Ponte Lambro | maurizio De Caro

Realizzazione di un quartiere residenziale nell'ar Milan / Italy / 2008

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I racconti del Ponte e del Lambro. origine e destino di una periferia che volle farsi modello di qualità urbana Milano,12/08-12/09 “io penso che il primo atto antichissimo dell’architettura non sia il rifugio nella caverna,la tenda o la costruzione della capanna bensì l’atto di porre una pietra sul suolo,di nominarlo e distinguerlo,abitandolo: l’atto ,cioè, della trasformazione della geografia in storia dei luoghi diversi”. Vittorio Gregotti. L’architettura nell’epoca dell’incessante. Editori Laterza. 2006 Documento preliminare alla progettazione(linee guida) Abitare una trama diffusa. Distinguere identità L’ambito geografico si pone alla fine della città. Dopo l’edificato e tra l’edificato del vecchio quartiere di Ponte Lambro: l’origine indiretta dei luoghi, la tangenziale e il nuovo(?) insediamento polifunzionale di Santa Giulia. Ecco l’emergere della trama diffusa come sistema di riferimento di ipotesi di interrelazioni, di contrasti estetici, sociologici e antropologici nelle potenzialità di integrazioni multiple. Uno scenario significativo e complesso, denso di stimolazioni, propedeutico percorsi di ricerca e di sperimentazione, consapevole della necessità (soprattutto ribadita nell’ambito pubblico) di costruire estetiche alte di residenzialità,nella compressione dei costi, e nel mantenimento degli standard qualitativi si relazione con la residenza. L’area di progetto globale è di mq.135.228 La SLP della residenza è di mq.72.333 Funzioni compatibili è di mq 10.667, di cui 2480 mq per la media distribuzione, I servizi Serv.I (servizi integrativi alla residenza) Serv.L.U. (servizi di interesse pubblico di scala locale e urbana) Serv.R.S.(servizi residenziali speciali) Parcheggio Parch.R.(parcheggi pertinenziali e dedicati agli ospiti) Parch.F.C.R.(parcheggi destinati al commercio), da quantificare in relazione alle categorie merceologiche ammesse. Progetti e cantieri al contesto Nell’ambito dell’intervento in oggetto insistono a diverso titolo e con differenti densità di relazione, oltre agli insediamenti originari, da nord a sud .il ricettivo-hotel monluè .il parco lineare lungo la tangenziale(endless park) .l’oggetto di bando di concorso ( confinante a sud con l’area d’intervento) .oltre la tangenziale, verso est, il nuovo quartiere polifunzionale di Santa Giulia .la cittadella della polizia al confine con San Donato e oltre il nucleo storico di Ponte Lambro, gli interventi del Parco del Lambro Tra le infrastrutture previste da questo nuovo complesso d’interventi il boulevard urbano che collegherà il sistema dei vari progetti con la viabilità esistente verso Via Mecenate sicuramente quello più significativo,vero e proprio elemento di coagulo degli insediamenti,matrice identitaria di collegamento tra origine e destino di Ponte lambro. Stessa importanza tra le infrastrutture assume il grande progetto ambientale del parco lineare,lungo la tangenziale(Endless park),un’opera d architettura del paesaggio in grado di trasformare la naturale esigenza di mitigazione acustica in un percorso architettonico attrezzato dialettico e al servizio di tutto il quadrante urbano di sud-est.. Attrazione/attrazioni La riconfigurazione del sistema complesso di Ponte Lambro come nuovo epicentro nelle indicazione del futuro strumento urbanistico milanese, pone delle significative domande al sistema polifunzionale dell’intervento, come attrattore, e interrelato ad un sistema di attrazioni estetiche ed ambientale e come sfida nella configurazione delle nuove gerarchie identitarie dei neo-luoghi della città di Milano. Marginalità come risorsa e costruzione della città pubblica nelle aree scariche L’area di concorso vive la dicotomia dell’urbanità-non-urbanità è al contempo città e dopo-la città (in tutti i significati che l’avverbio di tempo può assumere). In questa discrasia concettuale si sviluppa il nostro percorso diagrammatico di costruzione delle identità di luoghi di margine, in quello spazio intercluso tra edificato e campagna il disegno della città pubblica, determina il superamento dello scompenso storico di servizi negli ambiti territoriali periferici. Qui nasce un’idea nuova di città, che dialoga con l’esistente ma si pone come critica costruttiva ad un modello di sviluppo, una necessità di superamento di schemi, consolidati ma che necessitano di modelli nuovi di