JACK SPARROW

Un giardino a tema, ispirato a Jack Sparrow e ai pirati dei Caraibi Monza / Italy / 2015

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Lo stato di fatto. 


Il giardino si presenta come un guazzabuglio di piante, che prima di tutto richiede una drastica semplificazione. Gli alberi  sono fittamente disposti e le chiome si disturbano a vicenda. Alcuni sovrastano le grondaie, che devono essere spesso ripulite. Vi è una grossa branca marcia a rischio di schianto su un annoso e grande esemplare di Crataegus monogyna. Il terreno è irregolare e solcato da depressioni che si tasformano in pozze in seguito alle piogge. 


La presenza di cascine e rustici rende superflue delle strutture ad hoc per il ricovero degli attrezzi e di altro materiale, ma vi è mancanza di continuità tra edifici e giardino, con nessun elemento di raccordo. Inoltre non vi sono strutture per attività all’aperto (ricreazione, gioco, convivialità). Sono presenti varie fioriere mal disposte e male assortite. Dei marciapiedi in ciottoli semi-interrati a secco richiedono assidua manutenzione e sono scomodi da percorrere. 


Una siepe di Carpinus betulus di media altezza contorna tutto il giardino, staccandolo nettamente dal paesaggio circostante. Esiste un canale ora secco lungo il margine esterno della siepe di carpino, che probabilmente era una roggia. Alti alberi, lungo tutto il perimetro est-sud-ovest del giardino, bloccano la vista dell’ambiente esterno e creano molta ombra all’interno del giardino. 


 


Le caratteristiche pedoclimatiche. 


Il microclima è piuttosto favorevole, con l'esposizione del giardino a sud e l'edificio principale a protezione dai venti da nord. Il terreno è un po’ pesante, apparentemente sub-acido. 


 


I problemi e le opportunità. 


Per quel che riguarda la vegetazione, c'è molto da togliere e poco da aggiungere. 


Nel quadrante sud-ovest, l'assembramento di alberi e arbusti di ogni altezza e dimensione crea ombra costante anche in inverno per la presenza di sempreverdi: può costituire un’opportunità, se si sfrutta come “bosco” fitto e ombroso. Estensioni di erbacee da ombra sotto chioma coprono zone non inerbabili ma ostacolano la percorribilità dell’area, suggerendo però percorsi "naturali". 


Nel quadrante sud-ovest, una Magnolia grandiflora piuttosto malconcia, con rami solo verso sud, può costituire un’opportunità se si sfrutta per associarvi qualche particolare struttura. 


Delle bordure scialbe e spoglie in stretti cordoli laterali lungo il vialetto principale appaiono senza scopo, e pertanto da eliminare, considerato anche il rischio di danneggiamento di specie erbacee da parte del grosso cane di casa. 


Una cupola formata dalle chiome di tre Fagus sylvatica forma 'Pendula', con vista affascinante da sotto per i giochi di luce estivi e la trama dei rami alti spogli in inverno, costituisce una “stanza” naturale, da valorizzare per relax, ricreazione ed accoglienza, con ombra estiva. 


La presenza di Fagus sylvatica e F. sylvatica ‘Purpurea Tricolor’ presso la parte centrale della siepe di Carpinus betulus, piuttosto ingombranti e "noiosi", ostacola la visuale verso l’esterno e appesantisce visivamente il giardino se osservato dalla strada di accesso. 


 


Le richieste. 


Le richieste della committenza:


un giardino a tema, ispirato alla figure leggendarie di Jack Sparrow e dei pirati dei Caraibi, per ospitare i giochi dei due bambini di casa;


un orto al riparo dalle incursioni del cane che imperversa in giardino; 


delle strutture per il relax di tutta la famiglia; 


una struttura conviviale per le cene all’aperto e per ricevere gli amici. 


 


I principi progettuali. 


I principi generali: semplificare drasticamente, aprire le visuali, creare continuità (tra edifici e giardino, tra giardino e campagna), arredare a fini ricreativi. 


Le impostazioni generali: disporre il quadrante sud-est come parte ariosa e soleggiata e il quadrante sud-ovest come parte ombrosa e riservata del giardino; operare un’ulteriore suddivisione per creare quattro zone funzionali; usare l’arco di circonferenza e la circonferenza come geometrie di riferimento, conservando però anche gli spigoli vivi, che contrastano gradevolmente con le linee curve. 


