Villa della Regina: il concorso per la nuova manica di accoglienza

"spazi semantici per l'accoglienza reale" Bologna / Italy / 2010

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La nuova Manica di Accoglienza deve costituire il filtro tra il visitatore e il Compendio di Villa della Regina, così come la sua architettura deve rispondere in modo esemplare alla domanda di accorpare l’esistente coppia di manufatti, ottemperando, nel contempo, al perseguimento del requisito della simbiosi tra essa stessa e le parti del Compendio, Villa seicentesca, o Residenza, inclusa. Simbiosi come assonanza di segno, ma simbiosi anche come dissonanza, perchè la partecipazione dell’ingombrante coppia di manufatti alla formazione della nuova Manica di Accoglienza induce ad escludere l’estensione progettuale ‘manierista’ (nel senso di assunzione compositiva e materica dei repertori storicizzati), ma persuade, piuttosto, ad affrancare il nuovo episodio (la Manica) da quelli che lo riscontrano (la Residenza e, in generale, il Compendio di Villa della Regina). E se la Residenza e il Compendio rappresentano un Bene fortunatamente ammirabile dalla città di Torino fino a costituirne un significativo riferimento al di là del fiume, la nuova Manica di Accoglienza deve poter compiacere all’emozione di chi al Compendio decide di avvicinarsi, sedotto o semplicemente incuriosito…, in quanto essa, del Compendio, costituisce la prima, indispensabile sosta: il luogo che consente al visitatore di indugiare, di cogliere la sensazione del sito, di assuefarsi alla quiete della “Vigna Collinare”,…ma anche di valutare la qualità della sua architettura. Allora: simbiosi tra le parti come dissonanza? Forse il problema non è neppure da porre. Il patrimonio documentale generato dall’asse tracciato dal Viale principale e perfezionato dalla Villa, dai suoi retrostanti giardini in forma di anfiteatro, dai contrapposti Belvederi laterali, dai modelli ‘a parterres’, dalle vasche, esprime un disegno compiuto di pianta simmetrica, carente, però, nella partecipazione volumetrica delle proprie ali; in sostanza, l’assenza di un ‘partner’ rende il progetto della nuova Manica privo di relazioni: pertanto, l’episodicità della sua apparenza ammette l’episodicità della sua architettura, non dissonante al Compendio…, ma, semplicemente, contemporanea. La composizione architettonica della nuova Manica di Accoglienza non può che conformare in un unico evento 2 differenti prestazioni: quella rappresentata dall’assorbimento dell’esistente coppia di manufatti e quella, prevaricante per significato, rappresentata dall’espressione del nuovo involucro. E nel solco del tema sulla reinterpretazione degli assetti geometrici quadrangolari tramandati dal sedime dell’ex Palazzo Chiablese e dal suo simmetrico Giardino laterale, e in equivalenza alla stratigrafia territoriale del Compendio svolta per sovrapposizioni prevalentemente orizzontali, questa proposta calibra con i segni cartesiani la sagoma planivolumetrica e riduce a 2 le soluzioni dell’esibizione delle sue forme: 1 il cristallo trasparente che compone i 2 consecutivi prospetti sud-ovest del nuovo involucro; 2 la superficie intonacata, ritmata ogni 35-40 cm. dal corso orizzontale di liste di acciaio ‘inox,o di legno, che compone la partizione verticale di rivestimento dell’esistente coppia di manufatti; in corrispondenza delle superfici ventilanti, ogni lista si prolunga e si aggrega ad altre per formare schermature filtranti, scandite dalla regolare alternanza di pieni e di vuoti. Il colore della verniciatura data sulle superfici è desunto dal repertorio dei toni che già stanno distinguendo le parti edilizie del Compendio. Proprio la designazione di questa seconda soluzione, nel reinterpretare il tipo di modanatura ‘a fasce’ esibito dalla Residenza e nel recuperarne la finitura ad intonaco, intende suggellare il perseguimento del premeditato requisito di uniformità percettiva e di coesione cromatica tra le parti restaurate e le parti nuove: la contemporaneità dell’architettura della nuova Manica di Accoglienza aggiorna i testi con i quali le sei-settecentesche testimonianze del Compendio ci sono pervenute.
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    Project details
    • Year 2010
    • Status Competition works
    • Type Multi-purpose Cultural Centres
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