Palazzo Flora | Studio Atelier P

Un’isola nell’isola per globe trotter in cerca di suggestioni fuori dalle solite rotte Gallipoli / Italy / 2023

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L’antico palazzo, dove ha sede l’hotel di lusso della nota località balneare salentina, rinasce grazie all’intervento di restyling dello studio milanese AtelierP e AMC Design
 
Elevare un antico palazzo nobiliare ottecentesco, già destinato a struttura ricettiva di lusso, al rango di opera che attraverso architettura e interior design arrivi al destinatario riattivandone ricordi, emozioni, energie. Quando gli architetti Luca Piccinno e Mattia Pareschi, insieme all’interior decorator Alessandro Cesario, alias AtelierP, sono intervenuti su Palazzo Flora a Gallipoli per sedimentarne gli ambienti attraverso l’utilizzo di oggettistica e immagini di grande forza, non rinunciando all’ironia di alcuni elementi dallo stile pop, lo hanno fatto pensando a questa ex residenza signorile come a uno strumento dialettico fondamentale con chi passa dal tallone d’Italia alla scoperta di borghi straordinari.
Il restyling di Palazzo Flora è la metafora del centro storico della cittadina, un’isola architettonica che, per citare Le Corbusier, è "costruzione di un rifugio dove si mette al riparo il corpo, il cuore e il pensiero”, un’ideale arcadia che protegge il proprio desiderio di fuga e di svago privato. Oppure, un luogo da cui iniziare l’esplorazione di un mondo complesso e dalle molte identità quale è quello marino e vacanziero. Un concept, dunque, di forte ispirazione, in cui la creatività è l’innesco per un’esperienza visiva ed emozionale a 360 gradi.
Nelle mani di AtelierP Palazzo Flora, 900 mq complessivi tra spazi interni e terrazze, diventa uno spazio mutevole con i colori del Salento, una palette che dal verde arriva al terracotta della lingua di sabbia che costeggia Gallipoli. La corte d’ingresso all’hotel è già un invito ad abbandonarsi all’atmosfera marina grazie alla realizzazione di un’importante bacheca nelle cui nicchie sono esposti i doni dei fondali cristallini pugliesi: conchiglie, anfore e spugne.
Ma c’è un mare segreto anche nel cuore della dimora gallipolina, è arginato da pietra leccese e da alte e solide mura che risplendono del bianco calce sotto il sole agostano. La fontana rialzata che sorgeva al centro del cortile interno lascia oggi il posto a una piscina la cui forma tonda e lineare ricalca il disegno precedente, con le aiuole e i terrazzamenti a organizzare il passeggio. Quelli perimetrali, disposti su livelli differenti, si sono trasformati in zone di sosta o comodissime pedane per il solarium, ampie cuscinature rivestite con il tipico tessuto a righe delle sdraio tanto in voga negli anni Sessanta. Palme e altri sempreverdi incoronano questo luogo, espressione di una nuova contemporaneità nel settore dell’hospitality.
Palazzo Presta distribuisce il suo fascino su due piani e dieci camere con volta a stella, soppalchi e soffitti affrescati vincolati dalla soprintendenza, quindi da mantenere e valorizzare insieme alle cementine pugliesi del pavimento. Il restauro conservativo ha permesso di recuperare le peculiarità storico artistiche attraverso una trama di complementi d’arredo che scardinano e rinnovano il concetto di viaggio come contrappeso a un turismo massificato e omologato. Il linguaggio d’interior è un accesso alla ricchezza di stimoli visivi che AtelierP, ottimo direttore d’orchestra, ha saputo mixare e restituire in modo armonico con le preesistenze. Gli interni delle camere bilanciano con colori caldi e luminosi l’impianto architetturale classico derivato dagli stili del passato, si vestono di oggetti come fossero elementi contaminanti, in parte di una qualche valenza archeologica perché tornati da un tempo lontano per ricordarci quel senso di domesticità e quel capitale affettivo che vorremmo ritrovare anche dall’altra parte del mondo. L’eccentricità è nel match di tessuti pregiati, a tinta unita o con pattern floreali, ma anche nelle dimensioni giocate su larga scala, come le grandi testiere del letto contornate da piccolissime cornici e viceversa, comò e cassapanche, abat-jour e lampadari a sospensione. Dall’illuminazione agli imbottiti, tutto è su disegno dello studio milanese, che aggiunge carattere anche ai bagni, uniformati nell’abito cromatico in resina di pareti e pavimenti, tutti in color sabbia. Scuri e maschili gli ambiti comuni, con tinte che mettono in risalto l’anima un po’ dandy e globe trotter dell’intero layout. Spiccano, tra i vari mobili vintage, quelli della sala lettura: una grande libreria Art Deco spagnola e il prototipo di tavolo in metallo realizzato da Lips Vago, specializzata in produzione di casseforti, testimonianza tangibile di una storia del design in continuo divenire.

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