confronto, più vicini alle esigenze contemporanee dell’abitare, del vivere dell’incontrarsi, dell’”essere quartiere”. Addizione morfologica/dialettica antropologica. L’ambito di intervento prevede un insediamento di circa 2700 abitanti, un piccolo paese da sommare all’esistente che conta 4000 abitanti (con i restanti insediamenti di progetto si arriva ad un nuovo insediamento per complessivi 8/10.000 abitanti). Questa sommatoria numerica crea nuove condizioni infrastrutturali,e determina affascinanti momenti di integrazione antropologica,l’architettura come critica dell’esistente costruisce momenti dialettici di integrazione sociale,nella ricchezza del messaggio estetico,con conforme,iconoclasta. Gli ingredienti originali della pianificazione Nell’indicazione precisa dell’accordo di programma si visualizzano alcuni ingredienti di base del programma progettuale che abbiamo condiviso, attraverso una nostra lettura originale. Fasce di attraversamento, boulevard centrale, strada parco, linee di distribuzione, tessere insediative e piastre attive. Questi sei cardini costituiscono gli altrettanti capitoli del racconto che l’Amministrazione ha richiesto al gruppo di progettisti, raccontare. Li abbiamo valutati come spunti per altrettante digressioni sul tema progettuale del nuovo quartiere. Le fasce di attraversamento ovest/est scaturiscono dalla necessità di concatenare il nuovo insediamento ai contesti di Santa Giulia di Ponte lambro,come elementi di connessione alta tra tutti gli interventi previsti,come margini da colonizzare,infrastrutture di identità nuove che dialogano,liberamente nel territorio,costruiscono ponti architettonici e urbanistici tra vecchio e nuovo e tra criteri e modelli sociali di sviluppo diversi. Il boulevard centrale è il telaio del nuovo quartiere,verso il quale tutto tende,naturalmente e dal quale tutto si diparte:funzioni e servizi,gli accessi ai sistemi di parcheggio pubblico e privato,la geometria libera della residenza in tutte le sue articolazioni.Un rizoma che da linfa vitale agli elementi ambientali(parco e piastre attive) e artificiali(architettura) La strada parco si avventura tra il progetto e l’esistente,legando episodi apparentemente diversi,e lontani tra loro,in ambiti di verde attrezzato che sconfinano dal perimetro dell’ambito concorsuale. Le linee di distribuzione sono i sistemi viabilistici(ma preferibilmente pedonali,forse) di interferenza con il boulevard principale e da esso traggono origine,danno accessibilità alle penetrazioni articolate tra i diversi blocchi di residenza,caratterizzando il sistema pubblico del verde,strade secondarie,ma primarie nel progetto paesaggistico e nel sistema delle interrelazioni tra comparti edificati. Le tessere insediative vivono autonomamente come isole morfologiche,contesti geometrici autodefiniti,su cui insistono e traggono origine gli edifici,la loro autonomia non costituisce ostacolo alle relazioni evidenti che tra tessere diverse nascono e crescono al’interno della complessità dialettica delle componenti dell’intervento. Piastre attive sono il momento dinamico di relazione tra ambiente e architettura e costituiscono lo spazio di mediazione tra l’ambito pubblico e le funzioni comuni,momento di filtro prima dei contesti tipologici privati.in questi neo-luoghi,la città dialoga con se stessa attraverso la disponibilità di percorsi e luoghi,un tempo recintati,occlusi,non disponibili.In questa nuova disponibilità di servizi alla residenza e alla cittadinanza,si costruisce un modello innovativo di rapporto tra pubblico e comune e tra comune e privato. Programma progettuale e gerarchia delle priorità concettuali Ricerca della qualità nella proposta progettuale Il tema concettuale preliminare si fonda sulle articolazioni dei diversi concetti di spazio: pubblico,comune,privato. Queste tre macro-aree concettuali si articolano ulteriormente all’interno di alcuni alvei di attività esistenziali che costituisco il principio generale dell’abitare e mi riferisco:al lavorare,dormire,mangiare,curare la persona e divertirsi dall’intersezione dei macro e micro ambiti nascono le necessarie dialettiche complesse tra spazio aperto,indifferenziato(ma capace di costruire identità)e lo spazio costruito che delimita i percorsi comuni e privati. E’ la principi la responsabilità del progettare dare significati profondi all’idea della condizione domestica del vivere all’interno di contesti edificati collettivi:e’ la sfida della sfera privata che trova nutrimento