Nuova Biblioteca Civica di Bressanone

Brixen / Italy / 2010

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1 QUALITA’ URBANISTICA

La caratteristica unitarietà architettonica che connota l’originario comparto urbano di Bressanone coinvolge chiaramente anche la tipologia edilizia delle 2 attigue pre-esistenze storicizzate, l’edificio ex finanza e l’edificio di giustizia, che, con la porzione di nuova costruzione, costituiranno la Biblioteca Civica. Con quei 2 edifici, ma soprattutto con quell’unitarietà architettonica, l’involucro di nuova costruzione della Biblioteca dovrà confrontarsi in modo qualitativamente esigente: sia per esaltare il patrimonio consolidato che per auto-referenziarsi. Peraltro, l’assunzione degli argomenti diffusi dalla dotazione documentale del Bando di Concorso e la conseguente elaborazione dell’analisi metodologica non possono che generare la considerazione, per l’intera Biblioteca Civica e a maggior ragione per la sua porzione di nuova costruzione, della decisa prevalenza del parametro dell’autonomia funzionale rispetto ad ogni altro, incluso quello del perseguimento della mimesi formale con l’intorno da parte del nuovo manufatto. Pertanto, nel rivolgersi senza indugi a esplorare l’ottimizzazione dell’efficienza della sostenibilità progettuale, operativa e gestionale della nuova Biblioteca, questa proposta tende all’obiettivo dell’amalgama della porzione di nuova costruzione con il contesto, non particolarmente in relazione al requisito dell’assonanza, ma piuttosto in relazione al requisito dell’interpretazione materica che plasma l’opera; requisito che, pur nella differente costituzione dell’edificio, induce a innestarlo con naturalezza nel tessuto urbanistico pre-costituito: la selezione del legno in ogni espressione applicativa che può competergli e del rame nella componente di finitura, suggella il legame con il territorio, recuperando dalla tradizione costruttiva locale il mezzo per celebrare la contemporaneità dell’evento architettonico.

