AERtetto per Palazzo Pepoli a Trecenta | AERtetto

Trecenta / Italy / 2023

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AERcoppo® è stato utilizzato per il tetto di Palazzo Pepoli a Trecenta, in provincia di Rovigo.


“Il Palazzon” continua la sua storia
Il valore storico e artistico appare evidente già a prima vista, perché l’edificio costituisce di fatto un unicum grazie al mix equilibrato e sapiente di stilemi dell’architettura estense e dei padiglioni di caccia con quelli delle Ville Venete. Palazzo Pepoli, ubicato a Nord rispetto al centro di Trecenta, in provincia di Rovigo, si offre così alla comunità e al territorio ospitando tutti i visitatori nelle sue preziose stanze e coinvolgendo ogni persona in un viaggio nel tempo che racconta pagine significative della nostra storia. Il soprannome “Il Palazzon” deriva dalla sua grandezza e imponenza, un blocco compatto, unico, un bene di proprietà della Regione Veneto che dal 2012, a seguito di eventi sismici, non era più stato utilizzato e pressoché abbandonato a causa delle lesioni sulle murature del piano interrato, sulle facciate e sulla copertura. Un edificio cinquecentesco, costruito con funzione di residenza su preesistenze più antiche, forse di carattere militare, ampliato nel 1687 ad opera dell'architetto bolognese Giuseppe Antonio Torri (1658-1713) e dello scultore e stuccatore Giovan Francesco Bezzi, che lavorarono per la nobile committenza della famiglia bolognese dei Pepoli. La struttura, dimora estiva del Conte Uguccione dei Contrari, grande condottiero a servizio degli Estensi, venne poi ereditata dalla famiglia bolognese dei Pepoli alla fine del XVI secolo.


Il palazzo costituisce pertanto importante testimonianza dell'architettura di matrice emiliana nell'area del Polesine del XVII secolo. La posizione del Palazzon era davvero strategica per la presenza del fiume Tartaro e della Fossa Maestra, dei gorghi, delle tracce di paleoalvei e dell'antico Po di Adria. Anche per questo i risultati del precedente restauro degli anni Novanta con le relative indagini del sottosuolo sembrano confermare il ruolo di fortificazione strategica, per la presenza dei resti di quattro torri, con funzioni anche idrauliche e la gestione delle acque. La sua collocazione a una quota superiore rispetto al centro abitato, offriva una posizione dominante nella campagna e richiamava l’attenzione di tutti i cittadini del vicino centro abitato. Negli anni lo sviluppo del nucleo urbano, le opere di bonifica idraulica, la nuova rete di viabilità, l'edificazione negli spazi antistanti l’edificio di strutture di carattere agricolo, hanno mutato profondamente il rapporto tra il monumento e il suo ambiente, e hanno inglobato Palazzo Pepoli all'interno del tessuto urbano di Trecenta.
L'edificio presenta, non solo per la mole, notevole rilevanza sia dal punto di vista architettonico che artistico, per le facciate di armonica e austera composizione e per la ricchezza delle decorazioni interne a stucco, in particolare nel salone centrale. All’interno infatti, i motivi decorativi, scandiscono l'architettura delle stanze con cornici a rilievo e fregi con decorazioni floreali e vegetali.


Il palazzo ha pianta rettangolare, con un corpo centrale rientrante e due ali laterali sporgenti in guisa di torri. Il volume è articolato in cinque livelli e ospita: il piano delle cantine; salone centrale attorno al quale si articola l'intero organismo architettonico; il corpo occidentale costituito da un ordine di locali allineati e adiacenti al salone; il corpo orientale costituito da un doppio ordine di locali fra loro adiacenti, allineato simmetricamente all'altro lato del salone.


L'accesso principale a questi corpi è dato dall'importante scalinata elicoidale che si apre sul salone, mentre una scaletta di servizio che si sviluppa nell'avancorpo orientale del palazzo collega altre parti di servizio dell’edificio. Fra le due ali del fabbricato non esiste collegamento se non al piano terra attraverso il salone centrale e, parzialmente, al primo piano, attraverso un ballatoio in legno che perimetra il salone centrale stesso.