 


Le soluzioni proposte. 


Pavimentare il vialetto centrale con lo stesso tipo di mattonelle rosse del porticato, in forma adatta all’esterno (esposizione alle intemperie). 


Ridurre il numero di alberi, soprattutto nel quadrante sud-est, per aprire la vista dall’interno verso l’esterno del giardino e alleggerire la vista del giardino dall’esterno. 


Eliminare le strette aiuole lungo il vialetto centrale, estendendo il prato. 


Creare un vialetto all’interno del giardino, con le stesse mattonelle rosse (adattate) del porticato, che descriva lo stesso arco di circonferenza della siepe di confine, prevedendo delle intersezioni nette e di forte carattere con i due portici laterali. 


Creare una struttura sotto le chiome dei tre Fagus sylvatica f. 'Pendula' centrali, per lo svago dei ragazzi ed il relax degli adulti, favorendo l’osservazione contemplativa della volta delle chiome. 


Creare un deck circolare nell’area centrale del quadrante sud-est, e un altro deck  con tavolo rotondo per pranzi e cene anche conviviali, nel quadrante sud-ovest presso l’angolo del porticato, dove può essere collocato un barbecue


Eliminare totalmente, o quasi, gli arbusti esistenti (collocati qua e là a casaccio) ed impiantare alti arbusti o piccoli alberi a portamento arbustivo, collocati lungo linee geometriche morbide, interrotte da passaggi e varchi visivi; piantare solo pochi piccoli arbusti e nessuna erbacea al suolo, per risparmiare acqua di irrigazione e minimizzare i danni provocati dal cane. 


Inserire specie erbacee solo in strutture rialzate o protette e consentire la coltivazione di una piccola aiuola fiorita, a discrezione dei proprietari, anch’essa in struttura rialzata o nettamente delimitata. 


Ridurre l’irrigazione all’essenziale. 


Lasciare il cane libero di scorrazzare in tutto il giardino; predisporre tuttavia una parte di giardino in modo che sia facilmente recintabile nel caso si volesse limitare l’area riservata al cane. 


Predisporre un’illuminazione serale/notturna scenografica e ad effetto, operante solo in caso di effettiva fruizione. 


 


Le suddivisione del giardino e la caratterizzazione delle aree. 


Il giardino, dalla forma a mezzaluna, è suddiviso in quattro parti da un viale principale centrale e due vialetti secondari. 


Le due aree più piccole sono le più vicine al grande edificio con porticato, affiancato da due piccoli edifici di servizio. 


L’area piccola ad ovest ospita un grande tavolo circolare e un doppio deck di legno, su due piani, a forma di tolda di una nave, con agganciate delle amache a mo’ di scialuppe di salvataggio. La “tolda” si trova sotto la cupola naturale formata da tre Fagus sylvatica f. 'Pendula', che creano una stanza a sé. 


L’area piccola ad est ospita un solarium a livello terra, con una piscina-spa appositamente disegnata a forma di sei barili affiancati, e una “barca” come aiuola rialzata per specie da fiore, legata a un “pontile” con sopra delle “botti” che contengono le specie orticole. Altri “botti”, con la stessa funzione, sono collocate nel prato. 


Le due aree più grandi cingono le prime due all’esterno. 


L’area grande ad ovest è riservata ai giochi dei bambini. È caratterizzata da una grande voliera per pappagalli, da una piattaforma sopraelevata dalla quale si accede a un posto di vedetta, da una fune con carrucola per scivolare tra un cedro e un calocedro e da un intrico di “liane”, costituite da robuste funi pendenti dalle branche più grosse degli alberi. Dei “forzieri” semisepolti nel terreno servono a riporre giochi e attrezzi. Un cipresso calvo (Taxodium  distichum) richiama le mangrovie con i suoi pneumatofori. 


L’area grande ad est non è caratterizzata: è recintata per confinarvi il cane nei momenti in cui non si desidera che scorrazzi per tutto il giardino. 


 


Le piante introdotte. 


