via Fabrizi | giovacchino franceschi

Sistemazione area davanti il municipio Priolo Gargallo / Italy / 2010

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VIADANANNA Il Tema E’ nato uno spazio che vuole diventare Piazza su una propaggine del Paese. Sfilacciata, senza linee di riferimento, numeri civici da apporre, vetrine da guardare, arti-giani da ascoltare, marciapiedi da camminare, sostare ed incontrare. Una serie di case con facciate B non disegnate, di risulta, disadorne, a volte dimenticate, altre volte erte di mura cieche a protezione di confini di proprietà. La via Bondifè delimitava un tempo il Paese a nord e le vie A.Custode, Platamoni, Penta-poli, ad essa perpendicolari, terminavano tutte con un muro ed un cancello, al di là del quale erano la campagna, il fuori, l’avventura per i ragazzi Priolesi desiderosi d’ignoto. Oggi questo spazio, che ha preso il nome di Largo dell’Autonomia Comunale e Via Fabrizi, vede affacciarsi il Municipio e poco altro. Ma che fine ha fatto “a vanedda a nanna”, e le pietre dei muri a secco? e gli olivi, gli agrumeti e le gebbie lungo questa stradella? E poi, perché le facciate di questo Paese non possono ricordarcelo? Lo spazio evoca la memoria. La memoria del Paese, attraverso le facciate delle sue case, può raccontare ai giovani com’era questo Paese e ricordare ai più anziani di ricordarsi. Questo l’obiettivo che il gruppo partecipante si è posto: C’era una volta! Per raccontare questa storia ci si è avvalsi di mezzi tecnologici innovativi e della tra-dizione, di materiali tecnologicamente avanzati, degli elementi lapidei in generale ma anche di quelli locali appartenenti alla cultura del costruire siracusano. L’idea progettuale. Sono state individuate 3 aree d’intervento in tre stralci funzionali distinti: A - L’area delimitata dalla via A.Custode, la via Fabrizi e “a vanedda a nanna”; B – L’area delimitata dalla via A.Custode e la via Fabrizi; C – L’area prospiciente il Municipio lungo la via Fabrizi. Stralcio A Viene pressoché lasciata inalterata la possibilità d’aggregazione per grandi numeri, in oc-casione di concerti, comizi ed assemblee lungo la direttrice est-ovest. Vasto l’utilizzo di ma-teriali lapidei con la marcatura di percorsi e spazi tutti pedonali (vedi tavola 0.2): • Lastricati in pietra di Noto (1); • Spazi in porfido grigio (2); • Direttrici lineari in porfido rosso (3); • Ciottolato liscio di diversa pezzatura (4); • Tavolato calpestabile in Iroko o Azobè (11); • Lastricato in pietra di Modica (12). Ognuno dei percorsi, passaggi, attraversamenti, segni, camminamenti e tracciati, delinea l’insieme delle funzioni assolvibili a seconda delle esigenze: il gioco, l’aggregazione, lo svago, il passeggio, per cui il profilo longitudinale configurato si è imposto di lasciare inal-terato l’attuale dislivello, immaginando diverse possibilità d’uso. Un primo percorso “particolare” è dato da una cascata (6) lungo la cortina muraria a sud, che con un sentiero d’acqua giunge fino all’innesto della “vanedda a nanna”, anch’esso porticato con un frangisole in legno lamellare. La memoria del Paese attraverso le facciate delle sue case si otterrà con la predisposizione di “Video wall” di diversa grandezza, forma e dislocazione, che collegati tramite una cen-tralina ai locali comunali, permetterà la proiezione in sequenze programmate delle cartoline del Paese ma anche di filmati, avvertenze, collegamenti in diretta dal Salone Municipale, collegamenti internet o anche proiezioni cinematografiche. Un altro percorso “dedicato”, quello delle immagini, consiste nella predisposizione di specchi (9) deformanti, che cattureranno l’immagine dei passanti in un racconto fantastico della forma. Il motivo conduttore della memoria sarà sottolineato