L’intervento su facciate e copertura
Ad oggi troviamo completato il primo stralcio degli interventi conservativi urgenti di Palazzo Pepoli che hanno interessato le facciate e la copertura. Sulle prime si era resa infatti necessaria un’opera di consolidamento strutturale unita al restauro e recupero degli intonaci, sulla seconda invece era improcrastinabile il rifacimento del pacchetto e del manto di copertura.


Il "Palazzon" presenta facciate austere, semplici ed omogenee, a mattoni a vista con tracce di intonaco, definite in alto da un'importante fascia di cornicione e in basso da una vistosa zoccolatura. La fascia del cornicione è costituita da una cornice dentellata sotto alla quale sono state inserite delle aperture ellissoidali. Le facciate manifestavano presenza di umidità di risalita e di sali solubili, depositi superficiali, presenza di fessurazioni e fratture dell’apparato murario sottostante le finiture che hanno provocato in talune parti la disgregazione e polverizzazione dell’intonaco o della finitura sovrastante, alterazione cromatica delle finiture prevalentemente dovuta alle patine biologiche.


Il Progettista e Direttore Lavori, l’Arch. Federico Candian ci racconta quali sono state le fasi principali dell’intervento: “Abbiamo lavorato in primis sul consolidamento, anche in chiave sismica, delle facciate con operazioni puntuali di scuci e cuci e stilatura armata sulla tessitura muraria lesionata per assicurare il ripristino delle caratteristiche meccaniche e della continuità delle pareti. Abbiamo proceduto alla progressiva rimozione e contestuale inserimento di mattoni di cotto preferibilmente di recupero ed avente le medesime dimensioni e colorazione di quelli originali, utilizzando malta a base di calce naturale. Dopo le operazioni di ripristino siamo passati al restauro conservativo degli intonaci e dei decori per restituire il Palazzo nel pieno della sua bellezza anche dal punto di vista estetico. Abbiamo ripristinato tutti i lacerti di intonaco antico ancora presente e ripreso gli scialbi nelle porzioni con muratura a vista privilegiando la lettura d’insieme delle facciate lasciando solo intravedere le tracce preesistenti”.


Il progetto per la conservazione degli intonaci con tinteggiatura ocra ha previsto le operazioni di pulitura delle superfici con lavaggi manuali previa applicazione di biocida a largo spettro, stuccatura di eventuali fessurazioni e fratturazioni presenti con impasti a base di calce ed inerti simili all’esistente, accompagnamento cromatico mediante velatura a base di calce per dare unità di lettura all’opera, applicazione finale di protettivo non filmogeno.


La copertura di Palazzo Pepoli è costituita da strutture a padiglione che si sovrappongono in corrispondenza dei corpi laterali, si imposta su una cornice sommitale sporgente con sottostanti mensoloni sull’intero perimetro del corpo di fabbrica.


Ancora l’Arch. Candian ci racconta la struttura di copertura: “Il tetto, oltre che da grosse travi rettilinee in legno che sostengono l'orditura secondaria, i correnti ed il pianellato in cotto, presenta nelle porzioni verso est ed ovest, anche capriate lignee, il manto di copertura è in coppi.


Nel radicale restauro eseguito negli anni 1990, che ha interessato anche l’intera copertura, tra le tavelle in cotto ed il manto in coppi, è stato inserito un manto sottotegola costituito da una ondulina di tipo bituminoso. Tale soluzione, nel corso del tempo, si è rivelata poco performante perché ha favorito lo scivolamento dei coppi nonostante il fissaggio del colmo con malta. Scivolamento riscontrabile ad occhio nudo su alcune porzioni di falde, in particolare quelle a Nord, con i coppi sempre più sporgenti rispetto al cornicione dell’edificio”.


Una situazione che era stata monitorata nel tempo e destava non poche preoccupazioni per le sempre più frequenti precipitazioni intense a cui corrispondono quasi sempre forti raffiche di vento. Lo scivolamento dei coppi e la conseguente discontinuità del manto avevano generato infatti numerose infiltrazioni di acqua piovana in diversi punti dell’edificio. Condizioni che hanno indirizzato l’intervento di completa revisione della copertura e conseguentemente le tecnologie utilizzate.