Sono stati introdotti pochi esemplari, di cui uno arboreo, rappresentativi di sette specie: 


Taxodium distichum


Gunnera manicata (anche in casse-contenitore oltre che in piena terra), 


Mahonia x media 'Charity', 


Mahonia aquifolium


Viburnum rhytidophyllum


Viburnum davidii (in esemplari maschili e femminili), 


Euphorbia characias (solo in botti). 


Specie orticole e fiori stagionali sono stati lasciati alla discrezione dei proprietari. Le specie prescelte progettualmente sono adatte a creare un'atmosfera vagamente esotica, in accordo con il tema del progetto. 


 


Il piano di cura e di manutenzione. 


1.    Cura del prato 


1.1.  Irrigazione 


Subito dopo la semina, per una buona germinazione del seme è fondamentale mantenere un’adeguata umidità nei primi 2-3 cm di terreno, mediante irrigazioni brevi e frequenti; nei periodi più caldi è quindi necessario irrigare anche più volte al giorno. Evitare sia i disseccamenti prolungati del terreno sia i ristagni idrici che potrebbero far marcire i semi. Evitare irrigazioni notturne per prevenire l’insorgere di malattie fungine. Quando la maggior parte dei semi è germinata, ridurre la frequenza delle irrigazioni distanziandole di due o tre giorni a seconda dell’andamento stagionale, irrigando al mattino. Avvertire il vivaio in caso di comparsa di macchie di seccume, che rivelano un probabile attacco parassitario. 


1.2.  Taglio 


Prima di effettuare il primo taglio verificare l’ancoraggio delle giovani piantine per evitare che le lame del tosaerba le estraggano dal terreno: allo scopo, provare a sradicarne qualcuna manualmente in vari punti del prato, applicando una forza moderata. Se le piantine oppongono resistenza all’estrazione, procedere con il taglio. Durante il periodo vegetativo tagliare due volte alla settimana lasciando almeno 3 cm di altezza. 


1.3.  Concimazione 


Impiegare preferibilmente concimi chimici NPK granulari, a lenta cessione, tre volte all’anno (in primavera, in estate e in autunno). Si consiglia di rispettare la proporzione NPK di 4-1-2 o 4-1-3 prima dei periodi di maggior crescita vegetativa (primavera e fine estate) e 2-1-4 o 3-1-4 prima dei periodi di stress (inizio estate ed autunno). In pratica, in primavera sarà opportuno applicare un concime con titolo 20-5-10 o similare, a novembre invece uno del tipo 10-5-20 o similare, tenendo conto che non è necessario essere estremamente rigidi con queste proporzioni: l'importante è non utilizzare concimi a titolo di azoto (N) elevato prima dei periodi di stress. 


1.4.  Accorgimenti e precauzioni 


In autunno non lasciare a lungo una copertura di foglie secche sul tappeto erboso. Durante l’inverno non calpestare il prato se è gelato. A fine inverno ripulire accuratamente il prato da foglie secche e ramaglie ed effettuare un leggero taglio superficiale per eliminare le punte delle foglie ingiallite. 


2.    Cura delle specie erbacee 


2.1.  Gunnera manicata 


La Gunnera manicata è la pianta a più alta manutenzione nel giardino. Sopporta abbastanza il freddo ma non le gelate estreme, per cui è consigliabile ritirare le casse-contenitore in serra fredda all’approssimarsi dell’inverno. Usare lo stesso accorgimento in caso in prolungati periodi molto caldi e secchi oppure molto ventosi. Mantenere il terriccio sempre umido e rinnovarlo almeno annualmente con terriccio fresco ricco di humus. Nella bella stagione aggiungere un fertilizzante granulare ad alto titolo di azoto, deponendolo a circa 10 cm dagli steli, attorno ad essi, e bagnando subito per favorirne l’assorbimento. Rimuovere le foglie in via di appassimento appena ne compaiono i segni. 


L’esemplare in piena terra deve sempre essere mantenuto in condizioni di suolo umido con una irrigazione se necessario anche continua in estate, da ridurre drasticamente in inverno (una irrigazione ogni 10 giorni circa in pieno inverno), e coperto da abbondante pacciamatura. Tagliarne le foglie a novembre e accumularle sopra la corona che rimane nel terreno, per proteggere dal gelo le parti più delicate della pianta. Rimuovere la protezione a inizio primavera per permettere alla nuova vegetazione di svilupparsi. 