2 QUALITA’ ARCHITETTONICA

La porzione di nuova costruzione esprime una composizione planivolumetrica scatolare formata dall’accostamento di 2 episodi, l’involucro principale e il corpo di inter-connessione funzionale dei 3 edifici. L’involucro principale, di sagoma fondamentale rettangolare che si eleva per 3 piani, dilata verso il giardino i soli primi 2 della propria propaggine di levante, fino a sovrapporli al bordo edificabile sancito dal Bando di Concorso. Il lato obliquo della figura geometrica trapezoidale che si genera tracciando la congiungente di quella sovrapposizione con il referente spigolo dell’edificio di giustizia, costituisce il limite verso est del corpo di inter-connessione funzionale dei 3 edifici. Nel piano inclinato di copertura dell’involucro principale, si incunea un ampio vuoto a cielo aperto, le cui partizioni trasparenti approvvigionano di luce naturale il nucleo centrale dei 2 piani più alti dell’edificio. Sospesa sopra a quel piano inclinato di copertura, una piattaforma tecnologica si espande fino ad aderire al massimo ingombro planimetrico della porzione di nuova costruzione e sporge per 150 cm. su vicolo Bruno. La piattaforma tecnologica scherma e protegge l’edificio, contiene la partizione orizzontale di apertura-chiusura scorrevole del vuoto, occulta le apparecchiature pertinenziali alla dotazione impiantistica e illuminotecnica e delega, inoltre, una propria porzione a disporre laminati fotovoltaici flessibili in silicio amorfo. Il corpo di inter-connessione funzionale, attiguo all’involucro principale, funge da elemento coordinatore dei 3 edifici che compongono la Biblioteca Civica. Nel cuore del ‘corpo’, adiacente all’ambito principale di uscita dalla Biblioteca, la presenza di un chiostro costituisce l’atterraggio della nuova scala aperta, di emergenza o antincendio, pertinenziale ai 3 edifici stessi; la strategica centralità della nuova scala forma il riferimento per l’assetto distributivo generale della Biblioteca e favorisce l’opera di smistamento verticale delle reti impiantistiche. Al primo piano del corpo di inter-connessione funzionale, un patio, rivolto a est, consente l’organizzazione di eventi conviviali-culturali; dal patio, il protendersi verso il giardino di un ballatoio ligneo stimola l’estensione di quegli eventi ma, soprattutto, intende ribadire quello stretto rapporto tra gli spazi interni e gli spazi esterni, costantemente indagato da questa proposta a favore di tutti gli ambiti funzionali. In effetti, anche allo scopo di pianificare un idoneo sistema delle vie d’esodo, ciascuno dei 3 piani che compone la porzione di nuova costruzione della Biblioteca tende a sfondare i propri limiti, sebbene questi corrispondano prevalentemente a soluzioni trasparenti: il piano terreno dialoga con il chiostro e con le aree esterne pertinenziali, il primo con il patio e con il vuoto a cielo aperto, il secondo con gli spazi terrazzati e, ancora, con il vuoto a cielo aperto. Nel proseguire l’analisi sull’ambiente esterno pertinenziale alla nuova Biblioteca Civica, giova sottolineare l’opera di rielaborazione e di rifunzionalizzazione delle 3 aree pre-esistenti: 1 l’area esterna rivolta verso piazza Duomo, antistante il prospetto nord dell’edificio ex finanza, diventa il luogo deputato a costituire l’ambito principale di ingresso-uscita: non un’unica soluzione coincidente con l’attuale varco centrale, ma 2 distinte localizzazioni, una di ingresso e una di uscita, corrispondenti agli altrettanti locali laterali al percorso mediano che interseca il piano terreno secondo l’orientamento nord-sud. Soluzioni di ciottoli di dolomite bianca disposti ‘a secco’ saturano gli spazi residuali, estranei alle pedane pedonali; 2 l’area esterna rivolta verso vicolo Bruno, o verso sud, è il luogo deputato ad individuare l’ambito secondario di ingresso-uscita, ovvero quello da praticare per restituire i libri utilizzando il sistema automatizzato; in quest’area esterna, il percorso mediano che interseca il piano terreno dell’edificio ex finanza si prolunga fino al contatto con vicolo Bruno e le sue superfici laterali sono colmate con le medesime soluzioni di ciottoli di dolomite bianca; 3 l’area-giardino, quella più estesa, rivolta verso est, conserva le alberature, ma la proposta la ridisegna per ottimizzare il requisito qualitativo della sua fruizione; l’attuale sconnessa superficie viene ripianata in relazione alla quota interna del piano terreno della porzione di nuova costruzione e i naturali avvallamenti richiesti dalla quota del colletto delle alberature esistenti sono riempiti con le soluzioni drenanti di ciottoli posati ‘a secco’. L’alternanza di comparti vegetali a prato con comparti vegetali ornati con fiori e tappezzanti consente al percorso pedonale di insinuarsi in differenti scenografie e di designare zone soleggiate o ombreggiate dagli alberi con gruppi di sosta per la lettura o per la socializzazione, contrappuntati da singole sedute girevoli in scocca di lamiera metallica stampata; il medesimo percorso pedonale interseca la piattaforma di riscontro degli spazi interni e la base della scala che proviene dal primo piano. In quel sottoscala, possono ricoverarsi gli attrezzi per la manutenzione del giardino. Negli interni dei 2 edifici storici, la proposta calibra i livelli di quota dei piani della porzione di nuova costruzione in relazione alla conformità alla Legge 13/89 dei suoi raccordi inclinati con i piani degli edifici ex finanza e di giustizia, per i quali l’assegnazione del vincolo di tutela architettonica ordina la pratica della preservazione e del consolidamento. In quei 2 edifici, la stessa indicazione progettuale di nuove aperture di varchi passanti, limita le loro larghezze alla minima dimensione richiesta pari al doppio modulo (cm. 120), così come, in materia di partizioni divisorie, individua la selezione del cristallo sabbiato o acidato ad altezza parziale (cm. 200) e disposto in rigoroso allineamento ai profili di contrasto delle volte e degli archi (nell’edificio di giustizia). Nell’edificio ex finanza, l’ampio piano sottotetto viene ripensato per la completa utilizzazione della sua superficie, in ottemperanza alla giusta indicazione del Bando di abilitarne la funzionalità; a tal fine, la necessaria prestazione di generale consolidamento del tetto ligneo è colta come occasione per sopraelevare la linea di gronda della falda esposta verso piazza Duomo, conformandone la quota alla sua omologa sull’opposto lato e, nel contempo, per riaprire i pre-esistenti varchi verso l’ambiente esterno, rielaborandone però la tessitura verticale in dipendenza dell’esigente unitarietà dell’intero prospetto nord dell’edificio. Per la stessa indispensabile prestazione di rifacimento dei serramenti nell’edificio ex finanza, questa proposta candida soluzioni a battente e a cristallo unico; i motivi si sostanziano nella valutazione sull’esigua dimensione dei varchi, sul perseguimento dell’uniformità tipologica, nel medesimo prospetto, tra i serramenti di varchi consolidati e quelli di varchi di nuova formazione e, infine, sulla necessità di rielaborare le soluzioni passanti dei varchi al piano terreno per formare l’ambito principale di ingresso-uscita. Non vi è peraltro alcun dubbio che l’eventuale preferenza accordata all’espressione formale esistente risulta comunque progettualmente compatibile e potrà essere facilmente preservata.
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    • Year 2010
    • Status Competition works
    • Type Libraries
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