LA PIAZZA CHE VORREI | GIORGIO BURZA

 Mettere in relazione l'idea del progetto con il suo contenuto mi rimanda ad una visione che diventa sempre più vivida ogni volta che ci penso. Meglio sarebbe raccontarla. La visione inizia con delle immagini che scorrono in sequenza secondo un ordine preciso: sono scenari familiari e persone senza volto che confluiscono verso la piazza provenendo da oriente, risalendo la strada che porta al mare, queste sagome senza volto hanno l'aria di curiosi ominidi disegnati a matita, figurine agitate da un'inspiegabile ansia per l'urgenza che hanno di occupare un posto nello spazio. Mi ricordano tanti film di fantascienza dove la Terra viene invasa dagli extraterrestri. Come in un sogno l'atmosfera del momento si svolge sotto il sole di un mese d'estate e la scena si appresta a risolversi piacevolmente nel grande spazio di piazza Pitagora.

1- ad occidente - "La Grande Sfera, 40000 volte più piccola del nostro pianeta ha una circonferenza massima di 24 metri, un metro per ogni ora di fuso orario. Il mondo orbita intorno ad un display suddiviso in 24 parti, una parte per ogni latitudine. Il display trasmette informazioni dal mondo reale che per caduta vengono riportate nel mondo surreale della piazza.

2- a mezzogiorno - " Il Mondo della Realtà Distorta". È uno scudo formato da cinque grandi lenti convesse, in acciaio cromato. Concepito come fulcro delle immagini riflesse intorno al quale ruota il paesaggio architettonico della piazza. La percezione della realtà in questo punto della piazza è alterata dal suo stesso riflesso.

3- a oriente - "Il Totem dei Codici Indecifrati". Luogo mistico dell'introspezione. Luogo di un probabile incontro tra l'ignoto e il trascendente.

4- a settentrione - "La Statua di Pitagora" sembrerebbe fuori dal contesto, in realtà è al vertice del triangolo dominante che comprende gran parte dell'intera superficie. Dal podio, immerso in una vasca, sul quale si erge la statua, scaturisce l'acqua a mo' di simbolo della fonte del pensiero.

Pavimento - solchi in acciaio e corpi luminosi corrono lungo le diagonali suddividendo l'area in settori triangolari.

Droni-  il cielo è solcato da droni nebulizzatori che umidificano l'aria nel tempo d'estate quando il sole è più rovente.

L'incipit che chiarisce il contenuto dell'idea: da Pitagora siamo partiti e a Pitagora facciamo ritorno, ma non come figurine umanoidi di una visione ma come uomini contemporanei che non dimenticano la storia e le loro origini.