Nuova chiesa sussidiaria an Nicolò a Trebbia | Christian Ciucciarelli

Ad te solum confugimus Piacenza / Italy / 2010

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Il progetto elaborato per la nuova chiesa sussidiaria di San Nicolò muove dalle esigenze della comunità, che si presenta particolarmente in espansione negli ultimi tempi, di avere a disposizione un nuovo spazio sacro che accolga le grandi celebrazioni e che si conformi sia come simbolo religioso sia come luogo rappresentativo su scala urbana. Per questo l’importanza di tale edificio non va letta solo sul piano delle necessità religiose ma anche come occasione di sviluppo dell’intera area, in cui l’architettura sia lo strumento caratterizzante e rappresentativo della nuova estetica urbana contemporanea. Dal punto di vista planimetrico, la composizione del progetto si basa sulla necessità di orientare la nuova aula liturgica in direzione della Piazza a sud, in questo modo, contrariamente a quanto vorrebbe la tradizione, cioè con l’orientamento est-ovest, si è deciso di ruotare l’edificio sacro cosi da creare un asse visivo tra il sagrato e Piazza della Pace. Da questa rotazione dipende anche la disposizione degli edifici integrativi e della Canonica, anch’essi orientati simbolicamente verso la Piazza, riproponendo in senso contemporaneo il confronto spaziale urbano tra vita civica e vita religiosa. Il Sagrato e gli spazi esterni sono stati concepiti come ampie aree verdi pedonali, attrezzate con vasche d’acqua, aiuole e sedute in travertino che attraversano l’ampio spazio vuoto di fronte alla Chiesa. Una sorta di monumentalità contemporanea è stata conferita a questo spazio che si apre libero da ostacoli, cu cui si erge il grande volume dell’Aula; questo ampio sagrato, leggermente in salita per conferire un senso di ascesa, bilancia la facciata piena dell’edificio dando la possibilità di percepire in maniera più completa l’intero complesso chiesastico. E’ stata creata inoltre una piazza a livello seminterrato su cui si aprono il salone sottostante la chiesa e gli spazi integrativi in modo da prendere luce naturalmente; essa si conforma come un ampio invaso raccolto attorno ad una vasca d’acqua e ad una cascata che scende lungo la gradinata di connessione con il livello superiore. L’acqua riveste un ruolo fondamentale in un progetto che vuole essere di grande impatto anche sul piano figurativo-simbolico; l’acqua è elementi imprescindibile dall’uomo, è fonte di vita e manifestazione di Dio; il verde e la vegetazione sono il manifestarsi della natura in tutte le sue forme più belle; un giardino “delle Rose” si apre oltre la canonica, chiara allusione ad uno dei simboli di Maria, a cui la chiesa è dedicata. Completa la composizione una stele alta 20 metri, il Campanile “Imago Fidei”, messaggio di fede ed elemento di riconoscibilità dell’edificio. L’architettura che è sembrata più idonea per questo tipo di intervento, soprattutto sul piano simbolico e delle atmosfere ricercate, è caratterizzata da un minimalismo di forme, ma non di contenuti, fatto di volumetrie elementari e facilmente comprensibili. L’intero progetto si pone alla ricerca di una silenziosa dignità delle forme e dei materiali nel rispetto della funzione dell’edificio; tutte le scelte compositive, dalla volumetria alla materia, sono state orientate verso un’indagine sensoriale dell’idea di stabilità dell’”edificio-chiesa”, della sua eternità ed immutabilità nel tempo e nello spazio; di qui anche la scelta dei materiali, come il cemento faccia vista, il travertino, la pietra, è stata orientata alla durevolezza e alla facilità di manutenzione oltre che alle caratteristiche sensoriali che sono in grado di trasmettere. Questi materiali naturali infatti interpretano appieno le necessità delle atmosfere eteree ricercate sia per gli interni che per gli esterni; esprimono naturalmente una dignità e una nobiltà che bene si confà ad un ambiente sacro per colore e grana superficiale, essi inoltre accolgono la luce in modo sapiente esaltandone gli aspetti simbolici ed evocativi. Il complesso chiesastico si articola in tre diverse volumetrie connesse da un elemento simbolico a forma di Croce. I tre volumi dell’Aula Liturgica, della Canonica e degli spazi integrativi sono uniti dal volume sospeso