dalla cortina alberata di palme e ulivi lungo la via Fabrizi intrecciandosi a gradini, rampe e dislivelli che segneranno vieppiù lo andamento est-ovest. Alcuni setti in c.a. posizionati nello spazio pedonale (8) prefigurano porte e finestre at-traverso le quali passare o affacciarsi, idealizzando le vie del Paese, mentre lo sky line pe-rimetrale lungo le facciate non definite sarà trattato tutto con pannelli di Corten (13), l’ac-ciaio architettonico che meglio si presta a dialogare negli spazi aperti e disomogenei quali quelli in oggetto. Stralcio B L’area in questione viene trattata come una grande Piazza con funzioni diverse dalla pre-cedente in quanto più raccolta e confinata, e con i rapporti larghezza e lunghezza del tutto omogenei. Due gli elementi iconici non centrali:  un setto-porta rivestito in acciaio Corten costituente una quinta, un intermezzo scenico di particolare effetto architettonico;  l’albero d’ulivo dal quale si diparte una raggiera di porfido rosso (3) verso gli spigoli della piazza su un tappeto lastricato di pietra di Noto (1). Camminamenti su tavolato di Iroko (11), ciottolato liscio (4) e porfido grigio (2) sfiorano, contornano o sottolineano questi elementi richiamando ora lo sky line perimetrale lungo le facciate non definite ora gli elementi morfologici del primo stralcio. Una sistemazione adeguata e consona viene data al chiosco bar, nell’angolo sud-ovest, ri-definito in una struttura ed in uno spazio più congeniale. Stralcio C Tutta la fascia prospiciente il Municipio, lungo la via Fabrizi, nonché l’ambito interno fra l’ingresso secondario ed i locali del Corpo dei VV.UU., è stato pavimentato quasi per intero con pietra di Modica (12), a segnare il netto contrasto con i neri stradali, e con dei marcatori in porfido rosso (3). Completa lo spazio un piccolo specchio d’acqua a bordo del corpo sca-le cilindrico del Comune. In questo spazio è interdetta la sosta per qualunque tipo di veicoli, anche comunali, che trovano ampio spazio nel parcheggio esterno ad ovest, quanto in quello interno per i dipen-denti ad est. Conclusioni Viaggiare nel tempo pur rimanendo fuori riguardando questa via quand’era in costruzione. Rivedere l’ingresso del Paese com’era una volta. Assistere alla proiezione di una pellicola, come un tempo nelle indimenticate “Arena Italia” o “Arena Prestia”, sulle sedie o nelle panchine della nuova Piazza. Circondarsi di percorsi di pietra, di legni, di pareti d’acciaio, di cascate d’acqua. Perché no? Perché tutto dev’essere piatto e non tridimensionale? A vanedda a nanna, una stradina ai margini del paese, in disparte, un angolo utilizzato come vespasiano da viandanti ed abitanti. A vanedda a nanna, il confine tra abitato e campagna, fra noto e sconosciuto per molti ragazzi Priolesi che lì si rifugiavano per avventure fantastiche all’insaputa d’ignari genitori convinti che fossero a studiare nel vicino plesso scolastico. E’ scomparsa una vanedda è nato uno spazio che vuole diventare Piazza. Perché no? VIADANANNA
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    VIADANANNA Il Tema E’ nato uno spazio che vuole diventare Piazza su una propaggine del Paese. Sfilacciata, senza linee di riferimento, numeri civici da apporre, vetrine da guardare, arti-giani da ascoltare, marciapiedi da camminare, sostare ed incontrare. Una serie di case con facciate B non disegnate, di risulta, disadorne, a volte dimenticate, altre volte erte di mura cieche a protezione di confini di proprietà. La via Bondifè delimitava un tempo il Paese a nord e le vie...

    Project details
    • Year 2010
    • Client Comune di Priolo Gargallo
    • Status Competition works
    • Type Public Squares / Urban Furniture
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