che si accresce di significati nella sua forma collettiva. La cellula abitativa,come “core”dell’impianto tipologico,come momento intimo personale,inserita in un contesto di molteplicità compositi e frutto di ricerche su potenziali assemblaggi dimensionali. L’abaco delle cellule abitative è il lexicon del progetto perché definisce lo stile dell’insediamento e la sua possibilità di configurasi come flessibile alle esigenze imprevedibili di un corpus di utenti,abitatori di città,inquilini di quella particolare area di Milano,la cellula abitativa nella sua sequenza di varianti rappresenta la declinazione della ricerca scientifica sull’ottimizzazione poetica dello spazio abitativo per dimensioni,distribuzione ed esposizione ambientale corretta. Ciò che comunemente viene definito come standard si configura( o dovrebbe sempre di più)essere qualcosa di specifico di caratterizzante di un luogo,una sua estensione concettuale,precisa,definita e nitida negli obbiettivi del progetto alla scala pubblica.In questa ipotesi progettuale abbiamo voluto costruire spazi particolari destinati alla cultura e alle ONG(organizzazioni non governative). Possiamo affermare con convinzione che i due ambiti di servizi(oltre a quelli classici)rappresentano un salto di qualità,poiché pongono il nuovo quartiere come elemento di condensazione funzionale innovative rispetto alla città. E’ in periferia che la nuova città deve trovare densità concettuali,il vero servizio alla residenza è dare spessore al programma progettuale,che si colloca a ponte lambro per dialogare con Milano,col mondo. L’estetica è solo l’abbellimento dell’etica,nella ricerca del bello c’è la consapevolezza della concretezza e del “buon lavoro”,dare valenza particolare costruttivo,al disegno della facciata è la sfida al costo contenuto dell’intervento.Nell’essenziale processo di compilazione della sequenza delle facciate si trova il punto di accordo tra necessità della bellezza nel controllo dei flussi economici. Alcuni aspetti ambientali nella progettazione Il tema della sostenibilità sposa perfettamente il tema etico e spesso si coniuga con i principi estetici della progettazione. E’ il passaggio alla dinamica dell’intervento dopo la sua realizzazione che impone questo controllo bio-energetico,connesso alla manutenzione dell’edificio come organismo deperibile. Maggiore controllo sugli equilibri eco-ambientali e possibilità di contribuire al piacere psico-fisico degli abitanti che nasce dalla progettazione integrata che prevede analisi ambientali,acustico-climatiche,isolamenti termo-acustici,controllo e gestione delle energie rinnovabili,compressione dei consumi idrici,sicurezza integrata di impianti e parti di ciascuno degli edifici. La sequenza degli ambiti elencati risponde complessivamente ad un’idea tutta contemporanea della poli-disciplinarietà della progettazione dell’urbanistica e dell’architettura Contesti urbani e proposta urbanistica Il tema intrinsecamente urbanistico riguarda i principi di interrelazione tra esistente,progetti in fieri e proposta concorsuale.La complessità dei complessi edificati e in via di edificazione,la ricchezza morfologica e concettuale delle diverse proposte in fase di realizzazione,consentono al progetto di vivere un momento dialettico articolato. Abbiamo ravvisato nella ricerca dell’identità la principale spinta alla costruzione della nuova idea di quartiere. Ponte lambro Nord vive di forze centripete ma è attento alle forze centrifughe,al richiamo dell’esistente,al dialogo col costruente. C’è in questo intervento un’ idea polisemantica e equidistante da linguaggi antitetici(Ponte Lambro e Santa Giulia). Come una necessità di ribadire il rispetto per modelli di sviluppo di architettura low-cost del passato,ma di cercare di superare con forza alcune rigidità nell’alveo di una flessibilità e di una ricchezza morfologica tutte contemporanee. L’impegno nel social housing è la sfida del futuro per i progettisti di tutto il mondo e nella globalità delle soluzioni planetarie si configura l’esigenza di una nuova socialità dell’architettura,spesso vittima di spinte formalistiche e fintamente d’avanguardia. Coniugare l’etica,l’estetica è l’economia è mettersi al servizio di Milano per un nuovo governo del Territorio,più vicino ai cittadini,più utile alla città.
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    • Year 2008
    • Type Neighbourhoods/settlements/residential parcelling
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