della grande Croce che poggia sull’aula; un elemento appositamente pensato come gigante proprio per rendere l’idea del peso della Croce portata da Gesù, essa viene simbolicamente sorretta dalla comunità che condivide con Lui la sofferenza; allo stesso tempo la Croce è anche riparo e rifugio della comunità stessa. Il panorama della simbologia legata alla Croce si arricchisce anche per la funzione che essa riveste a livello architettonico; il lungo collegamento che corre all’interno di essa è attrezzato come biblioteca, luogo quindi del sapere e della Parola; dalla Croce inoltre sgorga una fonte che si getta nella vasca dietro la parte absidale, nello spazio riflessivo “Fons Vitae”. L’edificio così strutturato è caratterizzato da una sorta di monumentalità contemporanea per dimensione e forma austera, capace di esprimere un messaggio di solidità, una forte carica rappresentativa e di suscitare nel fedele la percezione del “sublime” nell’approcciare questo luogo di incontro con Dio. La grandezza dell’aula e la sua altezza sono ricercate appositamente per “contenere la comunità sotto un grande tetto” dentro a un contenitore di speranza e di fede, dentro uno spazio di silenzio e di luce soffusa, di riflessione e intimo raccoglimento. La composizione ruota attorno alla pianta dell’Aula Liturgica, di forma rettangolare, minimale negli spazi, scandita dalla navata centrale sotto la croce e da 4 percorsi laterali; all’ingresso, sul lato ovest troviamo il fonte battesimale, di forma ottagonale come vuole la tradizione liturgica, sul lato est l’area penitenziale; ambedue si conformano come volumi parallelepipedi in travertino che escono fuori verso l’esterno dell’edificio. L’area presbiteriale , rialzata di un metro, è caratterizzata da due grandi pannelli di acciaio Corten (acciaio ossidato) a cui si poggiano il tabernacolo e l’immagine della Mater Ecclesiae. Al centro, domina la composizione architettonica una croce intagliata nel muro di travertino su cui è appeso il corpo di un Cristo sofferente in controluce; la Croce, immersa nel bagliore (grazie ad una vetrata retrostante), diviene l’elemento centrale dell’aula,il punto focale dell’intero spazio sacro su cui si concentra la sofisticata misticità del luogo. La luce riveste qui un’importanza fondamentale; tutto l’interno è pervaso da una luce diffusa indiretta, proveniente da tagli nel soffitto che corrono lungo la Croce calata all’interno dell’Aula e a ridosso delle pareti laterali. Internamente questa luce radente sui muri in cemento faccia vista crea un’atmosfera mistica in cui l’interno sembra avvolto magicamente; dal lato ovest filtrano i raggi ambrati della luce filtrata attraverso un pannello di rame microforato con fori a forma di croce; mentre ad est la parete vetrata verso il chiostro lascia passare la giusta luce e i riflessi dell’acqua e dell’ulivo simbolo di pace. Per l’interno si è cercata quindi una luminosità evocativa, fatta di raggi indiretti e colori soffusi, con la volontà di creare la giusta atmosfera mesta e nobile di uno spazio sacro. Gli arredi interpretano anch’essi questa volontà: sono sculture in travertino dalle forme semplici e essenziali, molto degne e nobili per il ruolo per cui sono state create; l’Ambone, leggermente rialzato, si protende verso l’assemblea per diffondere la Parola di Dio, esso è stato pensato in modo che sia eloquente anche se vuoto. La sede del presidente si presenta come una panca in travertino allungata per accogliere anche i ministri della Messa, è essenziale nella forma ma efficace; l’Altare è concepito come un blocco di travertino appena levigato davanti al quale è incisa una croce; è l’elemento centrale dell’Aula e il suo disegno essenziale ne esalta la sua misticità. Il fonte battesimale all’ingresso è rappresentato da un elemento ottagonale in travertino posto al centro di una nicchia anch’essa ottagonale leggermente ribassata per richiamare il senso di immersione del battesimo dal quale si esce purificati e pronti per vivere la Chiesa. I posto dei fedeli sono disposti su sei file di banchi di legno chiaro; è in legno chiaro anche la sede del Coro, una pedana che ospita 20 posti, sistemata in corrispondenza dell’ingresso alla Sacrestia in prossimità del Presbiterio. Sul lato est dell’Aula si apre, oltre al corridoio