. Al livello superiore si trovano gli uffici, i servizi igienici, bar-caffetteria e gli spazi di transito per accedere alle tribune. Durante i mesi estivi é possibile attrezzare la copertura del parcheggio per ospitare manifestazioni sportive temporanee. L'accesso al centro può avvenire attraverso il parcheggio semi-interrato collegato ad esso mediante ascensori, oppure, nel punto più alto, lungo Via delle Rose. Un ulteriore accesso è previsto lungo la rampa che circonda l'edificio, rappresentando un luogo di passaggio pedonale sicuro oltreché un interessante particolare architettonico. Le uniche aperture del centro sportivo, oltre agli ingressi, sono previste in copertura in modo da ottenere delle fessure di luce, schermate da brise - soleil fotovoltaici. Il metallo, in questo progetto, funge da pelle dell'edificio. L'inserimento di pannelli fotovoltaici crea una pixelatura della facciata dall'aspetto gradevole e sempre diverso durante il corso della giornata per via degli effetti cromatici dovuti al riflesso della luce solare sulla superficie metallica. Per la progettazione di tale edificio si è tenuto conto delle norme CONI vigenti per tali strutture. Il nuovo accesso alla Barriera di San Giusto prevede la rimozione delle due pompe di benzina presenti ai lati della porta e si basa sulla rimodulazione e razionalizzazione della viabilità che vede il proprio centro nel progetto della rotatoria e della scultura posta su di essa. La Barriera di San Giusto diventa il centro della nuova scenografia urbana anche grazie alla realizzazione di due muri in pietra "Macco"- la stessa delle mura della città e delle necropoli - laterali alla carreggiata che hanno lo scopo di indirizzare lo sguardo del visitatore verso la Barriera e quindi il centro storico di Tarquinia. Il percorso n°2, per quanto concerne la strada provinciale dei Montarozzi, prevede una serie di microinterventi e precisamente: rimodulazione della vegetazione, rendere uniformi dal punto di vista estetico i muri che delimitano le proprietà delle attività commerciali in modo da dare un'immagine unitaria del percorso. Inoltre, nella parte finale della strada provinciale, è previsto il completamento e il ripensamento dello spazio a verde tuttora esistente attraverso la realizzazione di una serie di vialetti ortogonali tra loro che andranno ad ospitare, al loro interno, varie essenze arboree in modo da avere uno scenario diverso in ogni periodo dell'anno. Per quanto riguarda l'accesso n° 3, il primo intervento, per chi proviene dalla Strada degli Archi, riguarda la realizzazione di un belvedere da pavimentare con lastre di travertino e delimitare con elementi in vetro in modo da non interrompere la continuità visiva dell'acquedotto. L'idea progettuale risponde all'esigenza di dare una nuova prospettiva dell'acquedotto e renderlo il fulcro di una nuova area archeologica connessa con la necropoli dei Monterozzi attraverso un nuovo camminamento pedonale che la colleghi direttamente anche con Porta Tarquinia. Così facendo si andrà a creare una "passeggiata archeologica" di notevole suggestione. Il progetto si completa con la realizzazione di un muro, in pietra "macco", a ridosso del percorso pedonale, in modo da abbellire, rimodulare e rinnovare la vegetazione presente lungo il terrapieno esistente e di una nuova illuminazione a pavimento che possa mettere ancor più in risalto l'acquedotto e il nuovo percorso. I progetti lungo Via di Ripagretta si completano con la previsione di rimuovere la pompa di benzina e realizzare una rotatoria per migliorare l'efficienza della viabilità e l'inserimento di una zona pedonale più ampia davanti alle attività commerciali. Nell'ultimo tratto, prima di arrivare a Porta Tarquinia, è previsto un nuovo assetto viario. Il tratto finale di tale via, infatti, sarà ad unico senso di marcia in modo da permettere la realizzazione, su un lato, di un percorso pedonale più ampio che collegherà il centro di Tarquinia con la Necropoli dei Monterozzi, mentre sull'altro lato è previsto l'inserimento di grandi fioriere rivestite in pietra "Macco", contenenti varie essenze arboree, in modo da razionalizzare il sistema dei parcheggi. Per accentuare l'importanza di tale via, l'ingresso a Porta Tarquinia sarà previsto solo lungo tale direttrice, andando tra l'altro, ad eliminare il pericoloso incrocio posto di fronte alla porta.
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    Project details
    • Year 2011
    • Status Competition works
    • Type Parks, Public Gardens / Urban Furniture / Multi-purpose Cultural Centres / Sports Centres
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