LAM HOUSE | Saverio Perrone

E’ stato proprio sulla caratterizzazione dei volumi e sull’integrazione di spazi creati quasi come piante distinte, sul controllo e uso della luce, sulla sensualità della architettura oltre che sul rapporto con l’esterno che si è giocata la scommessa del progetto. L’incastro di volumi semplici e l’uso di materiali esterni inusuali che diventano pelle dell’edificio (alluminio, legno,vetro, cemento a vista), il volume ponte rivestito di pietra lavica appoggiato su colonne bianche che instaura un dialogo con il volume curvo del soggiorno al piano terra rivestito in pietra locale, una lastra d’alluminio rossa che si incastra e arriva fino al vuoto soggiorno terminando con un camino sospeso e un cubo inclinato in vetro che rimanda alla poetica del cubismo sono gli attori di un gioco formale volumetrico inteso come luoghi d’incastri irrazionali e apparentemente caotici ma che comunque stanno insieme e che inventano una sorta di nuovo ordine, di nuovo equilibrio con un controllo quasi cinematografico delle varie inquadrature possibili dell’edificio.
Particolare attenzione è stata posta sull’uso di fonti energetiche alternative come i pannelli solari inseriti architettonicamente (il cubo inclinato), il riciclo delle acque piovane per usi igienico-sanitari e giardinaggio e l’uso della domotica oltre che ai materiali costruttivi e di rivestimento scelti tra quelli compatibili ecologicamente.