Maneggiare la pianta con spessi guanti facendo attenzione alle spine.


2.2. Euphorbia characias 


Euphorbia characias può sopportare senza problemi lunghi periodi di siccità. Per ottenere però un bel cespuglio vigoroso, ampio e pieno di fiori, è importante annaffiare le piante da aprile a settembre, soprattutto se le precipitazioni sono scarse. Nello stesso periodo è bene anche fornire del concime per piante da fiore, almeno ogni 10 giorni, per garantire il giusto tenore di sali minerali nel terriccio. Nel corso degli anni la pianta tende a stabilizzarsi e a necessitare di cure sempre minori. Potrebbe tendere a spogliarsi nella parte bassa, perdendo gran parte della sua bellezza; per ovviare a questo problema, o almeno contenerlo, è opportuno accorciare la pianta a fine estate o in autunno, per favorire uno sviluppo più denso e compatto. Mantenere sempre il terriccio molto ben drenato. 


Effettuare i tagli con guanti per evitare il contatto con il lattice irritante. 


3.    Cura degli arbusti 


3.1.  Irrigazione 


Durante tutta la prima stagione vegetativa gli arbusti appena messi a dimora necessitano di ripetute irrigazioni; apporti d’acqua abbondanti e distanziati (5-10 litri ogni 4-5 giorni) sono preferibili a bagnature più blande e frequenti. Negli anni successivi a quello della messa a dimora gli apporti idrici dovranno commisurarsi con le caratteristiche delle stagioni. 


3.2. Concimazione 


La concimazione ottimale consiste nell’utilizzo di un fertilizzante organico anche ammendante, eventualmente integrato da un concime minerale azotato. 


3.3. Pacciamatura 


Pacciamare il perimetro attorno agli arbusti con materiale commerciale o disponibile in giardino, come corteccia di conifera, foglie secche, ecc. 


3.4. Potatura 


Mahonia aquifolium e Mahonia x media ‘Charity’ non necessitano di potature; basta eliminare solo i rami morti o danneggiati, a metà primavera, e quelli che compromettono il portamento, dopo la fioritura. 


Viburnum davidii e Viburnum rhytidophyllum richiedono potature molto limitate: rimuovere soltanto i rami rivolti verso l’interno o decisamente verso l’esterno, a fine inverno o a inizio primavera. 


4.    Cura degli alberi 


4.1.  Condizioni generali 


Eliminare soltanto i rami degli alberi morti o spezzati, oppure troppo bassi o particolarmente scomposti. In caso di sospetta insorgenza di malattie, consultare il vivaio o un fitopatologo. Lasciare libera da coperture impermeabili una zona di diametro almeno il 20% superiore al diametro della chioma, per favorire gli scambi idrici e gassosi. 


4.2. Taxodium distichum 


Il cipresso calvo (Taxodium distichum) teme la siccità prolungata, quindi nei periodi caldi e con scarse precipitazioni è opportuno annaffiarlo abbondantemente, almeno ogni 7-10 giorni, controllando che il terreno mantenga il giusto grado di umidità e non risulti completamente asciutto. Ogni primavera interrare del concime organico ben maturo ai piedi della pianta. 


5.    Manutenzione dell'impianto di irrigazione 


5.1.  Pozzetto 


All’avvicinarsi dell’inverno coprire il pozzetto con le derivazioni dell’impianto di irrigazione con materiali termoisolanti. 


5.2. Tubi e diffusori 


All’avvicinarsi dell’inverno chiudere la serranda dell’alimentazione delle elettrovalvole di mandata, aprire i rubinetti esterni e aprire la serranda dello scarico generale per svuotare l’impianto. 

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    Lo stato di fatto.  Il giardino si presenta come un guazzabuglio di piante, che prima di tutto richiede una drastica semplificazione. Gli alberi  sono fittamente disposti e le chiome si disturbano a vicenda. Alcuni sovrastano le grondaie, che devono essere spesso ripulite. Vi è una grossa branca marcia a rischio di schianto su un annoso e grande esemplare di Crataegus monogyna. Il terreno è irregolare e solcato da depressioni che si tasformano in...

    Project details
    • Year 2015
    • Client Scuola Agraria del Parco di Monza
    • Cost 80.000 €
    • Status Research/Thesis
    • Type Single-family residence
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