CCCB - Centro di cultura contemporanea di Barcellona

Barcelona / Spain / 1993

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Il CCCB si trova in calle de Montalegre, nel quartiere del Raval, vicino al probabilmente piu’ noto MACBA (Museo d’Arte Contemporanea) progettato da Richard Meyer; occupa uno spazio che apparteneva all’antica “Casa della Carita’”, e che si affaccia sul cosiddetto “Patio delle Donne”.
Il Centro e’ frutto di un progetto di riabilitazione, commissionato dalla Diputacio’ (corrispondente alla nostra Provincia) di Barcellona, che in realta’ si traduce in due interventi, uno di restauro e uno di nuova costruzione: l’intervento di restauro e’ relativo al corpo a “U” preesistente, mentre il nuovo edificio sorge sul lato nord del patio, chiudendolo.
Al piano interrato del complesso vi e’ la reception, al pianterreno e al primo livello gli uffici, mentre le sale espositive occupano il terzo e il quarto livello; i sistemi di collegamento verticale sono concentrati nell’edificio costruito ex-novo.
L’opera, sicuramente uno dei piu’ interessanti interventi nel centro antico della citta’, radica la sua ragion d’essere architettura su scelte progettuali, evidentemente retoriche, che esaltano un originale valore poetico e che al contempo legittimano la presenza dell’opera stessa in un contesto tanto delicato.
Retorici sono la ripresa dell’antico asse di simmetria (al quale pero’ si contrappone un sistema di accesso del tutto antisimmetrico), oppure la teatrale scenografia creata dal riflesso della citta’ sulla parte superiore della facciata del nuovo edificio; retoriche sono le sue dimensioni, spropositate rispetto allo spazio e alle sue funzioni, sebbene non vi sia ricerca di monumentalita’.
L’edificio nuovo presenta due ulteriori esempi di tecnica retorica: la mancanza di porte di ingresso e la mancanza di una vero e proprio elemento di coronamento superiore.
Per cio’ che riguarda l’ingresso, si consideri che i visitatori entrano nel patio passando attraverso il corpo a sud (opposto a quello di nuova costruzione), e si trovano davanti ad un grande piano vetrato, senza aperture; non ci sono ingressi nemmeno attraverso gli edifici preesistenti, quindi bisogna tornare indietro. Solo a questo punto si vede un cartello che indica l’accesso attraverso una rampa in discesa, in un angolo del patio: niente di piu’ anti-monumentale!
Per quanto riguarda il coronamento, si tenga conto che il nuovo edificio, dal punto di vista della percezione visiva, non e’ un edificio, bensi un “foglio di vetro” piegato, uguale, nella sua natura compositiva, dall’attacco al suolo fino al limite superiore: un elemento semplice e astratto (ma non minimalista), concepito per relazionare in maniera “attiva” le forme e l’uso dell’intero intervento di reabilitazione.
Attraverso le suddette tecniche retoriche, il progetto del CCCB raggiunge un valore poetico che consiste essenzialmente nella sua capacita’ di generare una provocazione, una situazione di “assurdo”, in un ambiente astratto che raggiunge la soglia del surreale.
La apparente mancanza dell’ingresso, la sproporzione fra la grandezza del nuovo edificio e la sua funzione, definisce una architettura apparentemente illogica, assurda e allo stesso tempo spettacolare: la sua semplicita’ e’ solo apparente, e peraltro limitata al patio scoperto, poiche’ all’interno la complessita’ e’ enorme, sia a livello spaziale che strutturale.
Poetica e’ anche l’intima relazione fra architetto e usuario: il progettista attua come se volesse “eliminare” il committente, evitare di interloquire con lui e rivolgersi quindi direttamente al visitatore, cercando di spiegargli l’assurdita’ della situazione in cui l’intervento si inserisce: era davvero questo il posto giusto per insediare un Museo? era necessario costruire un edificio che servisse solo per contenere le scale e gli ascensori attraverso il quale, peraltro, per ragioni compositive, non si puo’ nemmeno entrare?

Autore: arch. Vincenzo P. Bagnato
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    Project details
    • Year 1993
    • Work finished in 1993
    • Status Completed works
    • Type Multi-purpose Cultural Centres
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