Discoteca REWIND | GIANFRANCO GHILARDI

OGGETTO DELL’INTERVENTO: La ristrutturazione di una discoteca preesistente, al piano interrato di un fabbricato commerciale posto all’estremità est di Seriate. PREMESSA: La discoteca, evoluzione della vecchia balera, oggi genericamente definita “locale di pubblico spettacolo”, è parte del variegato mondo dei locali d’intrattenimento (lounge bar, disco bar, show restaurant). Il mercato dell’entertainment è in continua trasformazione, in sintonia con i nuovi stili di vita e i nuovi linguaggi estetici ma, indipendentemente dalle differenti tipologie, la discoteca è, sostanzialmente, un luogo di ritrovo ove si va per ascoltare musica, ballare, bere, ma, soprattutto, per divertirsi. Parte determinante dello spettacolo è l’ambientazione scenografica, necessaria per creare l’atmosfera desiderata. IL PROGETTO: Le consuetudini del mercato spingono i gestori dei locali d’intrattenimento, con eccessiva frequenza, ad eseguire interventi di rinnovo delle ambientazioni e, pertanto, le risorse finanziarie disponibili per eseguire le opere sono spesso eccessivamente limitate. Di conseguenza le scelte progettuali sono state condizionate dalla necessità di limitare i costi dell’intervento. In parole povere, si è cercato di recuperare quanto più possibile del locale preesistente, conservando la sostanza (strutture, articolazione degli spazi, impianti e attrezzature preesistenti) e modificando l’apparenza (finiture, rivestimenti scenografici, colori, illuminazione, arredi ecc.). Baricentro di questo locale è il banco bar. Percorsi e spazi liberi in cui ballare si snodano tutt’intorno in modo tale da creare un movimento rotatorio di persone che vanno alla ricerca di amici, cercano nuove conoscenze o, semplicemente, si godono lo spettacolo all’interno dello spettacolo. Gli spazi della discoteca sono sotterranei e, pertanto, è sorta spontaneamente l’idea di creare ambientazioni che si ispirassero a grotte naturali. A tale scopo, le postazioni di mescita delle bevande (banchi bar) e parte delle strutture (pareti e pilastri) sono stati coperti con un rivestimento scenografico in conglomerato cementizio, lavorato in modo tale da simulare delle formazioni rocciose naturali mentre i pavimenti, in parte in cemento (tipo industriale) e in parte in conglomerato di resina-cemento, sono stati colorati e rifiniti in modo tale da ricordare sabbia e terreno. MATERIALI: Cemento, Ferro, Idropittura, Legno, Resina-Cemento, Tessuto, Vetro. Architetto incaricato: Gianfranco Ghilardi