La Casa del Colonnato Tuscanico - Domus di L.Marius, insula VI Ercolano | Marco Ferruzzi

Rilievo, Restauro, Consolidamento delle strutture e Ricostruzione tridimensionale Ercolano / Italy / 2007

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CENNI STORICI

La Domus di L. Marius, come probabilmente hanno dimostrato alcuni ritrovamenti nelle sue immediate vicinanze, di frammenti di condutture di piombo marcati, risulta costituita dalla aggregazione di due distinte unità edilizie, fusione avvenuta in età Augustea. La più grande delle unità abitative, con accesso dal Decumano Massimo, è costituita prevalentemente da ambienti di elevato decoro e rappresentativi di un raffinato gusto ancora oggi percepibile per il nucleo dell’atrio, con due fasi di pavimento in cocciopesto e impluvio di marmo. Sempre nell’ala settentrionale della Domus con accesso sul Decumano sono disposti (amb.7) Oecus, con un prezioso pavimento musivo e, sempre sul lato destro (amb.13) il Triclinio con una eccezionale decorazione parietale del terzo stile sembra completare l’area di rappresentanza della casa. L’impianto planimetrico si completa con la restante parte, più piccola delle due unità aggregate, con accesso dal Terzo Cardo e destinata prevalentemente alla zona dei servizi. La struttura muraria risulta caratterizzata da due differenti fasi costruttive: la prima, la più antica, risulta realizzata in opus incertum e presenta le aperture dei vani formati originariamente da stipiti in pietra di tufo e, solo successivamente, in età Augustea, gli stessi saranno sostituiti con un più accurato vittato misto. Sempre in epoca Augustea, avviene l’aggregazione tra le due unità abitative ed il parziale rifacimento di alcune strutture murarie in Opus reticulatum.

STATO DEI LUOGHI

La Domus, allo stato attuale, presenta una condizione di degrado generalizzato riguardante sia l’apparato architettonico che la compagine strutturale. Tale degrado, causato da una totale carenza di una normale manutenzione ordinaria, e da una non trascurabile azione demolitrice causata da copiose infiltrazioni di acque meteoriche che, nel tempo, hanno determinato inevitabili crolli parziali nelle strutture di copertura e diffuse lesioni nei paramenti murari di numerosi ambienti, determinando l’inevitabile interdizione di accesso ai visitatori.

INDIRIZZI DI METODO SEGUITI PER LA REDAZIONE DEL PROGETTO DI RESTAURO

La moderna cultura del restauro si configura quale sommatoria di molteplici valenze specialistiche, promuovendo una preziosa banca dati del reperto archeologico, in continuo aggiornamento e perfezionamento delle condizioni di conservazione. Tale Metodologia di approccio, si configura nella predisposizione di analisi diagnostiche tempestive finalizzate ad una sempre maggiore consapevolezza storica, affinché non si renda necessario nel tempo porre rimedio. Notevoli sono purtroppo i danni causati negli ultimi tempi prodotti da una moderna cultura della Scienza delle Costruzioni e non sensibile a quel consolidamento statico nel rispetto della concessione costruttiva dei materiali e delle tecniche originarie di messa in opera. Questa superficiale sensibilità operativa in un ambito fortemente compromesso dalle inevitabili offese del tempo, e non ultime quelle causate dall’uomo, ha già prodotto danni significativi, contravvenendo alle più moderne procedure di restauro costruttivo fondato sulle “regole dell’arte” che sottendono alla realizzazione dell’opera ma , anche, alla conseguente reversibilità come tutela di sempre possibili nuovi apporti per il miglioramento e la conservazione del reperto architettonico. Il “miglioramento” delle caratteristiche dei materiali e del comportamento di insieme del complesso architettonico , riportato peraltro nel D.L. del 29.10.1999 n.490, ha evidenziato il concetto di conservazione ed il rispetto delle antiche fabbriche con conseguente acquisizione delle più corrette forme di applicazione finalizzate al miglioramento delle condizioni statiche della fabbrica stessa.

PROGETTO DI RESTAURO

Il progetto è stato redatto in sintonia con quanto riportato nelle indagini svolte dagli archeologi della Soprintendenza per una attenta anamnesi del complesso edilizio, e dell’Architetto M. E. Pirozzi quale responsabile unico del procedimento per una attenta ricostruzione filologica di alcune parti componenti il complesso edilizio e promuovendo una non invasiva copertura protettiva di alcuni ambienti, al fine non solo di proteggere le preziose pavimentazioni musive presenti nell’area interessata, quanto quella di restituire nella migliore condizione possibile di fruibilità il bene archeologico, sempre nel riassetto di una possibile reversibilità dell’intero processo di intervento. La convergenza delle varie discipline coinvolte nel processo di restauro, ha suggerito una serie di scelte progettuali che riassumiamo di seguito:

La copertura dell’atrio (amb.4), finalizzata alla protezione in particolare delle pregiate pavimentazioni, è progettata con criteri di semplicità e non invasività, con lucernari che consentiranno la visione chiara del manufatto.

Ricostituzione dell’integrità architettonica del colonnato (amb. 12) con conseguente ricostruzione dei solai di copertura in legno del porticato (amb. 12°a/b/c/d). Attualmente il colonnato è diviso nettamente in due parti, di cui la parte ad ovest si presenta con una trabeazione ad una quota inferiore per un errore di ricostruzione. L’intervento si propone un innalzamento delle colonne ad ovest mediante integrazione dei rocchi in mattoni, lo smontaggio ed il successivo ricollocamento dei tratti di muratura in opus incertum originari, e la costruzione del solaio adiacente che utilizzerà gli alloggi originari presenti, preservando i resti dei carboni lignei delle antiche travi.

Ricostruzione di alcuni solai in legno sempre a protezione di pavimenti e affreschi, con particolare riferimento all’ambiente 2, sul Decumano, cui è stata posta particolare cura al fine di preservare i resti carbonizzati delle travi lignee negli alloggi originari.

Copertura degli ambienti 14 e 15 adiacenti al colonnato, con parziale ricostruzione della volumetria del secondo livello, a protezione degli affreschi e dei pavimenti, con intervento tipologicamente equivalente alla copertura dell’atrio (amb.4).

Costruzione di pensiline in lexan a protezione di affreschi esterni e della scala con adiacente muratura a graticcio (amb. 20a).

Recupero o ricostruzione di piattabande, vari interventi di consolidamento delle murature e protezione delle creste murarie.

Arch. Massimo Baragli

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    Project details
    • Year 2007
    • Client Soprintendenza Archeologica di Pompei e Ercolano
    • Status Completed works
    • Type Archaeological Areas
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