per la Sacrestia, il “Chiostro della Pace”, uno spazio silenzioso e riflessivo in cui emergono due presenze simboliche: l’ulivo e l’acqua. Oltre il chiostro, troviamo l’edificio della Canonica; al piano terra è ospitata la Sacrestia con i servizi necessari allo svolgimento delle attività della chiesa, accessibile sia con ingresso separato sia dall’interno dell’aula in due punti, uno in comunicazione con l’assemblea e l’altro prossimo all’area presbiteriale e al coro. Al piano primo della Canonica troviamo la casa del parroco e un altro piccolo appartamento; mentre al piano secondo troviamo la Casa del Pellegrino, un ampio appartamento con servizi frazionato in più unità per essere flessibile alle esigenze di accoglienza ed uso del complesso chiesastico. I volumi integrativi e la Canonica sono collegati dal Corridoio-Biblioteca passante nella Croce a cui si accede dai due corpi scala vetrati ai lati dell’aula; i volumi integrativi si articolano in un volume più basso esposto verso nord, e due volumi leggermente più bassi, uno con profilo curvilineo che richiama la Canonica, l’altro, parallelepipedo, a sbalzo sulla piazza a livello seminterrato. Opere artistiche. Immagine Mariana. La dedicazione della nuova Aula Liturgica alla Mater Ecclesiae, maturata nella riflessione del Concilio Vaticano Ecumenico II, ha suggerito numerosi spunti di riflessione. L’immagine della Madonna viene calata nel mondo contemporaneo dove la sua maternità si amplia a tutta la sua Chiesa, oltre i limiti geografici; Maria è una Madre accogliente di tutti i suoi figli, dell’umanità intera che nell’opera emerge dalla figura di sinistra,una donna africana che offre il suo con bambino alla benevolenza della Madonna piena di grazie e da una ragazza asiatica appena accennata sulla destra, altre figure non ben definite sullo sfondo alludono al popolo dell’intera chiesa, accorso alla Madonna per onorarla. Il programma iconografico di questa opera diviene oltre che messaggio religioso anche messaggio sociale di integrazione e fratellanza tra i popoli aldilà delle razze. Maria Mater Ecclesiae è immaginata come un rifugio per la sua Chiesa (Ad te solum congifimus) un riparo per l’intera comunità, un posto certo di conforto aldilà di ogni male e pericolo a cui l’uomo contemporaneo viene sottoposto. Bozzetto in terracotta; trattamento superficiale effetto bronzo – dim.40×26 cm Crocifisso.Il tema del Crocifisso così come veniva richiesto dal bando è stato affrontato attraverso una contaminazione di arte ed architettura affinchè si raggiungesse un risultato d’effetto. La Croce come già descritto è rappresentata da un taglio nella parete di travertino attraverso la quale una luce forte si irradia nell’area presbiteriale (di notte lo stesso effetto viene ricreato tramite luce artificiale); a questa croce immateriale è appeso il corpo di un Cristi sofferente, immerso nella luce. L’effetto suggestivo della contrapposizione di luce ed ombra è accentuato dalla fisionomia stilizzata del Cristo, una scelta voluta per allontanarsi dalla mera rappresentazione in favore di una smaterializzazione dei temi. Bozzetto in gesso con struttura in ferro; trattamento superficiale effetto bronzo – dim.60×34 cm Via Crucis.La Via Crucis è stata studiata prima su carta, attraverso il disegno delle 14 stazioni, poi verificata in scala reale con le prime due stazioni realizzate. I temi tradizionali della Via Crucis sono stati mantenuti, si è invece intervenuti in senso contemporaneo sulle modalità scultoree della stessa; il disegno sostanzialmente tradizionale che indaga le forme delle diverse stazioni viene seguito da una lavorazione bel bozzetto in polistirolo scolpito a caldo stilizzando le figure rappresentate per darne un tratto quasi primordiale. La distribuzione tradizionale delle diverse stazioni lungo le pareti della chiesa viene abbandonata, si propone invece un pannello unico in bronzo distanziato dal suo supporto (con luce retrostante), unpannello di acciaio corten incastonato nella parete vetrata verso il chiostro. Bozzetto in polistirolo; trattamento superficiale effetto bronzo – dim.34×40 cm

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    • Year 2010
    • Status Competition works
    • Type Churches
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