Riqualificazione uffici e padiglione di ingresso del quartiere fieristico di Messina | Renato Romeo

L’area di intervento si colloca lungo il litorale nord della città di Messina, prendendo in esame il tratto di costa che va dal porto sino alla foce del torrente Annunziata. All’interno di quest’area vi è il complesso fieristico, un esempio di laboratorio sperimenttale di architettura moderna. L’impianto è stato progettato tra il 1938 ed il 1956, da personaggi di spicco dell’architettura razionalista italiana, quali Adalberto Libera, Mario De Renzi, Filippo Rovigo e Vincenzo Pantano, ma negli ultimi anni sono stati realizzati una serie di interventi non idonei che ne hanno modificato profondamente le prerogative iniziali occultando tra l’altro il rapporto della città con il mare. Grazie ad un posizionamento urbano ottimale e ad una importanza logistico-culturale che ha fin dal principio codificato la sua funzione sociale è stata da sempre punto d’inizio di una riflessione in ambito didattico-professionale che ha avuto come primario obiettivo la restituzione di un water-front. L’area fieristica come volano progettuale economico e culturale. Punto iniziale , dunque, di ispirazione per una adeguata e ben più consapevole riqualificazione urbanistica che prende in esame tutta l’area dello stretto. L’intervento prevede la rettificazione dell’attuale banchina del porto per migliorare e implementare l’attracco crocieristico, la progettazione di un porto turistico compreso tra il torrente Giostra e il torrente Annunziata munito di parcheggi e zone verdi, e infine la riqualificazione della cittadella fieristica riconvertita in un parco culturale con la realizzazione di spazi verdi, zone d’ombra, piazze, un museo e un polo congressuale. L’idea principale si basa sulla realizzazione di una piazza inclinata che dialoga con il padiglione centrale di Libera e De Renzi, in tal modo si crea una grande zona d’ombra sotto la quale troviamo le tre sale conferenze, il bar e una grande hall con spazio espositivo. Il vecchio complesso fieristico culmina con il volume del museo che si protende verso il mare sottolineando l’intenzione di ristabilire un continuo dialogo con lo stretto di Messina.