nuova scuola elementare | Roberto Zampoleri

polo scolastico integrato con centro civico Cortenuova / Italy / 2011

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presupposti teorici: un’architettura in grado di ri-comporre il tessuto urbano all’interno di una strategia finalizzata alla definizione di un assetto morfo-tipologicamente equilibrato. Un’architettura densa e contemporaneamente dilatata, opaca e trasparente, compatta e stratificata, centrifuga e centripeta, criptica e palese: confronti in grado di generare tensione, interesse, dialogo. Un’architettura dialogica per sua natura, aperta al confronto, aperta alla città. Un’architettura urbana, centrale e rappresentativa. pre-condizioni compositive: conferma della centralità del vuoto urbano costituito dalla piazza A. Moro attuata completando il suo margine ovest mediante l’edificazione di una nuova massa costruita. Condensazione dei princìpi costitutivi del bordo edificato e mutuazione delle regole compositive, senza eccessi linguistici, salti di scala e forzature formali. Composizione elementare di volumi architettonici semplici e stereometrici con elevato grado di leggibilità dei componenti. Capacità di tradurre le condizioni del sito nel significato della forma plastica. Gerarchizzazione e semplificazione distributiva degli spazi coperti e scoperti. descrizione: l’edificio si allinea sul margine ovest della piazza A. Moro andando ad occupare un vuoto residuato dal mancato completamento del progetto del nuovo centro sportivo comunale (su tale sedime era prevista la realizzazione dei un corpo di fabbrica lineare continuo rispetto all’edificio realizzato degli spogliatoi destinato a locale ristoro ed alloggio del custode). La nuova scuola rispetta pertanto l’orientamento nord-sud del sistema urbano nella quale è inserita, producendo un volume allungato verso sud, prospiciente la piazza, disposto su due livelli ed articolato in due geometrie principali: la prima (destinata a spazi civici) interpreta le condizioni dettate dall’interazione con il municipio ed in centro sportivo, la seconda (destinata alla scuola) assume i suoi riferimenti dal dialogo con l’antistante palestra polivalente e con i confinanti campi da calcio. Si instaura così una prima doppia relazione spazio-tipologica capace di imprimere al progetto una chiara impostazione cruciforme tridimensionale, in corrispondenza della quale vengono disposti gli elementi di circolazione principali ancorché strutturanti. Ognuno dei quattro comparti architettonici così generati, geometricamente indipendenti ma pertinenti al ruolo che gli stessi interpretano nello spazio urbano e funzionale, partecipa al disegno complessivo dell’edificio in una composizione plastica, semplificata dal diffuso utilizzo di un omogenea membrana di rivestimento in policarbonato alveolare bianco-opalina capace di diventare non solo effetto esteriore quanto piuttosto elemento tecnologico di regolazione climatica (parete ventilata o brise-soleil all’occorrenza). Lungo il lato verso la piazza si dispongono i tre accessi alla struttura (due per la scuola ed uno per lo spazio civico) organizzati in spazi architettonicamente caratterizzati (doppia altezza) dai quali poter percepire la complessità spaziale dell’edificio potendo così referenziare le proprie coordinate spaziali. Ognuno di questi foyer da accesso ad un sistema di distribuzione longitudinale disposto su due piani, vera spina portante dell’edificio, di cui quello al piano terra, prospiciente la piazza e leggermente ipogeo, destinato anche a spazio ludico-ricreativo mentre quello al piano primo (reso accessibile da due scale/rampa poste agli estremi dell’edificio) rivolto verso l’interno e di sezione più ridotta. Tutte le aule, previste in composizioni armoniche di blocchi prefabbricati e variamente componibili, sono poste al piano terra ed hanno accesso direttamente dallo spazio ricreativo reso spazialmente più controllato dall’inserimento di due “involucri abitati” di forma ovoidale destinati a sala professori e portineria. Questi blocchi, separati all’interno da generose pareti attrezzate, proiettano la propria geometria verso il giardino mediandosi attraverso serre solari realizzate con pannellature opaline apribili a pantografo, dando la possibilità di destinare per ogni aula il proprio omologo esterno. Se al piano terra vengono disposte solo le aule didattiche con il fine di garantire una migliore organizzazione dell’attività scolastica (con l’unica eccezione della biblioteca e dell’aula magna poste però in un corpo di fabbrica autonomo anche se collegato), al primo piano si susseguono i laboratori attestandosi come scatole vitree autonome sul percorso di spina longitudinale, anche in questo caso mediate dalla parete attrezzata e dai vuoti tra le stesse funzionanti sia come spazi di accesso che camini di ventilazione. L’architettura così composta non risulta essere il risultato di un mero processo di organizzazione funzionale applicata ad immagini di un remake estetizzante post-modernista ma, al contrario, risulta essere la traduzione del rapporto tra visione/percezione e funzione/materia con un sillabario di regole votate alla semplicità, una semplicità non banale ma risultato di un radicale processo di sintesi riduzionista finalizzata all’ottenimento dell’identità spaziale, scevra da fronzoli e scarabocchi, dove la luce ne diventa protagonista. Per tale ragione all’interno le pareti sono bianche, i pavimenti in resina chiara, le vetrate traslucide, gli arredi in legno di acero sbiancato. Per tale ragione all’esterno le pareti sono in c.a. grigio, i brise-soleil ed il rivestimento sono in policarbonato alveolare bianco opalino, le vetrate colorate di un verde chiaro e brillante. Per tale ragione gli spazi sono flessibili e continui. Per tale ragione la luce sarà calda e solare e l’ombra sottile e sfumata. Per tale ragione il vuoto diverrà materia.
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    presupposti teorici: un’architettura in grado di ri-comporre il tessuto urbano all’interno di una strategia finalizzata alla definizione di un assetto morfo-tipologicamente equilibrato. Un’architettura densa e contemporaneamente dilatata, opaca e trasparente, compatta e stratificata, centrifuga e centripeta, criptica e palese: confronti in grado di generare tensione, interesse, dialogo. Un’architettura dialogica per sua natura, aperta al confronto, aperta alla città. Un’architettura urbana,...

    Project details
    • Year 2011
    • Main structure Mixed structure
    • Client comune di Cortenuova
    • Status Current works
    • Type Schools/Institutes
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