La soluzione con AERcoppo®
“Siamo intervenuti sull’estradosso” - prosegue l’Arch. Candian - “rimuovendo il manto di coppi originale, la superficie di Onduline bituminosa ormai deteriorata e pulendo accuratamente le tavelle in cotto. Abbiamo poi posizionato un pannello in legno strutturale tipo OSB con funzione di controventamento della struttura di copertura e una doppia guaina ardesiata di impermeabilizzazione, così da predisporre il piano per l’impiego del sistema AERcoppo®. Mi è sembrato fin da subito la soluzione ideale per questo progetto, proprio perché in grado di garantire la stabilità del manto nel tempo ma anche assicurare il continuo passaggio d’aria sotto al manto di copertura in coppi in modo che possano asciugarsi velocemente in caso di pioggia, evitando deterioramenti dovuti al gelo e formazione di muschio”.


Il sistema, con la sua struttura puntiforme, crea infatti un’intercapedine d’aria di sezione costante di 600 cmq/m, senza listellature che possano in qualche modo ostruire i moti convettivi ascensionali dell’aria calda garantendo la vera ventilazione.


“Era la prima volta che utilizzavamo il sistema AERcoppo®” - ci racconta il Sig. Pasquale Angelino, Titolare dell’impresa esecutrice Gruppo Sapa s.r.l. di Caivano - “e siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto. Nonostante la complessità della copertura, ricca di compluvi e displuvi ma anche di cambi di quota e di pendenza ed elementi di discontinuità come abbaini e comignoli, il sistema si è rivelato molto interessante per diversi motivi. In primis consente di risparmiare tempo evitando alcune operazioni preliminari legate gli allineamenti, oltre a escludere il coinvolgimento di parte delle maestranze nella preparazione della malta. In questo sistema i piedini sono applicati sul retro di ogni coppo canale e permetteranno allo stesso tempo il rialzo ed il bloccaggio dei coppi senza fissaggio meccanico sul piano di posa; avendo la forma di una Z, permette di agganciare il coppo successivo retrostante consentendo così la creazione di una maglia catenaria. Una soluzione che assicura stabilità e sicurezza, velocità di posa e leggerezza, ventilazione e garanzia di maggiore tenuta nel tempo”.


Soddisfazione condivisa anche dal progettista: “Anche per me era la prima volta, ma avevo approfondito il sistema AERcoppo® e mi è sembrato fin da subito molto efficace e intuitivo. La presenza di maestranze formate si è rivelata fondamentale per la buona riuscita dell’intervento. Una perfetta conoscenza del sistema aumenta senza dubbio la velocità di posa. Il fissaggio dei coppi senza l’ausilio di malte permetterà a Palazzo Pepoli di avere una copertura, e quindi un involucro, efficiente per molto tempo”.


I coppi originali, rimossi all’inizio dell’intervento, sono stati quasi interamente riutilizzati per realizzare il nuovo manto, in perfetta continuità cromatica con il tetto originale. La diversità di ogni elemento ha comportato un lavoro di ridimensionamento, per mantenere gli allenamenti e la piena continuità del manto.

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    AERcoppo® è stato utilizzato per il tetto di Palazzo Pepoli a Trecenta, in provincia di Rovigo. “Il Palazzon” continua la sua storiaIl valore storico e artistico appare evidente già a prima vista, perché l’edificio costituisce di fatto un unicum grazie al mix equilibrato e sapiente di stilemi dell’architettura estense e dei padiglioni di caccia con quelli delle Ville Venete. Palazzo Pepoli, ubicato a Nord rispetto al centro di Trecenta, in...

    Project details
    • Year 2023
    • Work started in 2023
    • Work finished in 2023
    • Status Completed works
    • Type Government and institutional buildings / Town Halls / multi-purpose civic centres / Restoration of old town centres / Multi-purpose Cultural Centres / Museums / Art Galleries / Exhibitions /Installations / Recovery/Restoration of Historic Buildings / Restoration of Works of Art / Restoration of façades / Structural Consolidation / Building Recovery and Renewal
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