Eative

Food hotel Milan / Italy / 2011

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EATIVE HOTEL (Progettisti-architetti: Filippo Taiani, Cristiano Cultura, Sara Damascelli, Tanja Tiglia, Deborha Campana): è un albergo che offre soluzioni di ristorazione rivisitate sulla base delle logiche che guidano il contesto all’interno del quale si inserisce: il mondo della ricerca, scientifica e artistica. Una struttura permeabile, la cui composizione spaziale deriva da un impegno progettuale applicato al cibo, in senso sia lato che figurato, in modo dinamico e vario. Il concetto del ‘saper fare’, anche da un punto di vista alimentare, anche in termini di processo. Un primo ingresso, decisamente accattivante, si snoda attraverso un portale e una successione di pannelli che raccontano il cibo con aforismi: garantendo l’immediata riconoscibilità del tema e senza banalizzare il rettilineo obbligato. In facciata, due sono gli elementi di attrazione: una serra sviluppata in altezza e una rampa elicoidale. La serra, voluta per alleggerire la struttura allungata e massiccia, per portare luce ai piani, e soprattutto per individuare un secondo ingresso, vero snodo di accoglienze, flussi e spazi. Al piano terra la cucina, in posizione baricentrica, separa il più tradizionale Ristorante dalla Lounge e dal Bistrot, progettati invece per consentire anche altre funzioni, come eventi, esposizioni, dimostrazioni e/o lezioni di cucina. L’articolazione dei volumi, delle scenografie e dei dettagli è comunque sempre rivolta a una personalizzazione del pasto in quanto esperienza. Atmosfera e coerenza sono qualificate dai toni neutri e dal riproporre forme e orientamenti esterni che trasmettono il concept anche all’interno. - Gli elementi innovativi del progetto: - L’idea di declinare un Food hotel non in base al cibo in se, ma in base alla ricerca applicata al cibo: che sia la ricerca di una forma di agricoltura alternativa, sia la personalizzazione dell’esperienza all’interno di ambienti gestiti diversamente, o un percorso dalla raccolta, alla scelta, al consumo - L’ idea di declinare il servizio del consumo del cibo attraverso soprattutto attraverso componenti e dettagli d’arredo piuttosto che formule di gestione e/o differenziazione dello spazio - La possibilità di organizzare incontri formali e informali, eventi e mostre in modo facile, veloce e decisamente innovativo rispetto alla classica “sala meeting”. - L’ingresso su strada: L’ingresso su strada e il lungo il percorso di acc esso, sono pensati per creare un’immagine accattivante, attraverso un imponente portale, aforismi autorevoli e ricette, capaci di non banalizzare l’accesso e lasciar intuire immediatamente il tipo di albergo. - La rampa: La rampa elicoidale è il primo volume che si materializza alla vista, seppure sia quello che concettualmente e architettonicamente rimane più slegato dal resto del complesso. E’ la parte che maggiormente si presta agli avventori più giovani, più colorata, più veloce e innovativa nella fruizione, più semplice ed economica. Un percorso: dall’approvvigionamento al consumo. La rampa, pensata come un sistema integrato di ‘vending-machine’ di Argenta: un percorso di distribuzione, ma anche di consumo del cibo, vivacizzato dai colori, dalle scritte a muro e da arredi. - La palestra: Rappresentare la ‘Cultura del Fare e del Mangiare’ significa anche orientarsi a una migliore qualità della vita: ampio spazio quindi anche all’area dedicata al benessere. A coronamento della rampa, idromassaggio e sauna affacciati verso l’esterno, giochi d’acqua, zone di ristoro e di rilassamento. Ambienti resi funzionali e confortevoli allo stesso tempo, in modo tale che l’utente possa ricevere il massimo beneficio possibile. - La serra idroponica: La coltura idroponica è una tecnica di coltivazione fuori suolo: il terreno è sostituito da un sub-strato inerte (argilla espansa, perlite o vermiculite, fibra di cocco, lana di roccia, ecc) e la pianta viene irrigata con una soluzione nutritiva derivante da acqua e dai necessari composti nutritivi (prevalentemente inorganici). Funge da: esplicita il concept (ricerca per un’alternativa all’agricoltura), elemento scenografico e nota di colore, elemento di alleggerimento del volume industriale, porta luce a e sottolinea il punto di accoglienza. Dalla produzione al consumo. La serra, voluta per alleggerire la struttura allungata e massiccia, per portare luce ai piani, e soprattutto per individuare un secondo ingresso, vero snodo di accoglienze, flussi e spazi. - Il brise-soleil in facciata: E’ stato inserito questo modulo sia per dare uniformità e maggiore raffinatezza al corpo centrale allungato, sia per far emergere ancora meglio i due volumi (la rampa e la serra) che fungono da attrazione sia a livello simbolico che estetico, ma che assolutamente non dialogano tra loro. - La declinazione del cibo: Il cibo è rappresentato sottoforma di: prodotto della terra, prodotto confezionato e/o servito, prodotto d’acquisto, lezioni e/o dimostrazioni di cucina, pittogrammi, immagini, aforismi e ricette 8compresa una libreria dedicata), opere d’arte dalle forme naturali. - L’elemento estetico: L’estetica è stata resa principalmente in due modi. Esternamente, all’ingresso su strasa e lungo il percorso di accesso, si è puntato a creare un’immagine accattivante, attraverso un imponente portale, aforismi autorevoli e ricette, capaci di garantire l’immediata riconoscibilità del tema e senza banalizzare il rettilineo di accesso obbligato. Internamente, dati i toni pacati, gli spazi razionali e la rigidità del corpo centrale, si è pensato di rendere la vivacità e il colore attraverso immagini e composizioni di frutta e verdura distribuite, oltre naturalmente ai piatti serviti: lasciando che fossero le forme del cibo a essere protagoniste. - L’Elemento artistico: Il contributo artistico è assicurato dalla possibilità di organizzare e allestire molto facilmente e velocemente eventi e mostre; dagli Accartocciati di Bluer, oltre naturalmente dalla collocazione, nei punti più significativi, di immagini legate al cibo (realistiche, ironiche, storiche, legate a personaggi e/o ad artisti, a stranezze naturali, ecc. senza banalizzare tutto attraverso le immagini pubblicitarie dei grandi marchi).
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    EATIVE HOTEL (Progettisti-architetti: Filippo Taiani, Cristiano Cultura, Sara Damascelli, Tanja Tiglia, Deborha Campana): è un albergo che offre soluzioni di ristorazione rivisitate sulla base delle logiche che guidano il contesto all’interno del quale si inserisce: il mondo della ricerca, scientifica e artistica. Una struttura permeabile, la cui composizione spaziale deriva da un impegno progettuale applicato al cibo, in senso sia lato che figurato, in modo dinamico e vario. Il concetto del...

    Project details
    • Year 2011
    • Main structure Reinforced concrete
    • Status Unrealised proposals
    • Type Hotel/Resorts / Wellness Facilities/Spas / Tourist Facilities
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